
"La musica importante quanto la tua stessa vita. La rivoluzione del Free jazz e della Black music", della scrittrice e fotografa Valerie Wilmer, è un libro che nonostante il passare del tempo – la sua prima pubblicazione fu nel 1977 - mantiene intatta la sua profondità di analisi e la precisione dei contenuti. Racconta l’avventura della generazione di rivoluzionari che è riuscita a fare della propria arte la vera avanguardia della cultura americana.
Un’epoca di straordinaria innovazione e sperimentazione che continua a ispirare anche i musicisti di oggi. Non si tratta semplicemente di un compendio musicale, ma di un vero e proprio spaccato di vita e cultura, che va oltre la superficie della musica per esplorare il cuore pulsante dell’arte e della creatività. Grazie quindi alla casa editrice Shake che ce lo ripropone in italiano. Wilmer, grande appassionata della musica “nera”, in particolare jazz e blues, ci accompagna in un viaggio attraverso le vite degli artisti di riferimento del genere – Armstrong, Ellington, Coltrane e tanti altri, mostrando come le loro esperienze personali, i loro sentimenti e le loro lotte si siano combinate con un nuovo sentire dissonante e trasformate in nuovi linguaggi musicali. La narrazione è ricca di dettagli e riflessioni che rivelano come quella musica non sia stata mai solo un prodotto, ma l’espressione autentica di un’anima in movimento. Attraverso le storie di questi artisti, il lettore viene trasportato in un mondo che forse oggi non esiste più, ma che proprio per questo ha tanto da insegnare. Uno dei temi centrali del libro è il valore della libertà di pensiero e dell’individualità creativa, non come fini a sé stessi, ma come strumenti al servizio di una “comunità creativa”. Wilmer ci mostra come gli artisti di quella comunità vedessero la musica come un atto di coraggio, come una “missione”, un mezzo per evolvere, crescere e aprire nuove prospettive, per esplorare mondi sonori inediti È il periodo in cui nasce un nuovo approccio al Jazz che si mette in discussione sradicando le armonie, cambiando le regole melodiche e le strutture portanti dei brani, creando dissonanze armoniche che sorsero grazie a un “humus” che spontaneamente (e miracolosamente) si formò attorno a quelle figure carismatiche. Sono i tempi in cui tante nuove etichette, spesso scomode e quindi all’inizio osteggiate dall’establishment musicale, iniziarono a farsi strada come tanti spermatozoi verso un nuovo futuro: free jazz, new wave, avant-garde… Uno scenario che contrasta fortemente con la realtà odierna, dove l’accesso al mercato discografico, oramai liquido, è spesso determinato più da budget e strumenti tecnologici (come campionatori e autotune) che da un reale messaggio artistico. L’approccio analitico rende il libro non solo una lettura affascinante, ma anche un monito a non perdere di vista il vero significato dell’arte: comunicare, emozionare e, soprattutto, essere fedeli a sé stessi. Veniamo ora alla struttura del libro. Cinque sezioni ognuna focalizzata su un aspetto ben preciso. Si parte con la prima “Innovatori e innovazioni” che affronta le prime sfide di Coltrane, Coleman e amici vari per liberarsi dal giogo della allora esistente struttura organizzativa della musica - la gestione dei locali, lo strapotere dei promoter e delle case discografiche - per liberare la propria creatività. Un capitolo che ci introduce ai meccanismi consci ed inconsci che collaborano tra loro per costruire l'architettura musicale dei brani. Viene poi la sezione “Chi sono i musicisti?” che si pone l’obiettivo di analizzare l’avventura anche di protagonisti minori ma non per questo meno importanti. Guardando alla loro determinazione ad emergere nonostante le difficoltà si può apprezzare la trasversalità che ebbe questa ondata di innovazione, che riusciva a trovare appigli per fare breccia anche negli ambienti meno “fortunati” o “illuminati”. La terza sezione “Rendete un po’ di merito al batterista!” ci introduce poi ad uno degli aspetti fondamentali di questa musica: il