Per chi gli sta intorno tutti i giorni è Borge Sildes, per il mondo della musica è il cantautore norvegese Dylan Mondegreen, l’autore, il musico che incentra la sua musica su trame sonore caratterizzate da una sottilissima eleganza briosa pur trattando di sconfitte e amori dilanianti come pochi, musica come uno specchio appannato su cui scrivere con un dito tutto quello che passa per la testa in momenti lucidi solamente di lucciconi agli occhi.
L’artista è qui in circolazione con il nuovo disco omonimo della sua saga soffice come un batuffolo di lana e mai fredda come si potrebbe credere data la provenienza, un insieme di tracce e di vapori diradati e sempre in accumulo che rendono una schiettezza d’ascolto praticamente come appena alzati scossi da una arietta pulita, vergine e frizzante. Mondegreen, nel suo ambito quieto e sensuale che avvita pop dreaming e lontanissime ragnatele folk, pare ricoprire un ruolo fondamentale tra le organiche virtù preponderanti che esercitano una “levitazione” uditiva che si potrebbe frapporre bene e tranquillamente - anche come anello di congiunzione – tra Garfunkel e Saint Etienne passando per il conterraneo Joel Alme, una leggerezza (da non fraintendere) liquida, gassosa e appunto vaporosa che stratifica una tracklist stupenda quanto immaginifica, tutto sembra non toccare terra ma un viaggiare a mezz’aria di una spiritualità laica e di una tenerezza che senza dubbio traccia un livello di scoperta da tenere conto in un futuro prossimo, magari cominciando già da il domani; qui alla conferma del terzo disco, l’artista svedese richiama le soffici suonerie degli anni 60/70 e li trascrive in nuvole di umori e suoni, in ballate in punta di piedi “Castway”, “The heart is a muscle”, “Keeper of secrets”, sulle ali di una spensieratezza timida “Come Tomorrow”, “Tears all lover town” o al punto centrale di sensazioni visionarie oltre i sogni mai disegnati di un folk in costante evoluzione “You make it easy”. Passi felpati e ottima musica per pomeriggi invernali, ed un nuovo poeta scribacchino alternativo che dalla fredda Norvegia si appresta a portare un carico di buone nuove sotto, nell’Europa del Sud. 70/100
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Dylan Mondegreen: Voce, chitarra e piano Anno: 2012 Tracklist: |