In un’epoca dove le coscienze sono fortemente assopite e subiscono una velata dittatura inconsapevole, ecco un libro prezioso che fa ridestare gli animi, con nuove prese di coscienza. Scritto da un musicista (ecco il motivo per cui ne parliamo), l'opera è strutturata su 181 pagine che forniscono un quadretto non proprio idilliaco delle perfide manovre del Potere.
Trame di un’Italia dilaniata da arroganti e spudorati personaggi che hanno portato la nazione sul ciglio del lastrico, riuscendo a tacitare scomode voci, non appena queste cominciavano a capire le trame sottobanco, voci che potevano intralciare gli sporchi disegni di Lor Signori. Stava arrivando a queste perfide verità Pier Paolo Pasolini, in quanto capace di recuperare il sano contatto con la gente della strada, ascoltando e cercando di far tornare un’occhio vigile sul panorama malsano che dettava il Palazzo al popolo. Proprio da qui parte l’incipit di Fabio Furnari: il “Gasolio” del titolo è la logica prosecuzione delle osservazioni esposte da Pasolini nel suo celeberrimo “Petrolio”. Si nota, da sùbito, che Furnari non ha la pretesa che il suo manoscritto dia illuminanti risposte ma, semmai punta, almeno, ad una dovuta riflessione su quanto tutti noi stiamo subendo da vari decenni: corruzione, sfruttamento, omertà criminale, burattinai della finanza senza scrupoli. Non manca di citare il grande filosofo Chomsky, che illustrò un illuminante trattato sulle dieci strategie della manipolazione dei mass-media. E tutto ha una logica, in quanto Furnari sente di riconoscersi in pieno in quel decalogo e prova a riversarlo, con tocco personale, nel tessuto narrativo E’ interessante come l’autore ripercorra la storia di quel “molestatore” politico che fu Pasolini (poco avvezzo alla sottomissione) e rimarca la sua convinzione che la sua morte non avvenne, come ci hanno voluto far credere, per mano di Pino Pelosi ma, semmai, con lo sporco zampino dello Stato. “Gasolio” è, inoltre, un elenco e una lucida descrizione delle fasi critiche degli anni di piombo: dal delitto di Aldo Moro, dell’epopea delle Brigate Rosse e di vari insoluti misteri: dalla scomparsa di Emanuela Orlandi (e relative e attuali continue omertà del Vaticano) all’inscenato, quanto mai misterioso, suicidio di Roberto Calvi, avvenuto sotto il ponte del Tamigi con improbabili, quanto mai complicate modalità. Nella seconda parte del manoscritto, Furnari si addentra nella sua bolla biografica, con scorrevoli racconti legati alla sua famiglia e dona al lettore uno squisito spaccato di come si possa confrontare, con mente lucida, i propri vissuti con quelli che offre il mondo esterno. Si evince, che questo libro è utile, essenziale, quasi fondamentale, per chi non ha più voglia di subire vari tipi di angherie sottili ed edulcorate, silenti ma violente, ed anela il desiderio di stanare più verità possibili e ricominciare a diffonderle, “porta a porta” , anche al vicino che si guarda in cagnesco e capire, finalmente, che tutto questo veleno che serpeggia tra la gente c’è stato fatto crescere in seno proprio da chi ci vuole isolati l’un l’altro, per non disturbare lo spudorato arraffo del Potere.
|
|
Edizione: Terre Sommerse Pagine: 190 Uscita: 2017 Prezzo: 16,00 €
|