La canzone di Teti. L'Iliade, l'amore e la guerra
Roma, Mausoleo di Cecilia Metella, 13 e 27 giugno 2025

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei. Il conosciutissimo proemio dell’Iliade ritrova la forza ed il vigore dell’originaria narrazione orale, ne “La Canzone di Teti – L’Iliade, l’amore e la guerra“, dove il racconto epico, in una ardita mescolanza di storytelling e teatro, propone al pubblico l’emozione del poema omerico.

Il nuovo spettacolo della Compagnia di Storytelling Raccontamiunastoria, in una location d’eccezione quale quella del Castrum Caetani – Mausoleo di Cecilia Metella, presenta in chiave contemporanea e con due grandissimi interpreti (Paola Balbi e Davide Bardi) una performance unica nel genere dove gli spettatori (a numero chiuso) sono chiamati ad essere elemento partecipativo nella vicenda narrata. Lo stile particolarissimo del giovane regista Joele Anastasi, dona alla rappresentazione un alone leggendario e solenne, frutto anche di un innovativo processo creativo durato due anni- progetto MYTHICA 2024/2025 sostenuto dal finanziamento Culture in Movilento del Comune di Roma- , che si avvale dell’apporto di numerosi storyteller (nel caso specifico la palestinese Fidaa Ataya e la libanese Sarah Kassir e il martinichese Valer Egouy) per meglio evocare le dinamiche psicologiche e sociali degli eventi narrati, nonché i collegamenti con eventi contemporanei.
La storia e la mitologia greca, nel raccontare le gesta degli eroi e degli dei non tralasciano di evidenziare anche le debolezze umane e così Teti, la madre di Achille, seppure dea immortale, soffre per la morte del figlio in una iconica rappresentazione del dolore materno che non conosce tempo e confini. Il testo omerico assume quindi una forte connotazione odierna affrontando tematiche di genere, di libertà e di guerra.
I due soli attori sul palco, rappresentano il dualismo maschile e femminile, ma anche la distanza tra l’umano ed il divino, in un groviglio di pensieri ed emozioni rimandato con enfasi agli affascinati spettatori, rapiti dall’atmosfera che il fantastico luogo e la potente poesia omerica riescono ad evocare. Lo storytelling, una recitazione “a braccio” senza copione rappresenta la modalità ideale per rinverdire i ricordi scolastici del pubblico su tantissimi episodi dell’Iliade: dall’assedio di Troia all’assegnazione del pomo della discordia (episodio stupendamente rievocato da Paola Balbi con la caratterizzazione particolarissima delle tre dee in competizione), dalla morte di Patroclo al trucidamento di Menelao. Ad arricchire la rappresentazione non mancano le sonorità: chitarra elettrica e tamburi scandiscono ogni quadro del racconto e sottolineano i singoli passaggi ed eventi.
Tanti i personaggi che i due interpreti portano in scena vestendone metaforicamente i panni: divinità, guerrieri, donne, re, per un racconto che attraversa i secoli senza subire l'usura del tempo.
“La Canzone di Teti – L’Iliade, l’amore e la guerra“ non è solo una rappresentazione. E’ una storia che si ripete senza trarre alcun insegnamento dalle esperienze passate; è un’opera originale capace di accalappiare il pubblico nelle sue pieghe a volte tragiche, altre decisamente ironiche (Afrodite col tacco 12!); è una lezione di vita. Uno spettacolo davvero avvincente alla fine del quale gli artisti si rendono disponibili per rispondere ad eventuali domande del pubblico in un continuum tra passato e presente e tra palco e sala.



Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 27 giugno 2025.

FESTIVAL INTERNAZIONALE DI STORYTELLING
RACCONTAMIUNASTORIA
XI EDIZIONE
Muse e pellegrini

“La canzone di Teti- l’Iliade, l’amore e la guerra”
Con Paola Balbi e Davide Bardi
Regia di Joele Anastasi
Compagnia di Storytelling Raccontamiunastoria

Potenti dee e formidabili eroi, mortali che aspirano all'Olimpo ed immortali che camminano sulla terra, avventure di battaglie e di letti, odi e amori, eroi e codardi.
Teti è la madre di Achille, dea immortale che vedrà suo figlio morire, figura archetipa di Madonna arcaica, l'unica immortale che nell'opera piange: da lei parte la narrazione e a lei ritorna, per un'interpretazione contemporanea, emotiva e rilevante dell’Iliade di Omero.
Uno spettacolo “epico” nel vero senso della parola, dove il testo Omerico torna alla sua forma originale: il racconto orale. Il messaggio sociale è forte e costante durante la performance e affronta le tematiche del potere femminile, il gender, la guerra e i concetti di schiavitù e libertà fisica e spirituale.
Una grande storia d'amore e di guerra, dove emozioni estreme danzano sul filo della poesia, mentre la metafora con la situazione dei giorni nostri è sempre presente e graffiante.
Due soli attori sulla scena, un uomo e una donna, Omero e la Musa, il maschile e il femminile, l’umano e il divino, che si mescolano e si trasformano in una miriade di personaggi che da 2800 anni a questa parte non hanno mai smesso di parlare, appassionare e commuovere chiunque vi entri in contatto.
(Fonte: comunicato stampa)

Mausoleo di Cecilia Metella
Palazzo Caetani
via Appia Antica 125
Roma
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