L’artista è qui in circolazione con il nuovo disco omonimo della sua saga soffice come un batuffolo di lana e mai fredda come si potrebbe credere data la provenienza, un insieme di tracce e di vapori diradati e sempre in accumulo che rendono una schiettezza d’ascolto praticamente come appena alzati scossi da una arietta pulita, vergine e frizzante. Mondegreen, nel suo ambito quieto e sensuale che avvita pop dreaming e lontanissime ragnatele folk, pare ricoprire un ruolo fondamentale tra le organiche virtù preponderanti che esercitano una “levitazione” uditiva che si potrebbe frapporre bene e tranquillamente - anche come anello di congiunzione – tra Garfunkel e Saint Etienne passando per il conterraneo Joel Alme, una leggerezza (da non fraintendere) liquida, gassosa e appunto vaporosa che stratifica una tracklist stupenda quanto immaginifica, tutto sembra non toccare terra ma un viaggiare a mezz’aria di una spiritualità laica e di una tenerezza che senza dubbio traccia un livello di scoperta da tenere conto in un futuro prossimo, magari cominciando già da il domani; qui alla conferma del terzo disco, l’artista svedese richiama le soffici suonerie degli anni 60/70 e li trascrive in nuvole di umori e suoni, in ballate in punta di piedi “Castway”, “The heart is a muscle”, “Keeper of secrets”, sulle ali di una spensieratezza timida “Come Tomorrow”, “Tears all lover town” o al punto centrale di sensazioni visionarie oltre i sogni mai disegnati di un folk in costante evoluzione “You make it easy”. Passi felpati e ottima musica per pomeriggi invernali, ed un nuovo poeta scribacchino alternativo che dalla fredda Norvegia si appresta a portare un carico di buone nuove sotto, nell’Europa del Sud. 70/100
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Dylan Mondegreen: Voce, chitarra e piano Anno: 2012 Tracklist: |