La prima nazionale della commedia del fraintendimento va in scena al Piccolo Teatro Strehler con un cast di livello ed una regia sagace (Carmelo Rifici). Un complesso scenico, forgiato da un incasellato intreccio vaudeville, in cui l'opera scritta nel 1907 da Georges-Léon-Jules-Marie Feydeau, in coda solo a Molière nell'arte della commediografia, regala esilaranti costrutti di scena (Guido Buganza), dense e vivaci congetture, cubiche asperità, soffici abbastanza per attutire i plausibili colpi della realtà. Baliosa la scenografia, ricca di armonie complementari divergenti, non manchevole di includere, sul limitare destro, elementi musicali quali batteria, tastiere, diamonica, tamburello, (musica e suono curati da Zeno Gabaglio) appannaggio di alcuni attori del cast, capaci di gestire lo switch ed amplificare le atmosfere sceniche più consone, in un dentro - fuori il ruolo plastico e avvincente. Raimonda (Marta Malvestiti), moglie di Vittorio Emanuele (Ugo Fiore), decifra il calo del desiderio del marito nei suoi confronti come una imperdonabile, quindi assolutamente scandagliabile, mancanza di interesse causata da un immaginario tradimento. L'oggetto del contendere, un innocuo paio di bretelle, diventa l'escamotage per una serie di qui pro quo, in cui la poetica e circolare presenza di Camille (Tindaro Granata - autore insieme a Rifici dell'adattamento dell'opera), nipote di Monsieur Chandebise, spezza il ritmo tragicomico tarandolo costantemente su un piano fanciullesco e gentile ad iniziare dal suo handicap, causato dalla palatoschisi, che lo metamorfosa in una candida maschera della commedia dell'arte del XXI secolo. La brillante tridimensionalità semisferica della pièce alterna gli accadimenti fra il salotto dei coniugi Chandebise e un grottesco Hôtel in cui altri caotici misunderstandings concorrono ad avviluppare la trama in un garbuglio presumibilmente indistricabile, dove l'orbicolare numerosa compagine di personaggi, Victor-Emmanuel, Raymonde, Camille, Carlos Homenidès de Histangua, Lucienne Homenidès de Histangua, Étienne, Antoinette, Dottor Finache, Romain Tournel, Augustin Ferraillon, Olympe Ferraillon, Eugénie, Poche, Rugby, Baptistin, fluttua nell'universo scenico della rappresentazione e s'avviluppa fino all'inconsueto finale. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 17 novembre 2023 |
di Georges Feydeau
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