I parenti terribili
Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman, dal 14 al 19 gennaio 2025

Una nuova e decisamente interessante, messa in scena della celebre commedia del poeta e drammaturgo francese Jean Cocteau, scritta nel 1938, va in scena al Teatro Quirino fino al 19 gennaio.

L’opera teatrale, che racconta le vicissitudini di una famiglia “carrozzone” o, per usare termini scientifici “disfunzionale”, è uno spaccato dissacrante dell’amore genitoriale, delle gelosie parentali e delle dinamiche familiari, soprattutto femminili. Comincia con un sogno angosciante, sembrerebbe proporsi come commedia, per poi trasformarsi in farsa e finire in tragedia.
Ideata da Filippo Dini come terza parte dell’ideale trilogia sul ruolo della donna all’interno della famiglia (dopo “Casa di Bambola” e “Osage County”), “I parenti terribili “ di Jean Cocteau, si focalizza sulla figura femminile: una madre ossessiva ed inquietante innamorata del proprio figlio.
Dini è anche protagonista della pièce, interpretando un padre distratto, centrato sulle proprie esigenze e fortemente visionario, una figura certamente non granitica all’interno del ménage familiare. Come spiega lo stesso regista "È una rappresentazione della famiglia che suona un po’ come ultimo atto di questa colonna portante del nostro vivere sociale, un’istituzione che oggi nella nostra vita quotidiana comincia a traballare, almeno per come sempre ce la siamo immaginata nel passato, proprio per l’impossibilità della coppia di riuscire a confrontarsi nel contemporaneo".
Lo spettacolo appassiona con i suoi intrighi svelati poco alla volta. Offre agli spettatori una grande prova attoriale da parte di tutti i protagonisti, che riescono a far emergere perfettamente le caratteristiche dei personaggi interpretati e le loro più profonde emozioni: fortemente disturbata la madre (Mariangela Granelli), fresca l’interpretazione della giovane Madeleine (Giulia Briata), tragi-comico il ruolo del figlio (Cosimo Grilli), pregnante la presenza della zia (Milvia Marigliano), empatico ed accattivante il padre (Filippo Dini).
Fondamentale l’apporto delle scene e delle luci. L’oscuro mondo interiore di Yvonne prende corpo nella prima scena nell’animazione del suo incubo, con strani ed inquietanti personaggi, per poi lasciare spazio alla soffocante stanza della donna, fiocamente illuminata dai colori tenui di Pasquale Mari, esplode poi lo spazio luminoso dell’appartamento di Madeleine (ricavato attraverso il sollevamento delle pareti mobili ideate da Maria Spazzi), per ritrovarsi infine nell’angosciante luogo del triste finale.
Il tragico epilogo di tutta la vicenda pensato dall’autore per destabilizzare gli apparenti ritrovati equilibri familiari, viene arricchito nella versione di Filippo Dini con ulteriori elementi: il candido abito da sposa con cui il cadavere di Yvonne viene vestito (ad opera delle altre due protagoniste femminili in quanto “compito da donne”) riconduce alla metafora del patologico amore materno di cui nell’incubo iniziale; i folli gesti del figlio Michel mentre si sdraia nel letto accanto alla madre morta, lo stupore di Madeleine che attonita si allontana per salvarsi da perverse dinamiche familiari.
“I parenti terribili” è un’opera completa, dove ogni elemento è collocato nel suo corretto alveo: non stanca, non delude, fa riflettere ed emoziona, si ride, ci si addolora e ci si indigna per questa famiglia tanto problematica, pensata dal suo autore nel 1938, eppure ancora tanto attuale.

 

 

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 14 gennaio 2025.

I PARENTI TERRIBILI
di Jean Cocteau
traduzione Monica Capuani

con

Milvia Marigliano,
Mariangela Granelli
Filippo Dini
Giulia Briata,
Cosimo Grilli
regia FILIPPO DINI
scene Maria Spazzi
costumi Katrina Vukcevic
luci Pasquale Mari
musiche Massimo Cordovani
assistente alla regia Alma Poli
assistente scene Chiara Modolo
assistente volontario Gennaro Madonna
direttore di scena Federico Paolo Rossi
macchinista Nicola Baldini
elettricista Gianluca Quaglio
fonico Andrea Lambertucci
sarto Gabriele Coletti
foto e video Serena Pea
amministratrice di compagnia Federica Furlanis
personaggi ed interpreti
Yvonne / Mariangela Granelli
Léonie / Milvia Marigliano
Georges / Filippo Dini
Madeleine / Giulia Briata
Michel / Cosimo Grilli

Considerata la più perfetta opera teatrale di Jean Cocteau, I parenti terribili rappresenta uno spaccato crudele della società, un atto storico con cui l’autore rompe, almeno formalmente, col teatro di raffinata e astratta acrobazia intellettuale, che sino allora aveva avuto in lui uno dei più fertili campioni, per accostarsi ad un tipo di teatro molto più tradizionale, costruito secondo regole collaudate e codificate care al teatro borghese. Scrivendola, Cocteau ha voluto sfidare quel pubblico di élite per il quale aveva sempre lavorato, e stabilire un contatto con le grandi platee mediante un linguaggio meno esoterico. Il tentativo si è rivelato felice, giacché I parenti terribili hanno costituito uno dei più grossi successi ottenuti da Cocteau come autore drammatico. Il testo racconta la storia di una famiglia davvero terribile, che vive reclusa in sé stessa, avulsa da qualsiasi stimolo esterno. Michel è un giovane uomo viziato e amato morbosamente dalla madre Yvonne. Quando annuncia ai suoi genitori di amare Madeleine, la disperazione divora la donna, che teme di perdere il figlio, mentre oscuri segreti sulla famiglia vengono a galla. Con questo testo, da lui diretto e interpretato, Filippo Dini prosegue l’indagine nell’inferno familiare che ha avuto in Casa di bambola, e più di recente in agosto a Osage County, due esempi mirabili, definendo una cifra stilistica che pone al centro il lavoro dell’attore e reinterpreta in modo inedito l’idea di un nuovo capocomicato.
La vicenda è nota. Yvonne è una donna non più giovane che ha negato l’amore al marito e l’ha concentrato sul suo unico figlio Michel, al quale è morbosamente attaccata mediante un cordone ombelicale rinforzato infrangibile. Prima complicazione: questa madre ha una sorella, la zia Leonie, che era stata fidanzata ed è tuttora innamorata di Georges, il padre di Michel, ma lo ha ceduto alla sorella Yvonne, e ora vive in famiglia condizionando sottilmente le vite degli altri tre.Seconda complicazione: il figlio ha una giovane amante, Madeleine; la ragazza è però anche la mantenuta di un cinquantenne che per prudenza le si è presentato sotto falso nome, e con il danaro di costui supporta in modo sostanziale le finanze di Michel. Terza complicazione: questo cinquantenne, a insaputa di tutti, è proprio Georges. Ultima complicazione: dea ex machina, e motrice più o meno occulta di tutte le azioni dei suoi congiunti, nonché della giovane Madeleine, risulta la temibile Leonie. Ne emerge il ritratto di una famiglia disfunzionale, che Cocteau orchestra come una travolgente sinfonia umana.
(Fonte: comunicato stampa)

Teatro Quirino - Vittorio Gassman
Via delle Vergini, 7
Roma
06 679 4585
www.teatroquirino.it


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