Andrea Giorgi
Storie al Confine

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Album

Prima che in termini di musicista, Andrea Giorgi è probabilmente conosciuto quale raffinato autore di poesie e testi, alcuni partoriti in coppia con il figlio Lorenzo, premiati in diverse edizioni del Concorso Letterario Internazionale AlberoAndronico.

Giusto a titolo di esempio, basti dire che le liriche del brano “Into the rain”, presente nell'album qui recensito, sono state pubblicate nell’antologia CET Scuola Autori di Mogol (V edizione) nel novembre 2018.
"Storie al Confine" è la prima raccolta a sua firma di liriche musicate (l'omonimo libro, che ne raccoglie i testi con l'aggiunta di altri suoi scritti, è stato da noi recensito
QUI). 
Il substrato di questo artista non si evince soltanto dal suo ricco curriculum (chitarrista autodidatta fin da giovanissimo, ha studiato il sassofono con il jazzista Gianluca Vigliar, cimentandosi poi con diversi strumenti tra cui il bouzouki, l'armonica, il flauto traverso, le tastiere) ma anche dallo spessore dei pregevoli musicisti che lo hanno onorato della loro presenza. Tra questi (in tutto ben 14), impossibile non citare Dario Vero, sopraffino chitarrista di cui abbiamo avuto il piacere di occuparci in passato, spendendo eccelse parole (QUI la recensione a nostra firma del suo disco "Lucid Dream").
Passando al merito dell'opera discografica, raramente capita di imbattersi in una stratificata eterogeneità quale quella riscontrata nel caso di specie. 
L'album offre una molteplicità di suggestioni sonore, testimoniando ascendenze diverse e lontane, eppure amalgamate in un modus coscienzioso che suggerisce lineare senso di familiarità. 
Si passa pertanto dall'elegante easy listening a vocazione pop ("Springing Without Rain", "Into The Rain" e "Il desiderio", l'ultimo dei quali, cantato dal figlio), al jazz avanguardistico soggetto all'influenza surreale e rarefatta tipica del catalogo ECM ("Kathelin Gray"), talvolta impreziosito dai deliri affascinanti di stampo coltrainiano ("Day dreamer")
Nell'oceano sonoro che separa questo range, emergono incroci eleganti tra fusion e easy listening ("Il tempo che emozione", anch'esso caratterizzato dalla voce bianca della discendenza), le suggestioni mediterranee penetrate da ieratica catarsi riflessiva ("La luce"), estemporanei minimalismi introspettivi ("River flows in you"), influenze cantautorali in bilico tra il Vecchioni d'annata e il più recente Branduardi ("Ti ritrovo"), alcuni concretismi post rock ("Dreamer"), finanche sperimentazioni tribali ("Om") e suggestioni eteree ("Deep Sleep").
Se ci è permesso un solo suggerimento - di cui si auspica si vorrà cogliere la natura propositiva - avremmo abbassato un tantino il volume delle voci, in sala regia, permettendo di far emergere, ancor di più, le meravigliose suggestioni sonore dell'intero lavoro: in altre parole, pare che, negli episodi cantati, gli strumentisti fungano da serventi ai vocalisti (ben 4), mentre avrebbe dovuto essere l'esatto contrario.






Andrea Giorgi: chitarra acustica, chitarra elettrica, bouzouki greco, sax contralto, armonica, flauto traverso, percussioni, tastiere
Chiara Morucci: voce
Laura Serra: voce
Ivan Almadori: voce
Lorenzo Giorgi: voce
Dario Vero: chitarra elettrica
Giuseppe Cirillo: chitarra elettrica
Luca Cirillo: tastiere
Maurizio Macera: piano
Gianluca Vigliar: sax tenore
Andrea Verlingieri: sax soprano
Desiree Infascelli: fisarmonica
Monica Canfora: violino
Fabio Fraschini: basso
Massimiliano Chiapperi: batteria

Anno: 2020
Label: autoprodotto
Genere: pop, blues rock

tracklist
Il tempo che emozione
Springing Without Rain
Into The Rain
Day dreamer
Kathelin Gray
Deep Sleep
Dreamer
Om
Il desiderio
La luce
River flows in you
Ti ritrovo

 


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