Zappismo? Gongismo? Soft Machinismo? Direi che i belgi The Wrong Object, sulle loro influenze, hanno le idee abbastanza chiare. Il canovaccio è quella linea, o più linee, che unisce (ma anche separa, re – inventa e squarta) il jazz al rock. Detto così sembrerebbe dire: “…niente di nuovo sul fronte occidentale…”. ed infatti è vero. Spunti, però, su questo “stories from the shed” ce ne sarebbero anche. Come il minimo esiste un tentativo di dialogo tra le varie componenti che caratterizzano l’atmosfera musicale. Dalle armonie quasi balcaniche della canzone d’apertura “SONIC RIOT…” alla confusione acida di “MALIGN SIESTA”. Interessante e decisamente situazionista, la “calma vigilata” di “RIPPLING STONES”. Certamente dove prende piede la sperimentazione pura e quando ha la meglio sulla componente jazz (per la verità, un po’ magniloquente e bolsa) il discorso del The Wrong Object diviene piuttosto interessante. Chissà (e viene da chiederselo ascoltando il disco) se nei loro passaggi musicali, siano mai incappati nell’ascolto dei nostrani ed impareggiabili AREA, perché proprio in “STRANGLER FIG” si direbbe proprio di si, se non fosse poi che la suite si perde in una accozzaglia di sbrodolamenti swing, punto debole del disco. Altro punto debole è che “Stories from the shed” da l’idea di un “coitus interruptus”. Non esplode, non implode, non si sviluppa adeguatamente. Pare quasi esista una paura nella scrittura dei brani. Gran parte dei pezzi non supera i tre minuti e mezzo (che è la lunghezza di un brano pop radiofonico) e ciò influisce sulla opportunità del messaggio dell’ensemble. Terrificante e maledettamente sorpassato il suono del chitarrista e compositore principe dei The Wrong Object, Michelle Delville, che sembra essere rimasto non decisamente aggiornato con la sua pedaliera degli effetti. Questo influisce negativamente in generale sull’ambiente del disco, dove però spiccano l’ottimo tenor sax, Fred Del Planco (grande esecuzione in “THE UNBELIEVABLE TRUTH pt.1) ed il bassista DAMIEN POLARD che ottimamente si comporta nella notturna e magmatica “WAVES AND RADIATIONS”. Il disco raggiunge la sufficienza ma risulta scollegato. I The Wrong Object devono crescere ed osare per poter fare crescere le loro visioni e renderle appetibili e plausibili e creare l’esatta sintesi di esse. 60/100
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Michel Delville: Chitarra, elettronica Anno: 2008 |