Home News news Egyptian Hip Hop: tre in Italia a marzo 2013

Egyptian Hip Hop: tre in Italia a marzo 2013


in collaborazione con Circolo Magnolia, Covo Club, XS Live!
presenta:

EGYPTIAN HIP HOP (UK)

SEGUILI SU
www.facebook.com/egyptianhiphop

mercoledì 27 Marzo 2012
al CIRCOLO MAGNOLIA di SEGRATE (MI)
www.circolomagnolia.it

giovedì 28 Marzo 2012
al XS LIVE di ROMA
www.xsliveroma.com

venerdì 29 Marzo 2012
al COVO CLUB di BOLOGNA
www.covoclub.it

UNO DEI DEBUT ALBUM PIU' RIMANDATI DELLA STORIA RECENTE DELL'INDIE, E NON E' NULLA DI QUELLO CHE POTEVATE ASPETTARVI, L'ESORDIO DEGLI EGYPTIAN HIP HOP SULL'ETICHETTA DI JAMES BLAKE!

(estratto da Ondarock.it)

E’ il 2008, Alex Hewett e Louis Stevenson-Miller sono due ragazzini a cui piace rinchiudersi in camera strimpellando motivetti pop e sognando di formare una band. Entrambi frequentano la medesima scuola in quel di Manchester (e prendono lezioni di chitarra da Johnny Marr, narra la leggenda, e allo stesso tempo condividono assieme la passione per neonate formazioni del calibro di Late Of The Pier. L’idea è forte e i due, nonostante le prime difficoltà iniziali, riescono a trovare un batterista, Alex Pierce, e un bassista, Nick Delap. Bruciata la gavetta nelle prime e rare esibizioni in bar e piccoli locali della periferia di Manchester, i quattro attirano ben presto l’attenzione di riviste eccellenti quali Nme, la quale nell’agosto del 2009 pubblica in download gratuito il brano “Rad Pitt”, lanciandoli di fatto nell’esosfera pop inglese. Ma è Sam Eastgate dei Late of the Pier a spingerli in ogni senso nel panorama internazionale, pubblicando il 12 aprile 2010 attraverso la Hit Club/Zarcorp Records il 7” contenente i due singoli “Wild Human Child”/”Heavenly”. E’ il preludio al primo Ep della band, "Some Reptiles Grew Wings", prodotto stavolta da Hudson Mohawke (che partecipa tra l’altro alla stesura del brano strumentale “Middle Name Period”) supportato da Mark Ralph. Solo un anno più tardi la band annuncia di aver finalmente concluso le registrazioni del primo Lp. Ancora nove mesi e  il nuovo singolo “SYH” introduce definitivamente "Good Don't Sleep" alle masse.

Pare di cogliere in qualche maniera l’irrefrenabile smania migratoria di Matt “The The” Johnson. Il passo è ben cadenzato e i suoni sono curati in ogni minimo dettaglio. L’opera è zeppa di cambiamenti di fronte e variazioni d’umore poste sullo sfondo con ardita maestria e precisione a tratti chirurgica. 
E’ una danza sbilenca e ciucca a invadere perennemente lo spazio. I quattro mescolano carte difficili da scoprire senza rinunciare a un’identità ben precisa e apparentemente dissimile da qualsiasi contesto. Ma il vero miracolo è dietro l’angolo. “Yoro Diallo” subentra spazzando via l’ultimo lustro fatto di pseudo hype di natura indie in scia rigorosamente afro. Giretti irresistibili di basso, la tastiera iniziale a condurre la mente verso qualche lontana isola deserta del Pacifico, la chitarrina abbronzata che scivola sbarazzina e il motivetto saltellante e oltremodo spensierato trascinano i sensi in alto, confermando lo stato di grazia di Hewett e soci.

"Good Don't Sleep" è un lavoro penetrante, solo in apparenza sfuggente e imprevedibile, capace di sorvolare decenni di rimandi inconcludenti e posizionarsi di scatto tra le prime fila del miglior “pop alto” britannico. C’è una nuova creatura nel nord-est dell'Inghilterra. Porta un nome strano e non allineato, ed è pronta a condurvi in luoghi sconosciuti, angusti ma terribilmente incantevoli, dove nessuno potrà realmente trovarvi.

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.