
“Mistero” è un termine usato ab immemore per indicare una rappresentazione sacra che, se vista attraverso la lente deformante del giullare, diviene spettacolo grottesco. Ed il Giullare per antonomasia è sempre stato lui, Dario Fo!
Ma, se nei Comandamenti si legge “Non avrai altro Dio all’infuori di me”, ben possiamo affermare che, dopo aver visto Matthias Martelli alla Sala Umberto di Roma, abbiamo un altro Giullare degno di questo nome, davvero più che degno! Come molti astanti, abbiamo ancora nel cuore, negli occhi e nella mente, le storiche rappresentazioni di Mistero Buffo da parte di Dario Fo; i romani ben lo ricordano agli inizi degli anni ‘80 in quella incredibile esperienza socio-culturale che fu il Teatro Tenda, uno spettacolo che ritenevamo indissolubilmente legato al grande Maestro. Eppure le creazioni di Dario Fo, affidate alle abili qualità di Matthias Martelli, hanno conosciuto una nuova e sorprendente vita, ciò a testimonianza proprio della natura giullaresca del testo che, in un certo senso, rimane insensibile allo scorrere del tempo. Mistero Buffo è un testo aperto, un materiale magmatico in continua evoluzione, felicemente attualizzato dal nuovo istrione con brillanti e sagaci riferimenti alla politica di oggi, il tutto con il coinvolgimento - sempre garbato e misurato - del pubblico in sala, anche quando un impertinente telefonino squilla inatteso (ma chi, si chiede il Giullare, si è messo una sveglia telefonica alle 21:15? Qualcuno che aveva forse paura di addormentarsi durante lo spettacolo? Un altro Mistero Buffo che resterà irrisolto…). Tra le numerose scene e monologhi che compongono l'opera, Martelli sceglie, per la ripresa romana, di rappresentare “Il primo miracolo di Gesù bambino” e la celebre “Parpaja topola”, storia boccaccesca a lieto fine. E la magia si compie puntualmente: dalla presenza di un unico attore in scena sono germogliati un'infinità di personaggi, tutti con pittoresche e dettagliate sfumature, in un gioco vorticoso di dialoghi, confronti, battute, immagini, messaggi chiari e sottintesi. Alla moltitudine dei personaggi si accompagna la manifestazione concreta sul palcoscenico di molteplici ambienti, di luoghi diversi, tutti con una loro presenza plastica, evocati e suggeriti dall'incanto delle parole. Si esce dalla Sala Umberto con la serena consapevolezza che il Mistero Buffo di Dario Fo è uno spettacolo che va visto e possibilmente rivisto soprattutto da chi, in passato, lo aveva amato quando era stato interpretato dall'indimenticabile Premio Nobel. A testimonianza del fatto che alcuni testi, quando incontrano l'arguzia e la vivacità di un nuovo ed eccezionale giullare come Matthias Martelli, sono davvero intramontabili.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 3 febbraio 2025.
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Matthias Martelli Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame aiuto regia Alessia Donadio regia EUGENIO ALLEGRI Produzione Teatro Stabile di Torino
distribuzione Terry Chegia Mistero Buffo è considerato il capolavoro di Dario Fo. Eugenio Allegri dirige Matthias Martelli nella riproposizione di quest'opera straordinaria: l'attore è solo in scena, senza trucchi, con l'intento di coinvolgere il pubblico nell'azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Un linguaggio e un'interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali per capovolgere l'ideologia trionfante del tempo dimostrandone l’infondatezza. Oltre 200 repliche all’attivo in Italia e nel mondo, da Roma a Londra, da Milano a Bruxelles, passando per Zurigo, Nizza, Monaco di Baviera e Los Angeles. fonte comunicato stampa

Teatro Sala Umberto Via della Mercede, 50 - Roma 00187
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Orari spettacoli 3 febbraio 2025 - ore 20:30 biglietti disponibili su www.salaumberto.com - www.ticketone.it
Botteghino Via della Mercede 50 00187 Roma
call center 06 6794753 attivo dalle 16:00 alle 18:00 dal martedì al sabato
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