Home Recensioni Album Pandora - Ten Years Like a Magic Dream

Pandora
Ten Years Like a Magic Dream

Album

Per festeggiare degnamente i 10 anni di attività, I Pandora pubblicano questo “Ten years like a magic dream”. Un album atipico. Non solo perché diviso in tre sezioni distinte : la prima denominata  “Fragments of the present” consiste in 4 brani già pubblicati nei primi due album, ma rinnovati negli arrangiamenti e con liriche in inglese.

La seconda intitolata “Temporal transition” è un omaggio al Banco del mutuo soccorso con la riproposizione di “Canto di primavera” (preceduto da un breve strumentale di nuova composizione a fare da collante con lo storico brano).Il terzo segmento, “Fragments of the past” è invece dedicato alla riproposizione di alcuni brani di grandi gruppi prog del passato (alcuni peraltro ancora attivi…). I 4 pezzi dei Pandora (“Always and everywhere”, “The way you are”, “Turin 03-02-1974” e “Drunken poet’s drama”) sono dei classici della band interamente risuonati  e ri-arrangiati seppur  piuttosto fedeli alle tracce originali: “Always and everywhere” è un bel brano potente, barocco, dominato dalle tastiere in una cavalcata strumentale davvero trascinante. Bello anche il restyling di “Così come sei” (ora “The way you are”) dall’album d’esordio “Dramma di un poeta ubriaco”. “Turin 03-02-1974” ( il titolo è riferito alla data di un concerto dei Genesis a Torino durante il tour di “Selling England….” presente Beppe Colombo) è un brano delicato ma con le classiche impennate di genesisiana memoria. “Drunken poet’s drama” (title track in inglese dell’album d’esordio) chiude bene questa prima sezione con il violino di Andrea Bertino (Rondò Veneziano e Il castello di Atlante”) buon protagonista come del resto le ariose orchestrazioni. Una sezione strumentale (“Lamenti d’inverno” con ospite David Jackson ex VDGG) prelude a “Canto di primavera" ( con l’introduzione affidata a “Big” Di Giacomo la cui voce fu registrata durante un concerto a Racconigi nel 1999 nel quale “pubblicizzava” l’imminente concerto di un duo -Colombo padre e figlio- che sarebbe avvenuto di li a pochi giorni…i casi del destino…). Per evitare ogni possibile confronto con la voce di Di Giacomo, è da considerarsi felice la scelta di affidare la lead-vocals a Emoni Viruet ( autrice tra l’altro della copertina dell’album) con risultati senz’altro positivi. Nel brano  sono presenti come ospiti Dino Fiore al basso e Vittorio Nocenzi al moog.  E’ la volta infine delle 4 cover di Genesis,Marillion, Yes ed EL&P. Brani molto belli ed anche famosi riproposti con gusto. “Second  home by the sea” viene “mondata” quasi del tutto degli effetti sintetici della batteria elettronica di Collins ed è arricchita da brevi estratti di altri brani dei Genesis. Su “Man of a thousand faces”  cade la scelta per il brano dei Marillion ( era Hogarth dunque..) ed il risultato, deliziosamente acustico, è piacevole. Una coraggiosa “Ritual” ( un estratto per la precisione) degli Yes ( ed un omaggio a Chris Squire…) con la Viruet brava nel  ruolo del “divino” Anderson e “Lucky man” degli EL&P (quanto mai dovuta non solo per ricordare Emerson, ma anche la recente morte di Lake ) che strappa più di qualche lacrima, vanno a chiudere “Ten years like a magic dream”. Un album che si ascolta con piacere ma che, data la stima che nutriamo per il gruppo, consideriamo quasi un (riuscito) “divertissement” interlocutorio, nell’attesa dei fuochi d’artificio auspicati, ed auspicabili, per il prossimo, speriamo, imminente, lavoro.

 


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