Si giustifica con "impegni presi in precedenza".
Dopo oltre un mese dall'assegnazione del Nobel per la letteratura, Bob Dylan ha comunicato all'Accademia di Stoccolma che non presenzierà alla cerimonia del 10 dicembre e dunque non potrà ritirare il premio di persona a causa di "impegni presi in precedenza".
Lo ha reso noto qualche giorno fai l'Accademia svedese, aggiungendo laconicamente di augurarsi che Dylan possa comunque, entro sei mesi, dare la Nobel Lecture.
Stando a quanto riferisce l'Accademia, l'artista è dispiaciuto di non poter partecipare e "ha sottolineato di essere molto onorato per il riconoscimento".
L'Accademia di Svezia rispetta la decisione di Dylan, anche se il fatto che un premiato accetti il Nobel e poi non si rechi a Stoccolma senza ragioni di forza maggiore è un evento molto raro.
In passato, dietro l'assenza dei protagonisti, c'erano impedimenti reali ed oggettivi.
Ad esempio la birmana Aung San Suu Kyi (1991) e il cinese Liu Xiaobo (2010), premiati con il Nobel per la pace per il loro impegno a difesa dei diritti umani:
per loro fu impossibile ritirare l’onorificenza perché rinchiusi in carcere dai regimi dei loro Paesi.
Altri casi di mancato ritiro sono dipesi da motivi di salute o di età avanzata.
Vedasi Doris Lessing, nel 2007 (molto anziana), Harold Pinter, nel 2005, perché gravemente malato e Elfriede Jelinek (2004) a causa di una sindrome che le impediva di
comparire in pubblico.
In tutto questo, la decisione di Dylan - premiato con il Nobel per essere stato capace "di creare una nuova espressione poetica nella grande tradizione della canzone americana" - è perfettamente coerente con le scelte di un uomo che ha deciso di essere sempre in tour anche per non lasciarsi 'cristallizzare', per continuare a sentirsi libero nel mondo come un perfetto sconosciuto.
Leggi qui il nostro commento relativo al Nobel assegnato a Bob Dylan.