|

Tre ragazzi e un sogno condiviso da realizzare, anche quando la vita pone ostacoli quasi insormontabili.
Un vecchio garage (con un affitto salatissimo) è il set nel quale prendono vita le aspirazioni di tre amici: realizzare, in un luogo per loro pieno di ricordi, un posto di ascolto dove chiunque possa esprimersi liberamente senza il timore del giudizio altrui. I tre giovani pieni di illusioni – Maic, Pino e Bruno – combattono per concretizzare il loro progetto, nonostante le avversità che si trovano ad affrontare, ognuno con un personale ideale da raggiungere e qualcosa da dimostrare: autonomia, riscatto, solitudine. Lo spettacolo offre un interessante spaccato della vita di una generazione (quella degli attuali ventenni) confusa e amareggiata. Come sottolineano gli stessi protagonisti “L’idea del progetto nasce dall’esigenza di raccontare una generazione disillusa che non ha mai vinto niente. Ma dato che abbiamo vinto un bando che ci permette di portare in scena uno spettacolo, abbiamo deciso di dare voce a quei dubbi e quelle paure che proviamo nei confronti di un mondo che promesse ne fa poche e ne mantiene ancora meno”. “Il buco dell’aux” con leggerezza e disincanto propone un tema di grande interesse che colpisce non solo le giovani generazioni che si ritrovano nei personaggi rappresentati dai tre protagonisti, ma anche coloro, seppure non più giovanissimi, che hanno a cuore il futuro. Lo spettacolo è gradevole e coinvolgente. Vi si assiste quasi sorridendo, non soltanto per le espressioni verbali e le movenze dei tre simpatici attori, ma anche per l’ammirazione di tanto sforzo e dedizione per il raggiungimento di un fine ed il coronamento di un sogno. La rappresentazione, anche se un po’ lenta ed in alcuni momenti forse eccessivamente statica, riesce comunque a “prendere” il pubblico che inevitabilmente simpatizza con i tre giovanissimi talentuosi, anche se ancora un po’ acerbi, protagonisti Edoardo Trotta, Manuel Ficini ed Erich Lopes. Fra liti, balletti, cellulari che squillano e topi e un microfono catalizzatore dell’attenzione, lo spettacolo scorre piacevolmente facendo emergere in brevi monologhi i disagi di una intera generazione bisognosa di ascolto e alla ricerca di uno spazio (fisico o immateriale) nel quale costruire e difendere i propri sogni da soli o in compagnia di amici o estranei che però condividono il medesimo ideale e sono alla ricerca di un luogo dove sentirsi veramente a “casa”.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 16 settembre 2025 |
|

IL BUCO DELL’AUX COME FARSI SENTIRE QUANDO NESSUNO ASCOLTA Scritto, diretto ed interpretato da Manuel Ficini, Erich Lopes Edoardo Trotta da un idea di Iacopo Bertoni e Collettivo Noccioline con la supervisione di Gabriele Di Luca e Silvio Peroni realizzato nell’ambito del LABOR WORK Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini con il sostegno di DiSCo Lazio e Regione Lazio
Tutti hanno bisogno di un sogno. C’è chi ce l’ha, chi lo cerca, chi se lo costruisce da zero partendo da uno schifoso garage polveroso. Ma che succede quando questo sogno rischia di sparire a due passi dalla sua realizzazione? Si riesce a reagire? Quanto si è disposti a combattere per esso?Questo è quello che succede a Maic, Pino e Bruno. Tre ragazzi con un’idea geniale: trasformare il vecchio garage dove sono cresciuti, pieno di polvere e ricordi, in un luogo di sfogo, dove tutti possano dire quello che pensano senza giudizi. Sarà diverso dal solito locale: un luogo di autenticità, ascolto e condivisione. Un rifugio per chi ha bisogno di essere visto e ascoltato. Tutto questo finché il mondo dal quale volevano tanto farsi ascoltare si mette in mezzo. Il proprietario decide di alzare l’affitto con una cifra improponibile per tre ventenni che hanno già investito tutto. Sembra che il sogno sia perduto, ma i tre decideranno di lottare per salvare il loro rifugio, la loro casa, affrontando una realtà che li ha sempre voluti in silenzio. Maic ha il sogno che il garage diventi in un vero e proprio luogo di successo per dimostrare a se stesso che può farcela da solo. Bruno vive di stenti con un lavoro sottopagato che odia ed usa il garage per trovare conforto. Pino sembra incapace di creare rapporti reali, al di fuori dei suoi due migliori amici, e pensa che il garage possa aiutare lui e altri come lui. I personaggi si ritroveranno non solo a lottare per salvare la loro ‘’casa’’, ma a valutare come ricostruirsi al di fuori di essa, capendo che ci vuole più coraggio ad andarsene che a restare e lottare per un sogno a cui tengono, ma a cui forse il mondo non è ancora pronto. (Fonte: comunicato stampa)

COMETA OFF Via Luca della Robbia, 47 00153 Roma Telefono: 06.57284637
|