Più psichedelica e di stampo frusciantesco la sei corde in “For An If”, dove la ritmica coadiuvata da un basso essenziale e pieno di groove sorregge alla grande la batteria precisa e minimale, dove è ancora un refrain infiocchettato perfettamente a fare la differenza. In “Siren’s Song” è la fisarmonica il valore aggiunto in fase di arricchimento, mentre nella più languida “Last Thing” si apprezzano molto i raddoppi vocali e la base minimale; “Circle” si propone quasi funky e forse stona un po’ nel contesto, ma già con la successiva e cupa “Tresspass” si riassestano al meglio le cose, chiudendo in maniera ottimale la prima parte del disco. Si riparte ancora con dei ritmi gitani in “The Spider”, mentre è di stampo chiaramente rock “New Attack”, dove il cantato si fa aggressivo e Luca pare fare il verso nelle strofe a Jim Kerr dei Simple Minds. Chiudono il lotto “Missing The Frog” e “Fliyng Over”. La prima gode di una strofa dolce e suadente dove si percepisce anche un certo senso di malinconia nei solchi per quella che è a tutti gli effetti l’unica ballata del disco, la seconda invece in poco più di tre minuti conclude questa opera senza risultare però niente di sensazionale, nonostante estratti di beat negli arrangiamenti di chitarra ed ancora una trascinante fisarmonica, strumento che funge all’interno di Pineland come vero è proprio collante tra le canzoni, donando quasi un filo di continuità sonora apprezzabilissimo. In definitiva i The Gosh, con questo disco si propongono al pubblico con un’acquerello di suoni e visioni a tratti esaltante, dove le emozioni si lasciano andare come l’acqua scorre in maniera fluida sul fiume, per poi defluire nel mare delle nostre orecchie. Complimenti. 80/100
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Luca: Voce, tastiere, fisarmonica e squeeze box Anno: 2008 Sul web: |