
Poesia e teatro si sposano in un’opera dal sapore di documentario, ma che si propone in una forma multidisciplinare dove la performance dell’attore si coniuga con video, musica e racconto.
"La spedizione perduta – Lettera dal Polo", narra del mitico passaggio a Nord Ovest e di una spedizione finita in tragedia. L’autrice (Alessia Giovanna Matrisciano), con una attenta ricostruzione storica e documentale, rivela i drammatici anni che hanno segnato la vita e la morte dell’equipaggio delle navi inglesi Erebus e Terror durante un viaggio per l’epoca (siamo nel 1845) visionario ed al limite delle conoscenze umane. La pièce, nel ripercorrere quel tragico evento, mette in evidenza temi attualissimi e si sofferma sul lato prettamente umano della spedizione, dando voce (ma non volto) ad alcuni marinai ed ufficiali che perirono in quel viaggio ed i cui corpi, il permafrost, ha restituito a causa dello scioglimento dei ghiacci provocato dal surriscaldamento terrestre. La spedizione di Franklin diventa quindi un mezzo per onorare la memoria di tante vittime, ma soprattutto per criticare il capitalismo dell’epoca vittoriana (ma anche attuale): in nome del Dio denaro ogni cosa, vivente o no, è sacrificabile. Forte è anche il messaggio di attaccamento alla vita: i marinai erano certamente consapevoli che nessuno sarebbe arrivato a salvarli in mezzo al circolo polare artico, ma nonostante ciò, hanno continuato a lottare contro la morte e contro quell’infausto destino, cercando di dare un senso alla loro vita e soprattutto alla loro fine. La scelta di alternare parole alle didascalie proiettate sul fondo del palco dona allo spettacolo armonia e consente di comprendere ed apprezzare la poesia intrisa nei racconti. Forti le emozioni suscitate, la drammaticità dell’evento è palpabile, ma seppure coinvolgente, non disturba per eccesso di dolore: accanto alla disperazione è sempre presente una, seppure flebile, speranza. Lahire Tortora dimostra nella sua recitazione una grande sensibilità, calandosi sapientemente in tutti i personaggi rappresentati nelle sedici liriche del testo. Spettacolo ricco di significati, proposto utilizzando un mix di tecniche ed amalgamato dalle musiche di Marco Olivieri. Forse un po’ lento nella narrazione, ma capace di lanciare un forte messaggio che aleggia durante tutta la rappresentazione: attraverso la conoscenza di un tragico evento, sensibilizzare il pubblico sulla necessità di conservare la natura polare minacciata dal riscaldamento globale.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 16 gennaio 2025. |
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“La spedizione perduta – Lettere dal Polo” con Lahire Tortora poesie di Alessia Giovanna Matrisciano musiche di Marco Olivieri videointerventi a cura di Luca Travaglini
Nel 1845 due navi inglesi, la Erebus e la Terror, partono alla ricerca del mitico Passaggio a Nord Ovest con un equipaggio di 129 persone. Nessuna di queste farà ritorno a casa. Nel corso del tempo diverse spedizioni di soccorso hanno potuto ricostruire, come in un giallo, la sorte dei marinai perduti, anche se sono tante ancora oggi le zone d’ombra intorno a questa vicenda. Di certo si sa che le navi rimasero incagliate nel ghiaccio per due anni e che gli uomini cercarono la salvezza con una lunga marcia verso terra senza mai arrivare a destinazione. Qual è il motivo per cui oggi vogliamo raccontare la storia di queste vite spezzate misteriosamente? Il Passaggio a Nord Ovest, in passato praticamente impossibile da percorrere per via del gelo che regna nelle regioni artiche, oggi per la prima volta nella storia moderna è aperto al passaggio delle navi commerciali a causa del riscaldamento globale. Nel 2014 e poi nel 2016 i relitti della Erebus e della Terror sono stati scoperti sul fondo di un mare ormai libero dai ghiacci. La sorte dei marinai scomparsi è un mezzo per riflettere sul rapporto dell’uomo con la natura polare, oggi sempre più urgente. “La spedizione perduta” affronta diverse tematiche, scavando nella vita degli apparentemente austeri ed eroici marinai vittoriani che si trovano in una natura totalmente estranea, quasi come degli astronauti dimenticati sulla Luna. Le tematiche ricorrenti sono la critica al capitalismo, del quale si evidenziano le contraddizioni più rilevanti; la ricerca di una figura paterna, spesso lontana e sfuggente; il rapporto con la natura e la sua crudezza; il mistero della morte; la voglia di vivere, di dare un senso all’esistenza. L’intento su cui si basa questo spettacolo è portare un genere di solito considerato antiteatrale, ossia il documentario, su un palco e con una veste multidisciplinare. Poesia, musica, performance e video si fonderanno per raccontare una tragica storia vera avvenuta più di 150 anni fa, cercando di guidare gli spettatori non solo alla conoscenza dei fatti, ma alla ricerca dei più intimi pensieri di uomini del passato, così lontani e allo stesso tempo così vicini a noi, e alla presa di coscienza sui risvolti moderni della loro storia. (Fonte: comunicato stampa)

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee Via Jacopa de’ Settesoli 3 Roma Inizio spettacolo ore 21 INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA Prevista tessera associativa. Contatti: 065814004-3283546847
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