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Mario Conte: ecco il video di Harmonic Field #1


Harmonic Field #1" è il primo video estratto da OVERTONES, l'esordio in solitario in uscita a Giugno per Zoff82

Le immagini - a cura di Davide Tosco, tratte dal cortometraggio "Evasi" diretto dal regista Franco Piavoli - sono uno spaccato visionario che ancora oggi suscita scalpore per la sua dirompente modernità.



Harmonic Field #1

Tratto dal cortometraggio 'Evasi' (1964)
Sceneggiatura, regia, fotografia, montaggio e suono: Franco Piavoli
Interpreti: non professionisti
Italia, 1964, 12' 8mm BN


Note del curatore
Evasi stupisce subito per l'intensità di uno sguardo nuovo.
Un film breve e datato (1964) che rivela un atteggiamento di rottura.

A sessant'anni da questa ricerca visiva nel mondo del tifo calcistico, Evasi ci offre una percezione anomala. Qui spettatore e attore si confondono, il campo da gioco sono gli spalti dove il pubblico è in scena, senza che l'oggetto del tifo stesso venga mai mostrato. Ci troviamo in un terreno ambiguo e surreale proprio per la mancanza di un controcampo visivo. Questo dettaglio rende l'opera concettuale, una pellicola che è resoconto etnografico e film d'arte insieme.

Piavoli è regista visionario che ha saputo, negli anni, mostrare mondi altri, sempre con una prospettiva personale e una sensibilità attenta ai dettagli, agli attimi sospesi e all'evocazione (o forse alla celebrazione?) della natura, non solo umana.

Anche nel documentare Piavoli inscena, agisce rilevando la sua presenza senza che questa appesantisca la rappresentazione; costruisce con nulla, accoglie e rivela. Essenze, attimi impercettibili come frammenti di un mosaico-evento dove la banalità del racconto è funzionale a rendercene partecipi e ad immergerci.

Non più spettatori ma attori nella visione. Un neorealismo popolare - senza lo 'sfarzo' dei grandi maestri del cinema italiano - una scrittura silenziosa, in ascolto, un'attenzione al sonoro e il suo utilizzo calibrato, consapevole. Queste gli elementi di un autorialità che ancor oggi suscita scalpore proprio per la sua dirompente modernità.

Davide Tosco

 


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