Megadeth
So Far, So Good... So What!

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Non è proprio possibile, per chi scrive, indicare "Rust in Peace" come il capolavoro assoluto dei Megadeth, come unanimemente espresso: a livello creativo, la punta dell'iceberg firmata del crinito e rosso chitarrista è senza dubbio "So Far, So Good... So What!".

La copertina è già una dichiarazione di guerra: la mascotte "Rattlehead" non è più il satanico protagonista del primo album o il cinico affarista in giacca e cravatta del secondo, ma è un militare armato fino al midollo (imbraccia un mitra e indossa maglie stracolme di proiettili), che pare destinato a portare avanti uno scontro dalle elevate connotazioni tecnologiche (indossa occhiali ad infrarossi), preparato a fronteggiare attacchi biologici (porta sul volto quella che ha tutta l'aria di essere una maschera antigas).
L'immagine è di bassa qualità, forse ripresa da un monitor di un televisore improvvisato. Pur presentando innegabili risvolti futuristici (gli ammennicoli appena citati, la sgranatura dei pixel dell'immagine, il mirino elettronico che inquadra il soggetto), è la copertina più grezza, rozza e disadorna di tutta la produzione discografica dei Megadeth, elementi che troveranno posto anche nelle musiche. Sarà l'ultima volta: dopo questo album, la rustica irruenza del gruppo sparirà definitivamente per far posto ad un'algida tecnicità, pur efficacissima. A dirla tutta, q
uesto è l'album per eccellenza ove la band contempera perfettamente la ruvida attitudine degli esordi con la tecnica esecutiva e l'abilità compositiva che farà seguito.
Into the lungs of Hell” è uno strumentale superlativo che unisce, per la prima volta, power, thrash, epic, e lo fa con così tanta maestria, da essere indicato quale brano signature di uno qualsiasi di questi tre generi musicali (Mustaine ci riuscirà un'altra volta, 21 anni dopo, sempre con successo, con il brano "Dialectic Chaos", posto in apertura di "Endgame").
"Set The World Afire" è la perfetta colonna sonora di un qualsiasi campo di battaglia dell'era moderna mentre la cover "Anarchy In The U.K", pur rivista in chiave molto più dura dell'originale, chiarisce definitivamente quale fosse l'attitudine vissuta dal cantante in quegli anni.
"Mary Jane" sarebbe una sorta di ballata ma i due compositori (ne è co-autore anche l'abile Ellefson) la condiscono con tempi ritmici di stampo militare segnati dal rullante, facendola poi evolvere in una sorta di dichiarazione di odio a suon di scudisciate thrash.
E se "502" e "Liar" rappresentano l'apoteosi dello specifico genere musicale, unendo tecnica e caos come pochi sanno fare, "In My Darkest Hour" è una introspettiva resa dei conti con la propria coscienza, forse maggiormente incentivata dal decesso di Cliff Burton.
La tracklist si chiude con "Hook In Mouth", brano nel quale il genio di Mustaine trova piena espressione: il thrash, più di ogni altro genere, vede il suo punto di forza nell'inarrestabile potenza chitarristica e ritmica, per cui è raro che tale irruenza venga spesso messa da parte a favore del basso che, nello specifico genere, veste solitamente il ruolo di mero supporto. Il chitarrista la pensa diversamente e calpesta l'abc del thrash metal, elevando la sua voce su un tappeto di soli basso e batteria, in totale assenza di chitarre. E dire che il soggetto viene spesso indicato come accentratore ed inflessibile, quando non addirittura dittatoriale. A differenza degli altri, questo brano, pur nella sua evoluzione frastornante, dovuta all'ingresso prorompente delle chitarre, è secco e diretto, e testimonia che la complessa architettura dei brani a firma di Mustaine, può anche essere tralasciata a favore di strutture più semplici, quando ritenute pienamente efficaci.
Questo disco conferma che i Megadeth di fine anni '80 non erano omologati, che il gruppo non si adagiava all'interno della cornice nella quale era definito il cliché del thrash brutale e assordante, ma si evolveva, come sempre farà successivamente, in contesti elaborati e criptici ma mai cacofonici e ripetitivi.
Oggi, questo è il titolo che andrebbe consigliato ai neofiti, sia dei Megadeth, sia dello specifico genere musicale, insieme forse a "Master Of Puppets" dei Metallica e ad una manciata di pochi altri.

 



Dave Mustaine
- voce, chitarra
Jeff Young - chitarra
David Ellefson - basso, cori
Chuck Behler - batteria, percussioni

Anno: 1998
Label: Capitol
Genere: Thrash

Tracklist:
Into the Lungs of Hell (Mustaine) - 3:29
Set the World Afire (Mustaine) - 5:48
Anarchy in the UK (Lydon, Jones, Matlock, Cook) 3:00
Mary Jane (Mustaine, Ellefson) - 4:25
502 (Mustaine) - 3:28
In My Darkest Hour (Mustaine, Ellefson) - 6:16
Liar (Mustaine, Ellefson) - 3:20
Hook in Mouth (Mustaine, Ellefson) - 4:40

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