Tecnica: Insieme delle norma su cui si basa l'esercizio di un'attività intellettuale o manuale e la loro applicazione.
Dietro la tecnica si nascondono moltissime incognite. L'agente (il musicista in questo caso) può sfruttare la tecnica o per stupire chi osserva/ascolta o perchè richiesto dall'operazione o perchè il suo cervello è ormai impostato a ragionare in termini virtuosistici. Sulla base di questi dati, possiamo chiederci se la svolta progressiva dei Rush sia stata una mera dimostrazione di tecnica o una dimostrazione fondata sulla tecnica. Con Hemispheres la band canadese non raggiunge il suo vertice artistico, cosa che avverrà con Moving Pictures, ma elabora nella maniera più semplice possibile una sintesi di quelli che sono i perni del sound Rush: un palese sfondo hard-rock, figlio di Led Zeppelin e Black Sabbath, ed una vena progressiva, riconducibile in parte alla Scuola di Canterbury, in parte ai Genesis. La suite d'apertura, Cygnus X-I Book II - Hemispheres, è una caleidoscopica cavalcata elettrica, un dilagare di riff, frammenti acustici e atmosfere dilatate, che travolgono l'ascoltatore nel loro folle susseguirsi. La matrice hard-rock emerge con prepotenza in "Circumstances", il quale, oltre che essere il pezzo più aggressivo, è anche il capitolo più breve e concreto dell'opera, nonchè quello meno riuscito. Se il primo emisfero è affascinante e coinvolgente, il secondo è seduttivo e ammaliante. "The Trees" nasce come finta ballata ascustica, ma evolve nel classico trionfo elettrico dei Rush, senza, però, tralasciare la ricercatezza delle melodie vocali e degli arrangiamenti, che qui si presentano con la veste migliore. Ciò, tuttavia, non è altro che un preludio (magnifico) a quello che sta per venire. La perfezione stilistica è, infatti, ottenuta nell'ultimo brano, "La Villa Strangiato", in cui virtuosismo e gusto melodico si coniugano perfettamente in una serie di intrecci strumentali che non fanno rimpiangere il mancato apporto vocale di Lee. Questo brano è, ad opinione di che scrive, il vertice più alto mai raggiunto dal trio, dal momento che più di ogni altra loro composizione riesce nell'intento di congiungere i due "emisferi" sonori in cui l'anima della band è divisa. Questa è l'essenza dei Rush, un flusso inarrestabile capace di addentrarsi nei cunicoli più tortuosi e impervi, ma anche di scorrere tranquillamente lasciandosi abbandonare ai romanticismi più effimeri. Inserire il voto in centesimi, ad es: 70/100
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Geddy Lee: Bass, Vocal & Keyboards Anno: Inserire Anno di Pubblicazione |