Può una band italiana rileggere la grande stagione del prog anni ’70 suonando solo viola, flauto, violino e violoncello e risultare, oltre che credibile, eccezionalmente intensa e divertente? Sì, se questa band è il poliedrico GnuQuartet, l’ensemble di musicisti che ha caratterizzato con il proprio suono in bilico fra classica, jazz e rock tante produzioni musicali italiane degli ultimi anni e ora dà vita a “Karma – GnuQuartet in Prog”. |
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Un disco che si è meritato gli apprezzamenti di Steve Hackett, nel quale i quattro musicisti, smessi i panni di comprimari nei dischi di altri artisti, si avventurano in un viaggio del tutto personale e spericolato fra alcuni degli episodi più belli della musica rock-progressiva dei ’70 avvalendosi dell’ausilio di ospiti internazionali di culto: da Paul WhiteHead (autore delle copertine dei dischi dei Genesis e anche di quella di “Karma“) a Durga Mc Broom-Hudson (vocalist dei Pink Floyd e autrice del celebre solo vocale di “The Great Gig in the Sky” anche nella versione GnuQuartet) e Andrea Maddalone dei New Trolls. |