Lo scrittore piemontese Enrico Rocci ha scritto nella sua carriera alcuni romanzi dalla trama intrigante (segnaliamo l’ottimo “Nozze Chimiche coi Fichi Secchi" – ed. Vallescrivia) e pregevoli saggi musicali tra cui spiccano una monografia dei Porcupine Tree e una storia del Rock Psichedelico che riguarda essenzialmente l’universo femminile.

Il suo nuovo libro è dedicato alla carriera di Claudio Colaianni, uno dei principali protagonisti dello stoner tricolore.
Con le sue band, i That’s All Folks! prima e gli Anuseye poi, Claudio ha sfornato musica che non ha proprio nulla da invidiare agli statunitensi.
Purtroppo in Italia è pressocché impossibile affermarsi se si suona stoner con contaminazioni doom, psych e metal. D’altronde chi presceglie un genere simile, per di più in Puglia, è ben consapevole che rimarrà nel prolifico calderone underground e che i dischi saranno acquistati dai pochi seppur genuini fan.
Eppure nel nostro Paese sono numerosissime le formazioni dedite allo stoner e alla fine del libro ne troverete molte in elenco alfabetico e con cenni biografici per ognuna di esse. Un lavoro davvero certosino che consente al lettore appassionato di approfondire mediante l’ascolto la storia di uno stile che ci vede protagonisti in primo piano (già, ma in quanti lo sanno?).
Anche durante le esibizioni dal vivo questi gruppi suonano al cospetto di un manipolo di spettatori in locali spesso scalcinati e ciò avviene anche in una città come Roma. Chi scrive rammenta un concerto al Sinister Noise (locale, tra l'altro, che non esiste più) in cui durante l’esibizione degli Otehi era l’unico spettatore! La gente cominciò a entrare alla spicciolata solo dopo vari minuti… il che è tutto dire!
La prosa di Rocci, sempre intrisa d’ironia, rende la lettura del libro scorrevole e soprattutto piacevole.
Si rimane davvero coinvolti nelle peripezie di Claudio che, tra un mare di difficoltà e con l’aiuto di persone vere e sincere come Davide Pansolin, ha saputo con grande passione sfornare dischi di assoluto valore come "Soma... 3rd Way To Zion" (That’s All Folks!) o 3:33 333 (Anuseye).
E’ ovvio che se Enrico ha deciso con coraggio di scrivere un libro di nicchia come questo è perché conosce bene la musica di Claudio e il suo intendimento è quello di renderla il più possibile conosciuta.
L’invito è quello di immergersi nella lettura senza soverchi pregiudizi… rimarrete sorpresi di quanto talento sconosciuto esista in Italia.
Un plauso alla casa editrice per l’ottimo editing ed il certosino lavoro di grafica comprensivo di un bel fascicolo fotografico a colori.