L’ufficializzazione sonora per i mantovani Quarter Past One è arrivata a compimento, e Blue rappresenta – o potrebbe – rappresentare lo sdoganamento agognato dai gironi dell’underground per salire un gradino più in su oltre la media dell’emergenza; in tutta onestà le prerogative girano buone e collaudate, il motore rock che vibra lungo la tracklist ha superato il worm-up di prassi e tutto sembra interprete di una espressione elettrica sanguigna preparata per consegnarsi alle masse fumiganti in attesa di buono. Dieci tracce che piantano gli ascolti nell’Inghilterra trasversale come nell’America sospesa, sentimenti e profili che debuttano con passione e voglia di esserci, anche con una certa indipendenza stilistica anche se poi – drizzando bene le antenne – il panteismo ispiratore dei The Kooks e The Strokes fa la sua parte ma tutto nella norma e nella leggerezza di un “prestito” naturale che non avrebbe modo di non esistere altrimenti (della serie nessuno inventa niente); il terzetto dei QPO liquida un disco scorrevole e al seltz, variegato, tenuto insieme dalla bella voce di Diego Sabatino che è poi il vero marchio di fabbrica di tutto senza disconoscere il timbro personale chitarristico di Castagnoli e il pellame battuto di Caiazzo, una triade che funziona a dovere e che si distingue eccellentemente dalle altre miriadi di rock band e che “suona differente” per essere underground, per essere ancora al palo della notorietà allargata.Un disco di alchimia, disillusione ed esperienza, decisamente abile a inchiodare l’attenzione e di aggirarsi a quel panteismo di cui sopra con un fare personalissimo, con le carte in regola ed il giusto pedigree di chi trae lezioni e non incolla copiando le passioni, e tutto questo poi si sente qua dentro, in questo cerchio di plastica che rimanda note catchy alla Supergrass “The Candle And The Sun”, la titletrack, “The Turning Point”, la fugacità di una ballata smaliziata e rincuorante “The Solution”, l’atmosfera open- easy “The Storm” per arrivare alla Gallagheriana “At Dawn/The Day After”, sintomo e guarigione di un vezzo che non tentenna nella sua dorata fondamentalità. Blue è un bel lavoro discografico, un bel carico di leccornie sonanti che non annoiano mai, anzi acchiappa l’attenzione in un lap immediato e tiene compagnia per ore e ore, che chiedere di più a un disco indie-rock? 85/100
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Diego Sabatino: Voce, chitarra Anno: 2012 |
Diego Sabatino Voce/Chitarra
Alessandro Castagnoli Chitarra
Giorgio Caiazzo Batteria