Nell'ambito del format Metti un libro a teatro, la rassegna itinerante, diretta da Alessandra Pizzi e creata con l'intento di rispolverare i grandi classici della letteratura e renderli fruibili nei luoghi di cultura, "Le città visibili", parafrasando il conosciuto testo di Italo Calvino "Le città invisibili", accompagna lo spettatore in un viaggio immaginario. Lo spettacolo, ideato e diretto da Alessandra Pizzi, prende ispirazione dall'opera di Italo Calvino, pubblicata nel 1972, ma assolutamente contemporanea per la sua capacità di proiettarsi nel futuro e narrare temi sociali. Le relazioni di Marco Polo a Kublai Kan diventano un pretesto per raccontare nello spettacolo "Le città visibili" storie, luoghi, popoli, traendo ispirazione dalla creatività e dalla penna di altri conosciuti autori e poeti. L'opera ricorda un crocevia dove più mondi si incontrano narrati da altrettanti personaggi significativi che di quei luoghi, in un tempo indefinito, hanno subito il fascino e la bellezza, ma anche il vissuto e, forse, la decadenza. Nella rappresentazione, su un palco disadorno, dietro un leggio ed accompagnato da sonorità eseguite dal vivo, Enrico Lo Verso conduce lo spettatore in questo immaginario viaggio attraverso città non più invisibili, ma vere, frenetiche, abitate da uomini ed organizzate in strade, piazze, porti, grattacieli. Un percorso complesso nel quale si alternano guide d'eccezione: Pessoa a Lisbona, Garcìa Lorca a New York, Hemingway a Madrid, Borges a Buenos Aires, Neruda a Gibuti, e ancora altri, per cogliere l'essenza dei luoghi, respirarne l'atmosfera e deliziarsi con i loro suoni e melodie proposti live all'attento pubblico in sala. "Le città visibili" è un'opera piacevolissima, sensorialmente appagante. La calda voce di Enrico Lo Verso, supportata dalla leggera e mai eccessiva mimica facciale, si sposa perfettamente con il sound della tastiera e degli altri strumenti musicali. Storia, letteratura, cultura, viaggi e buona musica: un mix perfetto per una serata a teatro. Un'ulteriore dimostrazione dell'ottima programmazione che anche teatri periferici possono proporre. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 30 novembre 2024. |
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