Ancora una scossa elettrica dalla Sardegna dell’Ovest, ancora un temporale di ampere pronto a colonizzare migliaia di woofer e lettori stereo, sono gli Almost Done For con il loro disco “Waiting for the Heroes”, formazione dedita alle sacralità dell’hard rock old since e delle impennate street/hard-blues nelle quali introducono fermenti e stilemi che ben si discostano dal marasma sonoro contemporaneo. La portata sonica è di livello, un piccolo disco che ha la capacità di inchiodare l’ascoltatore al centro di una buona esperienza sonica, tenace nelle timbriche rievocative e ottimamente “sguagliato/sbavato” come tradizione vuole senza mai aderire a calcomania con le “santità ispiratrici” che fanno Maudit Bible in tutta la tracklist. E per l’appunto è innegabile che band e dettagli come Guns’N’Roses, Aerosmith, Cult, Rush anni 70/80 che fanno libidine e trasgressione, tracce impalpabili di Zeppelin e micce innescate da Armoreid Saint siano perfetti coinquilini di questa tracklist ad alto tasso Heavy e gli ADF riescono a convincere nonostante l’apparentamento – personalizzato – ma tangibile ad orecchio e ciò può essere il segno di una sostanziale dimensione “di rinascita” che guarda indietro senza inerpicarsi in fandonie e sperimentalismi che portano solamente ad un riempiticcio senza senso, mentre se si ficca la testa qui dentro la forza e la visceralità del big sound suonerà come un cazzotto in fronte di energia allo stato puro. Si, è vero, potrebbe più che altro apparire come un disco di reminescenze da afferrare dal ricordo – se uno ci si mette di puntiglio - ma se si percepisce “l’estrazione culturale” e la chimica elettrica che trasudano da queste “melodie nervose” e tutta un’altra cosa, specie se si intercetta il dirigibile per eccellenza che vola in “Social Vaseline”, si scivola nell’eccelsa deriva Buckleyana “Shards”, magari presi da una insana voglia di passeggiare lungo le strade della Boston dei Toxic Twin “Curtain Fall” o, perché no, infoiati da un voglia pazzesca di carribean reggae tanto da tuffarsi dondolando nel centro fumoso di “Almost reggae”; tutto è certificato al meglio dei modi, un disco questo del quintetto sardo che offre quella ottimale dimensione di sfumature e amplificatori aperti al massimo che, anche non scoprendo nulla, raggiunge il centro focale delle emozioni della parte di chi ci mette l’orecchio. 70/100
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Stefano Langasco: Chitarra Andrea Carena: Chitarra Danilo Lutzoni: Voce Andrea “Pirichitto” Piras: Basso Sergio Intelisano: Batteria Anno: 2012 Tracklist: |