Night Keeper è il terzo lavoro dei Screaming Shadows, gruppo heavy metal con influenze power progressive.
La prima traccia “Holy Knights” è già una carta di presentazione dell’intero platter. Un ritmo oltre i 140 di bpm, chitarre che alternano power chord e assoli boosterizzati al massimo. La voce del cantante Girardi fin da subito declina le sue inferenze neoclassiche ma non si libera di una certa maniera che poi nella parte restante del CD talora sfocia in vero manierismo di genere. La track seguente “Planet X” presenta il solito sostrato power anche se la sezione drumming è già più autonoma a tracciare propri spazi. Le progressioni armoniche rientrano nel gusto modale e si offrono come strato fertile all’assolo di chitarra. Ad un certo punto lo scenario cambia con un inframmezzo di arabeschi classicheggianti eseguiti con chitarre acustiche in overdub. E’ bello crogiolarsi in questa oasi di cadenze medioevaleggianti, l’aria è tersa e tranquilla fin quando il cantato e due piste di chitarra elettrica all’unisono riaprono le danze heavy. Poi il pezzo finisce. In “Midnight” si nota un ideale sincrono di intenti da parte di tutti i componenti della band: Sicuri sono i fraseggi di chitarra che sembrano poi planare su sicure armonie di supporto,con la voce di Gerardi che di muove tra virtuosismi e ampie oscillazioni di registro. Discorso analogo per “Who Dare Wins”, più melodica e propriamente heavy, mentre in “The Dawn Of Time” la band raggiunge non solo apici di bpm ma anche di intesa, gli unisoni nella parte centrale risultano studiati interludi che poi rilanciano il pezzo che, fino alla fine, non tradisce una sua precisa natura prog. Notevoli le emulazioni di Girardi che richiamano le più consolidate tipologie canore del genere. Con “Angel Of Darkness” sembra di risentire le aree elisabettiane e naif tipiche della tradizione progressive anni ’70. Con “Free Again“ ritorna la frenesia del metal, i power tirano i nervi fino a sotto gli strati dove risiede la rabbia. “Lord Of The Sea” è piena di ambientazioni dark dove una certa umoralità la fa da padrona. “Wild Horses” conclude il cd non smentendo le premesse della prima traccia. Gli Screaming Shadows suonano bene, non v’è dubbio, ma non paiono molto innovativi, Preferiscono piuttosto ribadire i moduli e l’estetica del genere heavy. Lo si nota già nell’immagine stampata sulla cover. Colpisce quel mostro tentacolare che sembra voler afferrare il mondo con una presa mortale. Scarica la sua massa e tutta la sua violenza tra simbologie metal che hanno ormai del trito, colori che oscillano tra il nero e il grigio, forse non sono né l’uno né l’altro, sì cromature di nero grigio, all’insegna del politically correct. E intanto gli strati di polvere sono sempre più densi fino a complicare tutta una geologia dell’ heavy metal malata di ripetizione fino all’ipertrofia. Insomma con dodici tracce di heavy metal che centrifuga molto di vecchio e poco di nuovo, gli Screaming Shadows entrano a pieno diritto nelle grandi chiostre del manierismo di genere. Corse fulmicotoniche sulle chitarre, accordi boosterizzati, basso e batteria a rincorrere tempi sempre più veloci. Si sente in bisogno di qualcosa di più. Forse mi sbaglio, che ne so, di questi tempi poi ! Non è facile cercare. Mah ! cercherò mica l’eurosuono? Mi dice sempre una amico che non sta da nessuna parte, pensa tu se cercassi il geosuono. Non so che cosa voglio; forse non voglio quel che so e voglio quel che non so. Sono incontentabile. 60/100
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Francesco Marras: Chitarre Anno: 2011 |