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La Roma trasteverina dei primi del novecento, passionale e magica, è la cornice nella quale si snoda "Flora e li mariti sua", adattamento italiano del romanzo del brasiliano Jorge Amado “Dona Flor e i suoi due mariti”.
Una trasposizione audace, proposta in lingua romanesca “verace”, quella ormai scomparsa e purtroppo surclassata da un dialetto spesso volgare e totalmente spogliato della sua intrinseca poesia e ironia, caratterizza lo spettacolo che il Teatro Petrolini ospita fino al 19 ottobre. Il potere delle parole da vita ad un monologo che appare un omaggio non soltanto alla “romanità”, ma anche alle emozioni, allo scontro tra la passione e la sicurezza, due facce di una stessa medaglia (il matrimonio) che cercano di convivere in una narrazione ironica e al contempo malinconica. Il racconto di Flora (Claudia Campagnola) e delle vicende vissute con i suoi due mariti, è un pezzo di storia, l’emersione di una condizione femminile, una riflessione sulla complessità delle relazioni e sulla fragilità umana. “Flora e li mariti sua” non è un’opera facile né superficiale, nonostante la sua leggerezza. Scegliere di proporre in teatro un romanzo (e quindi sfrondarlo di parte del suo contenuto) non è impresa semplice, ma Toni Fornari, riesce perfettamente a ricreare nella Roma trasteverina le atmosfere che hanno ispirato l’originaria opera e, complice la musica (composta da Stefano Fresi) eseguita dal vivo dal musicista Flavio Cangialosi, e la scenografia contraddistinta dalla semplicità degli scorci rionali (una fila di panni stesi ad asciugare) il risultato è uno spettacolo gradevolissimo e fruibile anche da coloro che non hanno particolare dimestichezza col dialetto romanesco. A completare la suggestiva ricostruzione la poesia “Nostalgia notturna” di Lavinia Antonietti che dona un tocco quasi etereo alla narrazione. Superba l’interpretazione di Claudia Campagnola: una perfetta popolana romana combattuta tra amore e passione, tra solidità e sentimento; la protagonista padroneggia il dialetto in un sentito omaggio alla città eterna ed alla sua tradizione teatrale, suffragato anche con la scelta di rappresentare lo spettacolo al Teatro Petrolini, luogo storico e simbolico della capitale. La regia di Norma Martelli si coniuga armoniosamente con il testo di Fornari, donando ritmo ed ironia alla profondità della storia narrata, sfruttando guizzo e leggerezza, senza mai disperdere la profondità della storia originale. Tanti e diversi i contributi, dal testo alle musiche, dalla recitazione alla regia, per un mix dove il teatro si fonde con le sonorità e la letteratura popolare ritrova la sua importanza per donare al pubblico un’esperienza intensa e piacevolissima. “Flora e li mariti sua” fa ridere, commuovere, riflettere, evocando il passato e coniugandolo con l’attualità, utilizzando il linguaggio universale della musica come supporto alla sonorità del dialetto romanesco. Lo spettacolo è una “chicca” (per rimanere in tema di dialetto) che oscilla tra dramma (la morte di Nino) e superficialità (la ricetta dei saltimbocca), alternando la malinconia della povertà dei vicoli romani alla grandissima capacità di riscatto che Roma ed i suoi abitanti (di oggi e di allora) possiedono.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 9 ottobre 2025 |
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Ass. Culturale Rondini presenta CLAUDIA CAMPAGNOLA in FLORA E LI MARITI SUA di Toni Fornari liberamente ispirato al romanzo di Jorge Amado “Dona Flor e i suoi due mariti” RegiaNORMA MARTELLI Musiche di Stefano Fresi eseguite dal vivo da Flavio Cangialosi Con il patrocinio dell’Ambasciata del Brasile
Grande prova d’attrice per Claudia Campagnola, protagonista della commedia Flora e li mariti sua, scritta da Toni Fornari e ispirata al romanzo passionale “Dona Flor e i suoi due mariti” di Jorge Amado, diretta da Norma Martelli. Le musiche sono composte da Stefano Fresi ed eseguite dal vivo da Flavio Cangialosi. Un adattamento ambientatonella Roma trasteverina dei primi del Novecento. Flora, vedova del suo amato e “scellerato” maritoNino, dopo un periodo di luttosi risposa con il dottor Teodoro, un pacifico e bonario farmacista,uomo istruito e soprattutto “co ‘na bona posizione”, come notava la madre di Flora. Dopo un periodo di “normale” vita coniugale Flora è però assalita da una strana sensazione didisagio della quale non riesce a darsi una spiegazione. Sarà una zingara a farle capire la ragione del suomalessere: con uno stranosortilegio libera lospirito del lussurioso maritoNino, che appare a Floracompletamente nudo, mentrelei sta facendo l'amore con ildottore. In quel preciso istanteFlora capisce che quellasensazione strana era dovuta alla voglia di rivedere Nino.Da quel momento però Flora si troverà alle prese con i suoi due mariti! La poesia “Nostalgia notturna” è di Lavinia Antonietti. Le musiche, proposte dal vivo, sono state composte da Stefano Fresi che ha sottolineato: “Ho deciso di fare le musiche per "Flora e li mariti sua" perché conosco il romanzo carico di quelle atmosfere magiche del Brasile di Jorge Amado, ricche di amore e passione, e mi è piaciuto come Toni Fornari le abbia tradotte e restituite trasportandole in una Roma di inizio secolo, la Roma di Trilussa e di Pascarella, tanto care all'autore e anche a me. La serenata romana è l'espressione che rappresenta di più la passione e l'amore della Roma di quel tempo, e quindi non poteva mancare, ed è anzi il pezzo musicale più rappresentativo della colonna sonora dell'opera”. Sottolinea Claudia Campagnola: “Ho sceltodi allestire lo spettacolo al Teatro Petrolini perché questo rappresenta un teatro che, da sempre, omaggia la romanità. È stato fondato dal musicista – e oggi direttore artistico - Paolo Gattie dall’attore Fiorenzo Fiorentini, intenso interprete del teatro dialettale romano del quale diviene uno dei più apprezzati esponenti”. (Fonte: comunicato stampa)

TEATRO PETROLINI Via Rubattino, 5 Roma 065757488 -
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Da giovedì a domenica ore 21:00 prezzo biglietto 18€ + 2€ tessera associativa
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