Che piacere andare a Parigi, fare un bel giro tra negozi di dischi, chiedere info sugli FFF, amatissimo gruppo locale di funk-rock, ed apprendere che i quattro non soltanto si sono riformati dopo quasi 5 lustri di oblio, ma hanno dato alle stampe un album nel 2023 (e un singolo inedito l'anno successivo, di cui si parlerà alla fine del presente articolo).
La Fédération Française de Fonck, riformatasi intorno al 2017 per alcuni concerti, si riaffaccia sul mercato discografico soltanto 6 anni dopo con un album fresco ed avvincente. Marco Prince ha dichiarato alla stampa che c'è voluto così tanto tempo per tirare fuori nuovi pezzi perchè, "Dopo un po', per avere cose da dire, temi da evocare, melodie da distorcere e far suonare, devi avere una vita che ne consegue. Se avessimo continuato a parlare delle nostre vite del passato, avremmo finito per fare canzoni sui flight case, tour bus e backstage (.) Ci sono 5-6 anni, nel corso dei quali abbiamo fatto qualche concerto che ha riacceso la fiamma. Siamo andati in tour con le nostre vecchie canzoni e abbiamo visto che stavamo piacendo ad un pubblico giovane, in particolare nei festival più importanti". Gli ha fatto eco il chitarrista Yarol Poupaud, secondo cui "Nel 2023 i pianeti si sono allineati con canzoni che ci sono cadute addosso". Morale: i tipi hanno hanno ancora idee e rimangono fedeli al substrato sonoro delle origini, capaci, come sono, di coniugare con rara efficacia pop, rock e funk. Il loro quinto album attinge copiosamente da sonorità ed esperienze piuttosto etoregenee, come da rigorosa tradizione tripla F: si va dagli echi beatlesiani di "Je pars", quantomeno nell'incipit iniziale, alle asperità spigolose di "I’m there", che pare ostentare la presenza del Lenny Kravitz più sferzante, passando per il sinfonismo dansereccio di "Death on the dance FFFloor", che subisce chiaramente l'ascendente dei Jamiroquai più malinconici, o per le suggestioni oniriche della ballata "Must let you go", frutto di abili commistioni tra archi magnetici e ritmi mai scontati. E un brano debole come "Love train", unico neo dell'intera fatica discografica, con i suoi cori fin troppo prevedibili, è compensato dalla presenza delle caotiche distorsioni di "All right", forse l'episodio più energico dell'intera fatica discografica. Il gruppo, in ogni caso, non è rimasto fermo al 2023: in occasione del "Disqauire Day 2024" (fa sempre piacere imbattersi nella esasperata vocazione nazionalista del popolo francese sul piano linguistico: l'espressione è la traduzione in lingua madre della nota sigla anglofona "Record Store Day"), esce in tiratura limitata il singolo "Keep On", francamente un tantino spiazzante, con le sue sonorità anni '80 (la traccia - parte integrante della loro scaletta dal vivo, mai pubblicata fino ad oggi in una versione in studio - appare non troppo dissimile da "Italodisco", dei nostrani The Kolors). Molto meglio "Monkee", a modesto parere di chi scrive, puntuale b-side inedita dal sapore rivoluzionario, in bilico tra anarchia post grunge e libera sonorità di frontiera americana.
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Marco Prince (chant et trombone) Nicolas «Niktus» Baby (basse et samples) Yarol Poupaud (guitares) Christian «Krishoo» Monthieux (batterie) guest Philippe «Félix» Niel (claviers)
Anno: 2023 Genere: funk, rock, Label: Verycords
traclist Les magazines On devient FFFou Tout ce qu’on FFFait Smile Je pars All right Must let you go I’m there Love train Death on the dance FFFloor
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