Paolo Fresu
Kind Of Miles
Milano, Teatro Carcano, 7/11 novembre 2024

Miles Davis e Chet Baker sono stati due trombettisti fondamentali del secolo scorso, entrambi accomunati da tratti caratteriali e/o artistici tali da renderli spesso incomprensibili ad un pubblico che li avrebbe poi celebrati successivamente come geni indiscutibili.

Paolo Fresu firma ancora una volta una collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano, terzo capitolo di una trilogia iniziata con “Tempo di Chet” (2018), proseguita tre anni orsono con “Tango Macondo” (vedi recensione qui) e che si va a chiudere ideologicamente con questo “Kind Of Miles”.
In questo nuovo episodio teatrale-musicale il trombettista italiano conferma la collaborazione con i suoi rodati compagni di viaggio che lo avevano accompagnato anche al tributo nei confronti di Chet Baker, ossia Dino Rubino al pianoforte, Marco Bardoscia al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria; questa volta però ai precedenti musicisti si aggiungono anche Bebo Ferra alla chitarra elettrica (già con il Devil Quartet di Fresu), Filippo Vignato al trombone, effetti elettrnici e tastiere, Federico Malaman al basso elettrico e Christian Meyer alla batteria.





Sotto la regia di Andrea Bernard, "Kind Of Miles", ispirato a quello che si considera uno dei must di Davis, "Kind Of Blue", è la storia in musica e narrazione ideata da Paolo Fresu in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano. Un concerto teatrale dove al centro ovviamente sovrasta la figura del trombettista scomparso nel 1991 a 65 anni. L’intento è dunque quello di ricostruire la vita e la musica di un artista (attraverso la voce narrante di Fresu) in connubio con il suo universo sonoro e le relazioni artistiche ed umane intrecciate da esso. Le diverse personalità sul palco -  con due sezioni ritmiche, una più improntata sul periodo be-bop dalla coppia Bardoscia/Bagnoli, l’altra sul periodo fusion dalla coppia Malaman/Meyer, ma che interagiranno tra loro inaspetattamente più volte nel corso dello spettacolo in un ensemble a 7 elementi - sottolineano la complessità e le sfaccettature di questo personaggio così eccentrico e influente del secolo scorso, in cui la comparazione con l’alter ego Chet Baker salta all’orecchio.





La narrazione di Fresu delinea i tratti caratteristici di Davis in maniera coinvolgente, facendosi portavoce delle istanze civili che hanno sempre caratterizzato la figura di questo mito, il suo essere schivo agli occhi dei bianchi e quasi "irriverente" (ad esempio quando durante le sue esibizioni prese a girare le spalle al pubblico destando commenti negativi sulla sua persona); cui va aggiunto il suo cercare instancabilmente sempre la musica e la sua inesauribile voglia di ricerca, quella che lo ha portato ad esplorare con album come "Kind Of Blue", "In A Silent Way" e "Bitches Brew" (che ha contrassegnato lo spartiacque tra due epoche del jazz) mondi musicali fino ad allora impensati.

La figura di Davis ha certamente influito sulla crescita musicale di Paolo Fresu (i due non si incontreranno mai, il trombettista racconterà che nel 1984 ad Umbria Jazz ci fu un momento in cui fu a un passo dal conoscere il mito, ma che fuggì dall'opportunità perché troppo timido), che durante lo spettacolo racconta molti aneddoti anche riferiti alla sua vita, a partire dalla sua esperienza con la banda di Berchidda, ma soprattutto fin dall'inizio delinea il concetto di mito di quegli anni, ben diverso da quello che si crea e si distrugge oggigiorno attraverso i media e i talent (Fresu parlerà di meteore)

Il racconto risulta così coinvolgente ed interessante da creare un "unicum" con lo spettacolo musicale (100 minuti), non solo, ma ad arricchire la scenografia, sono presenti alcuni visual elaborati dal vivo sulla base degli impulsi registrati da sensori indossati da Paolo Fresu, frutto della ricerca e dello sviluppo della Libera Università di Bolzano.




Il set musicale è verosimilmente quello proposto nel doppio album omonimo uscito il 25 ottobre scorso per Tǔk, l’etichetta discografica di Fresu e suddiviso in due CD (o doppio vinile, versione  che però “sacrifica” ovviamente ben 6 brani rispetto al formato digitale), che rappresentano due periodi musicali intrapresi da Davis, “Shadows” e “Lights”. Per entrambi, oltre a qualche composizione originale che ha  siglato la storia di Davis con altri mostri sacri del jazz come Charlie Parker, Sonny Rollins, John Coltrane, Gil Evans, fino al famoso quintetto con Wayne Shorter ed Herbie Hancock degli anni ’80, Fresu ha chiesto ai suoi ospiti di creare nuove composizioni ispirate alla figura del trombettista. Sul palco ovviamente questa “scrittura collettiva” si snoda e attraversa la storia di Davis anche con ampi spazi dedicati all’improvvisazione. Il tutto con l’ausilio di soluzioni sceniche e tecnologiche multimediali a creare un concerto teatrale che faccia incontrare jazzofili e appassionati di teatro. Così, se nella prima parte dello spettacolo è possibile ascoltare alcuni standard come “Porgy and Bess”,  “A Birth of the Cool”, “It Never Enterred My Mind”, “Autumn Lives” (il brano che nell’interpretazione di Davis, a detta di Fresu, lo ha avvicinato e appassionato al jazz ancor quando suonava con la banda a Berchidda), “I Thought About You”, “Summertime”, “Round Midnight”, comunque coadiuvati da alcuni brani originali dello stesso Fresu, Rubino e Bardoscia, il secondo set comprende brani significativi della svolta elettrica da “Bitches Brew”“Time After Time” ed è incentrata soprattutto su composizioni del trombettista italiano e di Malaman, Meyer, Vignato o dell’intero collettivo di musicisti che hanno dato vita a questo spettacolo.




«Per me la musica e la vita sono una questione di stile», disse Miles Davis a Quincy Troupe.


 

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 7 novembre 2024




Kind Of Miles

fino al 26 gennaio 2025 in varie località italiane

Regia di Andrea Bernard

Video di Marco Usuelli

di e con Paolo Fresu, tromba, flicorno e multi-effetti

Bebo Ferra, chitarra elettrica

Dino Rubino, pianoforte e Fender Rhodes Electric Piano

Marco Bardoscia, contrabbasso

Stefano Bagnoli, batteria

Filippo Vignato, trombone, multi-effetti elettronici, keyboard

Federico Malaman, basso elettrico

Christian Meyer, batteria

le foto di questo articolo sono ad opera di Roberto Cifarelli e Tommaso Le Pera

Produzione TEATRO STABILE DI BOLZANO

 




PROSSIME DATE

Milano, Teatro Carcano, 7/11 novembre 2024

Trento, Teatro Sociale, 14/17 novembre 2024

Bologna, Arena del Sole, 21/24 novembre 2024

San Marino, Teatro Nuovo di Dogana, 27 novembre 2024

Genova, Teatro Ivo Chiesa, 5/8 dicembre 2024

Udine, Palamostre, 11 dicembre 2024

Treviso, Teatro del Monaco, 12/15 dicembre 2024

Voghera, Teatro Valentino Garavani, 15 gennaio 2025

Chiasso
(CH), Centro Culturale, 16 gennaio 2025

Trieste, Teatro Rossetti, 18/19 gennaio 2025

Savona, Teatro Chiabrera, 23 gennaio 2025

Pontedera, Teatro Era, 25/26 gennaio 2025

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