Il Lear che ci riguarda: 78 anni di Piccolo Teatro
Milano, Piccolo Teatro Grassi, 14 maggio 2025

Nel calendario simbolico del teatro italiano, il 14 maggio segna un  genetliaco che rappresenta molto più di una ricorrenza.  Si tratta infatti della data che suggella la fondazione del Piccolo Teatro di Milano, il primo odeon pubblico d’Italia, inaugurato nel 1947 con "L’albergo dei poveri" di Gorkij per la regia di Giorgio Strehler
Settantotto anni dopo, il Piccolo Day rinnova questa vocazione civica con una rassegna di eventi aperti alla città. Tra questi, si è distinto per profondità e tensione critica “Il Lear che ci riguarda”, incontro curato da Davide Gasparro, corroborato dagli interventi di Gabriele Lavia, Federica Di Martino e Maurizio Porro.
Il titolo, intenzionalmente evocativo è al contempo un'auspicabile esortazione a leggere il capolavoro shakespeariano non come materia d’archivio ma come dramma vivo, attuale e politicamente  necessario. Come corpo scenico in grado di parlare all’oggi. 
Per Lavia, Lear è il monarca della caduta e della nudità, emblema di un potere che implode nella verità dell’umano. Di Martino, dal canto, suo pone l’accento sulla tensione tra affetto e autorità, tra linguaggio e silenzio che attraversa il testo e lo rende ancora bruciante. Il cuore dell’incontro, ha inevitabilmente pulsato nel nome di Giorgio Strehler il quale è stato totalmente attraversato dal fascino immarcescibile dell'opera che esonda pervicacemente nell’eco nei suoi allestimenti, propriamente nel modo in cui il regista concepiva la pièce come atto pubblico, la scena come specchio civile, la parola come responsabilità, condizionando la sua visione artistica come un sottotesto ideale: la caduta del potere, la cecità della ragione, il disfacimento dell’autorità come atto umano e politico. In Lear, il maestro intercetta la fragilità dell’uomo moderno, la dissoluzione di ogni certezza dinanzi alla verità della morte e del silenzio. In questo senso, il protagonista del dramma è stato per Strehler un dissidio interiore costantemente evocato nella visione sul palcoscenico. Il suo teatro, denso di etica e poesia, ha sempre avuto in questo personaggio un’ombra regale, un monito eterno. Un re nudo non solo nella tempesta, ma nel cuore di ogni civiltà che si interroga sulla propria caduta.
Il rapporto tra Giorgio Strehler e Gabriele Lavia rappresenta senza dubbio una delle connessioni più significative nel panorama dell'arte nel Novecento
Fondatore del Piccolo, il direttore artistico fu mentore affascinante che influenzò  profondamente la visione artistica del giovane interprete. Nel 1972, il mattatore interpretò l'agognato ruolo di Edgar nell'allestimento diretto dal maestro al Piccolo. Questa peculiare esperienza, al fianco di una giovanissima Ottavia Piccolo che  interpretò il duplice ruolo di Cordelia e del Matto, e di Tino Carraro, baritonale padre reggente, misurato e riflessivo anche nei momenti di furia, fu dirimente per la sua formazione, tanto da poterla annoverare come l'esperienza più importante del suo percorso professionale. Attraverso questa collaborazione egli non solo affinò le sue capacità istrioniche, ma iniziò anche a sviluppare una sensibilità registica, riconosciuta dallo stesso Strehler. Quest'ultimo, infatti, notando l'approccio creativo di Lavia durante le prove, ebbe a dirgli: "Mi duole molto ma vedo sul tuo capo la nube nera della regia!" Il regista triestino era noto per il suo approccio poetico e appassionato alla scena, trattando gli attori con una combinazione di rigore e affetto. Lavia ricorda come il direttore fosse estremamente concreto nel lavoro, ma al contempo dotato di una sensibilità straordinaria. Questa dualità orientò profondamente Lavia, che apprese l'importanza della disciplina e della dedizione al mestiere teatrale.
La relazione tra i due si estese oltre il palcoscenico. Strehler continuò a seguire la carriera dell'allievo, inviandogli telegrammi e lettere in occasione delle sue prime rappresentazioni, dimostrando un affetto e un interesse costanti per il suo percorso artistico.  L'interazione e il duraturo sodalizio hanno rappresentato un passaggio di testimone tra due generazioni di teatranti, unendo la visione innovativa di uno con la passione e la dedizione dell'altro a vantaggio dell'intera arte melodrammatica. Porro ricorda nel suo intervento il ruolo del Piccolo come “città teatrale” dentro la città reale, un luogo di formazione culturale e resistenza poetica. In questa prospettiva, il forum si configura più che in qualità di convegno di settore, come atto di continuità culturale. Ridando voce a una delle domande fondanti del politeama circa il significato della rappresentazione del potere e intorno a quale spazio rimanga alla coscienza critica, nell'era del disincanto.
In un’epoca di proliferazione di offerte sceniche e consumo estetico accelerato, questo tipo di appuntamento si impone come spazio necessario. Non nostalgia, ma memoria operante. Non celebrazione, ma rinnovata militanza artistica. Così come avrebbe voluto Strehler.
"We'll meet at Philippi", come ad alludere incessantemente ad un irrinunciabile caposaldo (Giulio Cesare di
Shakespeare), chiosando non con un addio ma un arrivederci di rango.



