L'allegoria del male viene declinata in questa rappresentazione in una forma carnale, iperbolica e coinvolgente grazie al virtuosismo espresso attraverso la danza ed il movimento, tanto da introdurre il vivace e verdissimo pubblico in una catartica immersione sospesa fra il nebbioso sogno e la fantasia più tenebrosa e recondita. Un dialogo incessante con il satellite terrestre rende la rappresentazione simbolica del pericolo più vicina all'hominarius, che metamorfosa sotto l'incessante influsso del magnetismo lunare, che al puro canide, potente carnefice delle fragilità femminee antagoniste. La centralità della narrazione diviene il lato oscuro rappresentato dal protagonista, homme de la rue bramoso e velatamente lussurioso, agilissimo nel disegnare in scena e in platea il perpetuo volteggio dell'ossessione e del furore. Il concentrico antagonista, rappresentato dal buffo e serafico agnellino brucante, per antonomasia simbolo di purezza, debolezza e ingenuità, è volto ad espandere il concetto di potenziale vittima all'intero rango più che alla singola entità umana rappresentata dalla graziosa ed illibata fanciulla dal rosso copricapo che vaga in solitaria nel bosco. A latere, esordisce una proliferazione di eroi, dove il singolo cacciatore quadruplica provvidenzialmente, finalizzando la moltiplicazione all'incoraggiamento e alla necessità di "perdersi nel bosco" malgrado gli evidenti pericoli, diventando un maldestro e impacciato ma divertente plotone militare, in campo per difendere, con tutte le difficoltà insite nella fragile natura umana, coloro che soggiacciono alla prepotenza ferina consegnandole la loro ingenuità. Cappuccetto Rosso è una delle favole europee più popolari al mondo, di cui esistono numerose varianti. Le versioni scritte più note sono quella di Perrault (col titolo Le Petit Chaperon Rouge) del 1697 e quella dei fratelli Grimm (Rotkäppchen) del 1857. Il regista Michelangelo Campanale dirige magistralmente l'ensamble costituita dalla Compagnia Eleina D. regalando agli astanti 50 minuti di autentico esercizio di stile zeppo di contenuti di riflessione. Eccellente! La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 dicembre 2024 |
drammaturgia, regia, scene e luci Michelangelo Campanale produzione Compagnia La Luna nel letto / Associazione Culturale Tra il dire e il fare Premio Infogiovani young&kids FIT Festival Internazionale del teatro e della scena contemporanea – Lugano Attraverso una danza di corpi, scene, luci e costumi, questo pluripremiato spettacolo è capace di sfiorare le paure, superarle per non lasciarle andare, sapendo che occorre conviverci… perché il lupo cattivo non muore mai. Michelangelo Campanale dirige la Compagnia Eleina D. in una rilettura onirica e visionaria di Cappuccetto Rosso, una storia che racconta argomenti legati alla vita, in maniera semplice, ma esatta e soprattutto senza nasconderne la dimensione tragica. I giovani spettatori si trovano di fronte a una narrazione fatta di immagini evocative, ironiche e dirompenti – ispirate all’ immaginario dei cartoni animati di inizio ‘900 –, che aprono a una comprensione del mondo in cui la paura accompagna le nostre esistenze, ma quando non è più forte della vita, diventa l’elemento salvifico di sopravvivenza (fonte: comunicato stampa). |