Uno stupendo modo di elevare lo spirito e portarlo alla fonte di una perdizione/redenzione che ti rimane attaccata addosso come un profumo di amore infinito.
Ovvero la celestialità sottoforma di disco che è poi l’assoluta protagonista del disco solista di Grant-Lee Phillips, l’artista americano ma dal sangue “nativo d’America” che dopo due decadi con i suoi sodali Grant-Lee Buffalo prende la voglia di dire qualcosa da solo, e lo fa con una chitarra, poca luce e una profondissima anima pulita che ci fa sentire piccoli piccoli, una nullità di fronte al suo immaginifico candore sciamanico.
“Walking in the garden corn” racconta e seduce per le sue storie cariche di fantasmi, uomini, cose e sogni dei nativi americani, le loro visioni angolari e profonde, un mistico insieme di poesia asciutta che ha l’oscuro come punto di fusione del tutto, tutte le sfumature della notte per un incontro con l’ascolto raffinato e atmosferico, straordinariamente suggestivo; lontani e vellutati echi di Springsteen e Vedder salgono di tanto in tanto come nebbie tra la tracklist, ma è nell’insieme dei particolari che il disco acquista “saggezza indio” per una interpretazione presente e sospesa, una vera forza lenitiva per serate in cui cacciare lo stress di una giornata è pensiero prioritario. L’artista californiano canta e suona di gesta memorabili, di sensazioni trasportate nell’epoca moderna e di ricordi della vita dei suoi avi delle praterie, ballate lounge e - in un certo qual modo – naturalistiche, arrivano dal silenzio e ripartono nel silenzio, tenere come “Buffalo hearts”, “Great horned owl”, piene di respiri selvaggi e di libertà “The straighten outer”, solitarie e fragili “Silent arrow”, “Bound to this world” o caracollanti come una vecchia diligenza per Tulsa “Walking in the green corn”, tracce stupendamente ispirate che eleggono il disco ad un senso nobile di ascolto, un bel viaggio a ritroso nelle nostre immaginazioni da ragazzi, quando il West era terra di conquista e pieno di bisonti in corsa, quando tifavamo per gli indiani contro le giacche blu della cattiveria. Eccellenza e Augh! 80/100
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Grant-Lee Phillips: Voce, chitarra, pianoforte Anno: 2012 |