La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 14 maggio 2025


Il Lear che ci riguarda:
78 anni di Piccolo Teatro

con
Gabriele Lavia
Federica Di Martino
interventi di Maurizio Porro
a cura di Davide Gasparro
produzione:
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Piccolo Day
con Triennale Milano, Grande Brera e Teatro alla ScalaUna festa per il Piccolo
Mercoledì 14 maggio, il Piccolo Teatro di Milano festeggia il suo settantottesimo compleanno: una giornata aperta al pubblico, alla scoperta della sua storia, dei suoi spazi e della Milano della cultura, per celebrare insieme l’inaugurazione del 1947 e l’identità di Teatro d’Europa della città.
Il programma della giornata prende il via con una doppia esplorazione del teatro. Benvenuti al Piccolo! Nel Paese di Teatro, a cura di Michele Dell’Utri (con Monica Buzoianu e Alberto Pirazzini e con il sostegno di Fondazione Monte di Lombardia) è una visita-spettacolo eccezionale del Teatro Strehler, a partire dalla Scatola Magica, dedicata a bambine e bambini delle scuole primarie, in programma alle ore 9.30 e 11.30; Teatro Aperto accoglierà il pubblico nella storica sede del Piccolo, in via Rovello, per due turni di visite guidate (ore 10.00 e 12.00), a cura dell’Ufficio Promozione Pubblico e Attività culturali. Dalle origini dello storico Palazzo del Broletto all’inaugurazione del 14 maggio 1947 con L’albergo dei poveri di Gor’kij, per la regia di Giorgio Strehler, il racconto accompagna spettatrici e spettatori alla scoperta degli spazi del primo teatro stabile pubblico italiano.
A partire dalle ore 11, uno speciale Walk_Talk, dal titolo La cultura e la città, unisce le istituzioni pubbliche che hanno segnato, con la loro azione e il loro impegno, la rinascita di Milano nel dopoguerra e che costituiscono, ancora oggi, una vera e propria “cittadella della cultura”. Il cammino, organizzato in collaborazione con Triennale Milano, Grande Brera e Teatro alla Scala, intreccia presentazioni, incontri e il racconto di luoghi alle letture di allieve e allievi del corso “Luca Ronconi” della Scuola del Piccolo: Milano appare, nelle parole di Giorgio Strehler, un “necessario punto d’incontro” di idee e progetti, a fondamento della straordinaria vitalità culturale e dell’identità internazionale del capoluogo lombardo.
Tappa conclusiva del Walk_Talk, alle ore 19.30, è la sede storica del Piccolo, in via Rovello.Il percorso prende avvio alla Triennale Milano (Spazio Cuore), dove Damiano Gullì, curatore per l’arte contemporanea, presenta la mostra Milano: paradossi e opportunità. Dopo una sosta per il pranzo sul sagrato del Teatro Strehler (ore 13), il cammino riprende alle ore 15 a Palazzo Citterio, nel cuore della Grande Brera, con un intervento di Giovanni Agosti intorno alle connessioni che legano teatro, arte e museo. Alle ore 17, al Teatro alla Scala (Ridotto Toscanini), viene presentato il volume Luca Ronconi. Gli anni del Piccolo: 1998–2015 (il Saggiatore), con gli interventi di Giovanni Agosti, Roberta Carlotto, Sergio Escobar, Claudio Longhi ed Eleonora Vasta, coordinati da Paolo Besana.
Tappa conclusiva del Walk_Talk, alle ore 19.30, è la sede storica del Piccolo, in via Rovello.
Le celebrazioni si concludono, alle ore 20.30, al Teatro Grassi, con Il Lear che ci riguarda: 78 anni di Piccolo Teatro. Nel 1972 Giorgio Strehler torna al Piccolo e sceglie di farlo affrontando ciò che fino a quel momento aveva ritenuto “irrappresentabile”: il Re Lear di William Shakespeare.
La serata, un omaggio a un testo profondamente radicato nella storia del Piccolo, intreccia letture e immagini in una trama affidata a Gabriele Lavia, che nello spettacolo, andato in scena il 6 novembre 1972, indossava i panni di Edgar. Sulla scena, insieme a lui, Federica Di Martino e Maurizio Porro (fonte: comunicato stampa).





Piccolo Teatro Grassi

Via Rovello 2
20121 -  Milano
Tel: 02 21126116
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