Angelo Olivieri
Oidè

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Album

Costituito da 9 musicisti attinti dalla scena romana, l’Oidé Ensemble nasce nel 2003, per volontà di Angelo Olivieri, compositore e trombettista eclettico, principalmente votato alla musica improvvisata e alla sperimentazione di genere. In quest’ultima fatica, egli offre sonorità policrome cha spaziano dalla ballad coltraniana (Come d’Autunno e Il Valzer di Elisa), alle forme modali e polimodali (Sunday Morning, Oidé e Butchin’), passando anche per risonanze di marcata e radicale improvvisazione (Prima di andare). Nei dodici brani, tutti composti da Olivieri, i musicisti si misurano in territori variegati, spesso anche in combinazioni esecutive contro tendenza per un ensemble del genere, come in Sencillo, brano in cui il suo autore non suona affatto, lasciando spazio solo alla voce e al pianoforte. Oidé è un disco dagli arrangiamenti ben congegnati a metà tra riferimenti al be-bop (l’influenza di Mingus è abbastanza evidente in Butchin’) e soluzioni intimiste e soffuse. Spesso, è anche un genuino esempio di improvvisazione collettiva, ove i musicisti sono votati alla ricerca di insieme, conseguita con tecnica ineccepibile, soprattutto per conto della sezioni ritmica (Roberto Bellatalla al contrabbasso e Marco Ariano alla batteria). Olivieri dal canto suo, pone in essere una leadership discreta, rispettosa, equilibrata: nel già citato Sencillo, ad esempio, il trombettista è completamente assente, ancorché unico autore del brano; in A casa di Alessandro, invece, egli interviene solo nell’epilogo, dimostrando grande gusto estetico e modestia di intenti. Eppure, pur possedendo suggerimenti attraenti, le finalità di alcune sue composizioni appaiano talvolta poco concrete, forse anche a causa della tendenza di tutti i musicisti a creare terreni rarefatti, sperimentazioni vocali, astrazioni utopiche (in tal senso sono rivelatori i lunghi brani Prima di Andare e The last nite). Tutto ciò si traduce, inevitabilmente, in un ascolto non sempre fluido, talvolta leggermente molesto, che rende l’opera non completamente (e facilmente) fruibile.

(Recensione apparsa sul n. 37, anno 2008, di “Musikbox - Rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo”, qui pubblicata per gentile concessione dell'autore).


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