Il potenziale, però, c’era. El Galactico meritava un ascolto dal vivo. Dopo l’esperienza – musicalmente positiva, organizzativamente meno – dell’omonimo festival a Firenze, è arrivata un'altra occasione: l'apertura ufficiale del tour al Sequoie Music Park di Bologna. L’afa si è appena attenuata quando, alle 22 (quasi) spaccate, risuona l’intro di Pesaro, che anche nel disco dà la netta impressione di essere stata scritta apposta per aprire i live del trio. La primissima parte della scaletta, in effetti, è dedicata ai pezzi chiave del nuovo disco, ma la reazione del pubblico, inizialmente, è piuttosto fredda; servono un paio di “singoloni” ("L’arte di lasciar andare", "Spogliami") per risvegliare i fans della band toscana (che meriterebbero peraltro un articolo a sé). A ripensarci, la sensazione è che piazzare i brani nuovi tutti in apertura sia stato un modo per “togliersi il pensiero” e poi passare al divertimento vero. Perché è con il materiale più rodato che il concerto decolla. La scaletta è un mix ben riuscito tra le proposte delle due serate fiorentine, e pesca a piene mani sia dai grandi classici ("La guerra è finita", "Le Rane", proposta nel medley acustico con "Contro il mondo", "La canzone del riformatorio", "Gomma"), sia da brani rispolverati dopo anni di assenza: "Andarsene così" non si sentiva dal 2018, "L’indaco" e "Le vacanze dell’ottantatré" addirittura dal 2010. Ecco, allora, che il pubblico si scalda eccome, partecipando con entusiasmo sia nei momenti più travolgenti ("Lanzarote", "Il liberismo ha i giorni contati") sia in quelli più intimi ("Una storia", "Nessuno", "Sergio"). Apoteosi, poi, quando – un po’ a sorpresa – parte "Nabucodonosor", il pezzo scritto a quattro mani con Niccolò Contessa, stavolta contumace. Non sarebbe un concerto dei Baustelle senza qualche incidente di percorso: Francesco Bianconi appare in difficoltà su "Gli spietati", quasi non l’avesse scritta lui, mentre Rachele Bastreghi, seppure in forma smagliante e sempre pronta ad aizzare la folla, manca un paio di attacchi ("Gomma su tutti"). Incidenti di percorso, dicevamo: chi frequenta i loro live sa che queste imperfezioni fanno parte del pacchetto, e che raramente ne compromettono la godibilità generale. Degne di nota le quasi due ore di concerto (ormai una rarità), ma soprattutto la resa sonora. Al netto di qualche sbilanciamento iniziale – voci troppo in primo piano o, nei pezzi a conduzione femminile, un po’ coperte – l’arrangiamento è curato e funzionale. Via la patina da studio: El Galactico, dal vivo, mostra finalmente la sua anima rock and roll, che contamina anche le canzoni più vecchie dell’ampio repertorio baustelliano. Brani come Nessuno o Le vacanze dell’ottantatré, quindi, ne guadagnano; Andarsene così, invece, perde un po’ della sua delicatezza originale. Dicevamo dei fan dei Baustelle che avrebbero meritato un pezzo a sé: beh, si fa fatica a non analizzare un pubblico sempre eterogeneo, che va dai cinquantenni cresciuti a pane e Virginiana Miller alle ragazze che sprizzano studentessa di Lettere da tutti i pori, passando per un maranza tutto tatuato che sembrava esser capitato lì per caso ed invece era fin troppo carico. C’è un racconto di Alessandro Gori, quando ancora si faceva chiamare Lo Sgargabonzi, chiamato Baustellemania: descrive ironicamente - ma non va tanto lontano dalla realtà - i fan del complesso di Montepulciano, sempre impegnati tra l’agiografia di Francesco Bianconi e l’analisi di ogni virgola dei suoi testi. Ecco: all’uscita, dopo le ultime note di "Charlie fa surf", sembrava di essere lì dentro. Quel che è certo, però, è che tutti sembrano essersi divertiti.
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Rachele Bastreghi: Voce, synth, piano elettrico, clavinet, organo e percussioni. Francesco Bianconi: Voce, chitarre, synth e organo Claudio Brasini: Chitarre Data: 24/06/2025
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