Incisione il cui titolo ha dato poi il via ad uno dei progetti musicali del virtuoso chitarrista italo-americano (per la precisione i nonni erano napoletani, come da egli stesso più volte sottolineato in alcune note di accompagnamento dei suoi album e addirittura dal vivo durante il concerto tenuto al Palapartenope nel 1996 con John McLaughlin e Paco de Lucia) World Sinfonia risale al 1991 e costituisce uno dei più brillanti album acustici di Al Di Meola.
Reduce dalle esperienze degli anni ‘80, durante i quali neanch’egli è riuscito del tutto ad esimersi dalle contaminazioni elettroniche tanto in voga in quel decennio (vedi il pessimo Scenario), con questo disco sopraffino Di Meola ha chiarito in maniera netta la sua totale indipendenza dalle tendenze musicali di massa e dalle esigenze discografiche commerciali. Pubblicato dall’etichetta indipendente INAK (The Music Works ltd, NY) e prodotto dal chitarrista stesso (DI MEOLA Music Production), l’album è privo di qualsivoglia ammiccamento commerciale ed è indirizzato ad un pubblico attento, buongustaio e competente. Dotato di copertine e titolo volutamente associabili alla musica etnica, l’album è strutturato in dieci tracce, due delle quali, “Tango Suite part I” e “Tango suite Part III”, composte dall’italo-argentino Astor Piazzolla (anch’egli di origine napoletana, come sottolineato dallo stesso Di Meola nel successivo album World sinfonia - Heart of immigrants) con il quale Al aveva in quegli anni instaurato un rapporto di amicizia, grazie ad una innata complicità artistica dovuta anche alle origini, omaggiate poi negli anni a venire con una serie di incisioni dedicate (vedi anche Diabolic Inventions and Seduction for Solo Guitar - Volume 1 - Music of Astor Piazzolla). A riprova della stima del chitarrista nei confronti di Piazzolla si veda la dedica (nelle note di copertina), che qui fedelmente si riporta: "This album is dedicated to my friend Astor Piazzolla whose genius will forever inspire us." - Al Di Meola. L’organico degli esecutori è poi altrettanto eterogeneo e a tutto tondo (nel vero senso della varietà etnica) e conta al bandoneon (una sorta di fisarmonica) il bravissimo Dino Saluzzi, alle percussioni Gumbi Ortiz e Arto Tuncboyaciyan, e alla seconda chitarra Chris Carrington. Il risultato è quindi stato quello di una opera genuina, priva di qualsiasi orpello elettronico, sia nei suoni, nitidi e brillanti, che nelle composizioni, articolate e allo stesso tempo orecchiabili. Una musica acustica concreta e intensa, da godere nota per nota, di livello eccelso nelle esecuzioni e negli arrangiamenti. Non un brano discutibile o superfluo, a partire dalla prima traccia, le cui atmosfere evocative sono state arricchite dai vocalizzi del percussionista turco-armeno Tuncboyaciyan. La seconda traccia “Orient Blue” è una rivisitazione di quella già presente sull’album Passion, grace & fire del 1983, in trio con De Lucia e McLaughlin. A seguire “Tango Suite” di Piazzolla suddivisa in parte I e parte III (inspiegabilmente bypassata la parte II presente invece in solitaria sull’album World sinfonia - Heart of immigrants) per poi giungere alla struggente “Falling grace”, una composizione di Steve Swallow, qui magistralmente interpretata da Saluzzi, il cui strumento sembra dialogare con la chitarra di Di Meola. La traccia successiva è “No Mystery”, il brano a firma di Chick Corea risalente al 1975 che diede il titolo all’omonimo album dei Return To Forever dei quali lo stesso Di Meola era membro, qui riproposta con uno scoppiettante Tuncboyaciyan, insuperabile nel duetto finale. “Lustrine” è invece a firma di Saluzzi che mette in mostra le potenzialità e la versatilità del suo strumento, gradevole oltre ogni aspettativa. L’incisione termina infine con una composizione di Augustin Barrios “La Cathedral” anticipata da “Little Cathedral” di Di Meola che fa da introduzione e trampolino alla traccia conclusiva, nella quale le chitarre di Di Meola e Carrington si rincorrono fino all’intricato e spettacolare finale. Un album quindi, forse non tra i più famosi della produzione del chitarrista, ma a mio avviso uno dei più belli in assoluto, fatto soprattutto per ascoltatori che gradiscono le genuine vibrazioni e risonanze acustiche degli strumenti. |
Al Di Meola: Acoustic guitar Anno: 1991 |