Dopo la breve “Intro”, che suona di mare e di tastiere progressive, l’apertura propriamente detta è affidata alla ritmata “Coast of the Caribbean”, arricchita da un coro in avvio ed abbastanza legata agli insegnamenti di “Piece of Mind” degli Iron Maiden; sulla cadenzata “Timeless Dreams”, sabbathiana di epoca Dio, dal testo molto personale, figura un intermezzo con una voce recitata. Si continua con la trascinante “The Return of Captain Woodhead” e con “My Friend, the Slave”, molto simbolica, cantata insieme ad una doppia voce, in cui riscontriamo nuovi echi maideniani, con l’aggiunta di una parte lenta acustica e di tastiere addizionali. La travolgente “Pirate's Island” sfrutta un duetto di chitarre, mente l’anticonvenzionale “We Declare” poggia su un’alternanza di parti lente e veloci. Si chiude con “Another Empty Bottle”, brano personale, lento e doom in una prima fase, più veloce di stampo maideniano in seguito, prima di arrivare ad una conclusione dotata di effetti che ricordano i Goblin. Il disco, che dura poco più di mezz’ora, presenta varie influenze, ben equilibrate con gusto ed intelligenza, dosando in modo attento velocità e melodia, grazie ad assoli elaborati e ad una ritmica possente: consigliamo questo buon lavoro, pertanto, non solo agli appassionati di classic metal, ma anche ai pochi cultori di musica suonata con il cuore e con la dovuta professionalità, caratteristiche sempre più assenti dal mercato discografico odierno, assetato di denaro anziché fornitore di qualità. 80/100
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Andy Brevi: Voce Anno: 2009 |