Mi piace molto pensare che la cultura (ed in particolare quella espressa con il il teatro) non finisce mai di esplorare l'universo femminile.
Anche Giorni infelici, sul palco del Teatro Le Maschere dal 26 al 29 giugno, rientra in questo inesauribile filone. Nello spettacolo Sabrina Scuccimarra interpreta Donna, protagonista di una giornata "al femminile" dove le abitudini, i clichè, gli stereotipi, sono il quotidiano da cui è difficile affrancarsi. Tutto procede in questa normalità (semi-vita come definita dalla protagonista) un po' noiosa, ma confortevole, fino a quando, l'arrivo di una "vicina" stravolge questa esistenza "da copione". Evidente il richiamo all'opera Giorni felici di Becket, anche se, già il titolo, in qualche modo ne prende le distanze. Infatti, Winnie, la protagonista del capolavoro dello scrittore irlandese, è felice della sua esistenza (seppure immobile perchè immersa nella sabbia) nonostante quanto possa capitare, fino ad affermare, senza ombra di dubbio, che quello sarà sicuramente un altro "giorno felice". Anche in Giorni infelici ritroviamo l'immobilità fisica del personaggio (quasi sommersa da una montagna di carte), ma qui Donna prende coscienza della sua esistenza, fino al punto di doverne parlare con qualcuno quasi in una esternazione catartica della propria condizione. Trama che a prima vista potrebbe sembrare scontata, ma che nel dipanarsi e soprattutto nel finale a sorpresa, rivela tutta la sua originalità. Nonostante la quasi immobilità fisica, Sabrina Scuccimarra è travolgente nella sua interpretazione. Abilmente riesce a variare il tono ed il timbro della voce ogni volta che si rivolge agli immaginari personaggi con cui dialoga nel corso della rappresentazione. Viso estremamente espressivo che riflette ogni sensazione ed emozione, coinvolgendo lo spettatore in questo continuo turbinio di pensieri e riflessioni sulla propria esistenza. Il sapiente gioco di luci rimarca i momenti salienti della trama scandendo anche l'alternarsi del giorno e della notte. Gradevole il sottofondo musicale. Uno spettacolo a cui fa piacere assistere, fa ridere, fa riflettere, coinvolge lasciando comunque un senso di leggerezza. Mai volgare neanche quando affronta il tema della sessualità. Peccato che la frizzantezza della prima parte si perda un po' nel proseguo della rappresentazione, calando leggermente nel finale. Spettacolo assolutamente consigliato al pubblico femminile (per riflettere sulla propria condizione!) ed a quello maschile (per cercare di capire cose pensano le donne?) ma soprattutto per immergersi in un'ora di sana cultura. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 26 maggio 2022. |
Giorni infelici |