ritmo, elemento chiave per creare e trovare la sintonia con gli altri, per coltivarla e farla crescere. Ritmo collante delle band che accompagna nel progettare la musica in corso d’opera e affianca le improvvisazioni in un perfetto gioco di squadra. Nella penultima sezione, “Il ruolo della donna”. l’autrice si sofferma su un aspetto estremamente importante: la subalternità del ruolo delle donne nell’ambito jazz, sempre in secondo piano sia come autrici ma anche come semplici strumentiste. Un tema che con il passare degli anni purtroppo è rimasto estremamente attuale (e non solo dal punto di vista musicale). A concludere, la quinta sezione intitolata “La cospirazione e alcune soluzioni” analizza i risvolti socio-politici-economici in cui questa generazione di musicisti ha vissuto, tasselli fondamentali per l‘evoluzione del loro essere e quindi della loro nuova sensibilità e musica. Il libro poi riporta anche le biografie appassionate dei musicisti trattati tra cui spiccano quelle di John Coltrane, Sun Ra, Gary Peacock, Cecil Taylor e altri, oltre ad una preziosa bibliografia. "La musica importante quanto la tua stessa vita" è un libro che parla a chiunque ami la musica non solo come intrattenimento, ma come espressione profonda dell’animo umano. È un’opera che invita a riflettere sul ruolo dell’artista nella società, sul valore della creatività autentica e sui meccanismi e strumenti per stimolarla. L'autrice ci regala un’opera appassionata che, oltre a essere un tributo agli artisti del passato, è anche un invito a preservare l’autenticità e la profondità dell’arte, è quindi una gemma per chi cerca una lettura che unisca passione musicale, riflessione storico-culturale e appunti di vita. Lo consiglio a chiunque voglia immergersi in un mondo in cui la musica era vissuta come una missione, un atto di libertà e una forma di connessione con gli altri.
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VAL WILMER La Musica Importante Quanto La Tua Stessa Vita La rivoluzione del free jazz e della black music
Testi di Val Wilmer
© 2024 Shake Edizioni
www.shake.it
Finalmente in lingua italiana il classico sul free jazz degli anni Sessanta e Settanta della grandissima fotografa e storica del jazz Val Wilmer. Questa è l’avventura della generazione di rivoluzionari che è riuscita a fare della propria arte la vera avanguardia della cultura americana. John Coltrane, Ornette Coleman, Albert Ayler, McCoy Tyner, Sun Ra e molti altri nel loro vero contesto politico, sociale ed esistenziale. Un’epoca di straordinaria innovazione e sperimentazione che continua a ispirare anche i musicisti di oggi. Con una nuova prefazione di Richard Williams, che ha suonato la tromba, tra gli altri, con Charles Mingus, Yusef Lateef, Duke Ellington, Gil Evans e inciso per la Blue Note, Impulse!, New Jazz, Riverside e Atlantic.
Il free jazz è sempre stata una musica scomoda. Quando Coltrane trasformò My Favorite Things – una canzone da musical di Broadway – in un urlo di trenta minuti che lacerava ossessivamente le strutture della struttura musicale convenzionale, o quando Albert Ayler ribaltò Summertime di Gershwin alla ricerca di qualcosa di più profondo e con una risonanza emotiva più oscura, la risposta generale fu l’indignazione. A differenza dei molti critici che espressero il loro disgusto e quasi con risentimento, Val Wilmer capì da subito che quei musicisti non erano apostati o eretici, ma gli straordinari innovatori di una importante, nuova fase della black music.
La musica, importante quanto la tua stessa vita è una frase emblematica di McCoy Tyner, che ben rappresenta lo spirito che anima questo libro, il primo e approfondito resoconto che sia mai stato scritto sulla rivoluzione musicale passata alla storia come free jazz. E di quella straordinaria stagione l’Autrice racconta le aspirazioni politiche, umane e musicali, aggregando con sapienza i materiali emersi nelle sue lunghissime interviste con tutti i protagonisti. Fonte: Comunicato Stampa
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