Home News news Fabio Cinti: tra i nominati per il Premio Amnesty International Italia 2014


Fabio Cinti è tra gli artisti nominati per il Premio Amnesty International Italia 2014, il premio nato dalla volontà della Sezione Italiana di Amnesty International e del concorso "Voci per la Libertà" con lo scopo di coinvolgere artisti già affermati a livello nazionale che abbiano pubblicato una canzone il cui testo possa contribuire alla sensibilizzazione sulla difesa dei Diritti Umani.

"Dicono di Noi" lancia un messaggio universale scritto in risposta alle dichiarazioni dell’ex pontefice  Benedetto XVI in cui le coppie omosessuali venivano considerate “una minaccia per la pace” e racconta  la vera entità dell’amore,  che va al di là del sesso,  e che si esplicita nella cura reciproca.

Sul suo canale youtube è uscito, ad ottobre, il videoclip di "Dicono di noi" (http://www.youtube.com/watch?v=ZqNro2mi-Tg)  scritto e girato da Cinti, un esperimento in cui Fabio si è cimentato, e un supporto al brano particolarmente significativo. Il messaggio lanciato è chiaro e espresso esplicitamente attraverso il girato: la Chiesa e secoli di pregiudizi, impersonati da un cardinale di rosso vestito, cercano di ostacolare l’amore tra persone dello stesso sesso. Senza successo però: alla fine infatti è il sentimento a vincere, unica forza universale che va al di sopra di ogni cosa.


A seguire il testo di "Dicono di Noi". Il brano è contenuto nell'ultimo lavoro "Madame Ugo" uscito il 15 ottobre per Mescal (distr. Self).

Dicono di noi

(Testo e Musica di Fabio Cinti)

 

Dicono che siamo la guerra

ma io combatterò solo le tue lacrime.

Dicono che siamo discordia

ma non li farò avvicinare

perché hanno l'odio nel petto.

Dicono che siamo contro natura

eppure i tuoi occhi somigliano tanto alle stelle,

alla luce dei fiori, alla tigre, agli uragani.

 

Parlano di noi come della peste

ma non ti lascerò toccare da loro

perché non conoscono la tua purezza.

Ci hanno uccisi, derisi, assassinati,

bruciati, confinati, ci hanno voltato le spalle

eppure tu conservi lo splendore delle onde.

E sarà che non c'è notte per loro

senza tormento

perché hanno gli occhi spenti.

 

Vorrei sulle tue ciglia,

come i surfisti nei giorni di vento,

volare.

 

Non siamo padri ma siamo figli

e siamo, l'uno per l'altro,

l'indispensabile tenerezza di un abbraccio

e non moriremo mai,

perché la bellezza e la verità

tengono in vita

per l'eternità.

 

Parlano così di noi perché non hanno figli,

parlano così di noi perché non siamo i loro figli.

 

E mi domando perché

e mi sbaglio.

Siamo liberi:

questo li distrugge.

 

Vorrei sulle tue ciglia,

come i surfisti nei giorni di vento,

volare.


 


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