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Nel primo atto è costruzione, nel secondo è ribaltamento e nel terzo ed ultimo è terremoto. Sembra questo, in estrema sintesi, lo schema de "Il piacere dell'onestà", commedia del 1917 di Luigi Pirandello, attualmente in scena al Quirino di Roma, per la regia di Giampaolo Romania.
Inserita nella seconda delle quattro fasi della straordinaria produzione teatrale del “gigante” di Girgenti, quella del teatro umoristico/grottesco, l’opera è tratta dalla novella "Tirocinio", del 1915, dello stesso autore. La trama, ingannevolmente lineare, ci presenta Angelo (personaggio dal nome ironicamente salvifico, superbamente interpretato dal Maestro Pippo Pattavina che già nel 2016 si era cimentato nel medesimo lavoro sotto la direzione di Antonio Calenda), un uomo fallito ma di grandissimo acume e inesauribile raziocinio, disposto ad accettare, dietro azzeramento dei propri debiti, l’immorale proposta di un facoltoso marchese ammogliato che per motivi di facciata gli vuol far prendere in sposa la propria amante, rimasta incinta. Le cose però non vanno come previsto e l’elementare piano dell’abietto nobile si scompiglia allorché quella che appariva come la più facile delle soluzioni per dipingere un’apparente onestà (nella più perbenista delle accezioni) viene accolta dal protagonista … per essere onesto, per la prima e definitiva volta nella propria meschina esistenza, davvero e fino in fondo. La commedia pare un manifesto di buona parte della rivoluzionaria poetica pirandelliana: depersonalizzazione del soggetto, visione dialettica della realtà, contrasto tra questa e l’apparenza. I temi cari al Premio Nobel del 1934 sono snocciolati sul palco da una compagnia di grande affiatamento e d’alto profilo tecnico (oltre al protagonista, citiamo una performance eccellente dello stesso regista – attore, Romania, dotato di timbro vocale e dizione straordinari, messi al servizio del ruolo del lenone che agevola il sordido patto), con dialoghi via via più cerebrali, filosofici e cavillosi, tanto da giungere alla fusione tra accanimento logico e umana pietà. Nonostante un terzo atto obiettivamente meno dinamico e forse, per quanto in gioco nella vicenda, eccessivamente fosco e tragico - nel senso classico del termine - è davvero un evento culturale importante, quello che propone il teatro Quirino in questi giorni, quanto mai attuale in una società nella quale della verità e dell’onestà sembra mettersi in discussione non più la scarsa diffusione, come un secolo fa, ma l’importanza stessa. Le convenzioni sociali e le loro contraddizioni, l’ipocrisia delle istituzioni borghesi (la famiglia, in questo caso) la bestia tenuta a freno con grande difficoltà dalla virtù, in quest’opera potente ci salgono addosso man mano che la trama scorre e dal pantheon dei geni veri, quelli che hanno capito che conviene concentrarsi su tutto tranne che sul perché, una risata beffarda ci raggiunge in platea, al di qua della quarta parete, e ci ricorda due cose: che questo sentimento misto tra straniamento, perplessità e attonita coscienza del contrario, rappresenta un punto d’arrivo e non di partenza, e che la parete, di fatto, non c’è..
Questa recensione si riferisce allo rappresentazione del 28 ottobre 2025.
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Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello
PIPPO PATTAVINA Francesca Ferro Debora Bernardi Riccardo Maria Tarci Giampaolo Romania Aldo Toscano Giuseppe Parisi Anastasia Caputo
regia GIAMPAOLO ROMANIA scene Salvo Manciagli costumi Sartoria Pipi Palermo direttore di scena Franco Sardo datore luci Santi Rapisarda sarta Isabella Sturniolo
Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello rappresenta uno dei testi più rappresentativi del grande drammaturgo siciliano. La compagnia teatrale “ABC” porta in scena una grande produzione con uno degli attori più importanti della Sicilia, il Maestro Pippo Pattavina, un interprete poliedrico e di grande levatura artistica. Il cast è completato da una meravigliosa compagnia di attori che hanno già rappresentato più volte il repertorio pirandelliano. Questo spettacolo è un’occasione unica per scoprire la profondità e la complessità dell’opera di Pirandello, che esplora i temi dell’identità, della verità e della menzogna. Il piacere dell’onestà è un testo che mette in discussione le convenzioni sociali e le ipocrisie della società borghese, proponendo una riflessione profonda sulla natura umana. La regia e l’interpretazione del Maestro Pippo Pattavina e della compagnia di attori promettono di portare in scena un allestimento emozionante e coinvolgente, capace di far emergere tutta la potenza e la complessità dell’opera di Pirandello. Questo spettacolo è un evento culturale importante, che offre al pubblico l’opportunità di confrontarsi con un classico del teatro italiano e di scoprire nuove prospettive sulla condizione umana. Inoltre, la scelta di rappresentare Il piacere dell’onestà assume un particolare significato culturale nel contesto attuale, dove la verità e l’onestà sembrano essere valori sempre più rari. Lo spettacolo invita a riflettere sull’importanza di questi valori e sulla necessità di ritrovare un senso di autenticità e di trasparenza nella nostra società. (fonte: comunicato stampa)
TEATRO QUIRINO/VITTORIO GASSMAN Via Vergini, 7 ROMA tel: 06 6794585
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