Tribraco
Cracking the whip

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Album

Megasound Records - 2008 - Italia
Per descrivere il funambolismo eclettico dei romani Tribraco è necessario, come già fu per i Thrangh, qualche numero fa, richiamare alla memoria le splendide ed inusuali commistioni sonore svelate in Naked City, indimenticata prova discografica di inizio anni ’90, ad opera dello statunitense John Zorn, anarcoide jazzista e sperimentatore di avanguardistiche propensioni. A parte le incursioni in territori hardcore - che quest’ultimo proponeva in maniera quasi insistente, e che qui, invece, sono del tutto assenti - il quartetto romano si avventura in settori quali il jazz, il rock e il prog con la sicurezza propria dei musicisti di grande maestria tecnica e compositiva. Cosicché, l’opera offre uno spaccato di quel crossover tanto astruso, quanto affascinante, ove sono inspiegabilmente (e perfettamente) sintetizzati la composizione impostata e la libera improvvisazione, entrambe collocate ai lati di quella immaginaria linea di confine che separa due realtà molto distanti tra loro, quali il rock strutturato e il jazz sperimentale. In tale atipica realtà musicale, si muovono liberamente, in alternanza o congiuntamente, comunque sempre coraggiosamente, sonorità acustiche od elettriche, ritmi sincopati o soluzioni atmosferiche, riff asciutti od effetti sonori, percussioni naturali o vezzi elettronici. Le chitarre di Lorenzo Tarducci e Dario Cesarini, la sezione ritmica composta da Valerio Lucenti e Tommaso Moretti (ai quali si aggiunge il sax soprano di Fabio Mancano in due brani), costruiscono un debutto discografico il cui substrato sonoro è costituito da giochi ritmici (Marco Polo), ambientazioni crimsoniane di metà anni ’70 (Sax song), sperimentazioni sonore di stampo percussivo (ne Il Cucchiaio d’acciaio, ad esempio, vengono suonati dei veri cucchiai metallici da cucina), pura improvvisazione jazz (Benvenuti) e moltissime contaminazioni di genere (Cracking the whipFuga da AlgheroJoe l’asinoThe human cannonball, Salerno-Reggio Calabria). (Recensione pubblicata per la prima volta nel n. 39, anno 2009, di “Musikbox - Rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo”, qui riportata su gentile concessione dell'autore).



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