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Nirvana
Nevermind

Scrivo questo articolo sui NIRVANA e sul loro album più rappresentativo, mentre guardo un loro vecchio concerto rimasterizzato su internet. Prima di iniziare ci tengo a fare una precisazione però: recensire un album come questo non può prescindere dal tentativo di indagare una personalità complessa, come quella del suo membro più carismatico: il vocalist Kurt Cobain.

Nei suoi diari si trova scritto quanto segue:
"NIRVANA significa liberazione dal dolore e dalle sofferenze del mondo esterno e questo si avvicina al mio concetto di punk.".

Il "(…) mio concetto di punk”; Cobain sembra quasi voler dare un’impronta fortemente personale a quel progetto musicale che negli anni '90 finì per imporre la scena di SEATTLE al mondo intero. Eppure questa semplice frase sembra svelarci qualcosa di più profondo; esprime un desiderio di emancipazione, l’inizio di un percorso od il tentativo (vano?) di assopire o anestetizzare un disagio che viene da lontano e che accomunava orde di giovani ed adolescenti in cerca di un’identità.

Ma andiamo con ordine.

Kurt Cobain non ha avuto vita facile. I suoi genitori si separano quando lui ha otto anni ed in quell’occasione decide di andare a vivere prima con la madre e solo in seguito, con il padre. La separazione dei genitori è un grosso trauma per lui ed un episodio di cui confessa provare profonda vergogna. L’ambiente provinciale della città di Aberdeen non facilita certo il suo recupero emotivo e decide di abbandonare anche la casa del padre allorché apprende della decisione del genitore di contrarre altro matrimonio con la nuova compagna convivente.

Sono anni turbolenti in cui pare, ma su questo arriverà anche la smentita dal bassista della band, Chris Novoselic, che Kurt Cobain abbia vissuto per strada, accampandosi sotto al North Aberdeen Bridge nei pressi del fiume Wishkah. Da quell’esperienza, il futuro cantante dei NIRVANA trae ispirazione per comporre il testo di quella canzone che si intitolerà “Something in the way”, contenuta nell’album NEVERMIND.

Ed in effetti le immagini evocate dalle parole contenute nel relativo testo, lasciano spazio a pochi dubbi: "...Underneath the bridge, the tarp has sprung a leak and the animal I’ve trapped, have all become my pets, and I’m living off of grass and the dripping from the ceiling (..)".

Se turbolenta è stata la vita personale del suo frontman, altrettanto ardua è stata la gestazione della Band. Non si contano i diversi nomi utilizzati dal gruppo musicale, prima di scegliere quello definitivo, né il numero dei batteristi che hanno fatto visita al duo; pare, infatti, che l’unico elemento costante presente fin dall’inizio fosse stato il rapporto profondo e sincero tra Kurt Cobain ed il bassista dei NIRVANA, Chris Novoselic; a quei tempi, entrambi roadies dei Melvins.

Chad Channing, uno dei primi batteristi della band disse: "Kurt e Krist avevano un ottimo rapporto. A volte sembravano un po’ come fratelli. Kurt era un tipo molto tranquillo e riservato; non riuscivi mai a sapere se c’era qualcosa che lo preoccupava, e se ne parlava con qualcuno, lo faceva con Krist. Quei due si volevano bene sul serio." [1]

"(…) Era un ragazzino veramente interessante e creativo – rimasi colpito da lui sin dal primo momento. Aveva questi pantaloni scampanati tutti strappati e sembrava che fosse un bel pezzo che non lavava i propri vestiti. Penso che fosse, letteralmente, un ragazzo scappato di casa. Era all’incirca il 1984. (…)" [2]

Provate a fare una ricerca in rete, o digitare sulla barra di GOOGLE la parola "grunge"; pare che questo termine, fosse stato coniato all’inizio da Mike Arme che provenga da uno slang utilizzato per indicare la parola, “sudicio”, o “sporco”.

A voler trarre delle conclusioni, e provando ad astrarre un po’, il termine in questione sembra riferirsi a qualcosa di indefinito, incerto, non chiaro, sbiadito; impossibile non percepire quel sottile legame che lega l’indeterminatezza del suo significato all’inquietudine e irrequietezza che hanno caratterizzato le vite dei sui protagonisti più importanti. Insomma, ascoltando l’album e leggendo i testi delle canzoni che lo compongono, l’impronta emotiva ed esistenziale che avvolge l’intera esperienza musicale dei NIRVANA emerge con forza dirompente.

Le camicie a quadri, le scarpe sudicie, i jean strappati, i capelli lunghi per folli capigliature esprimono una forma di leggerezza (NEVERMIND), la voglia di mantenere una distanza tra se stessi ed un mondo che appare incomprensibile. È questa, credo, l’attitudine che ha contribuito a definire l’iconografia grunge degli anni '90, ed ad identificare una generazione di musicisti; ma anche a svelare la fagocità e cinismo del mercato musicale e dell’intera macchina promozionale che hanno finito per intaccarne l’innocenza e la purezza.

NEVERMIND, è questo il titolo dell’album più famoso della band; non è un album facile, se si prova a decifrare il significato delle canzoni. Dal punto di vista musicale, però, va detto, si tratta di un album che si ascolta con piacere; l’uso delle rime baciate, la ritmica basata sui powerchords, un timbro vocale unico ed una linea di basso spesso essenziale, ma potente, hanno presa facile sull’ascoltatore.  Sembra quasi che rispetto agli esordi di BLEACH, i NIRVANA si siano un po’ più raffinati, seppur mantenendo quel gusto punk rock accattivante.

Sullo sfondo la sensazione di una imperfezione piuttosto seducente.

Prima di trattare di alcune delle canzoni più rappresentative dell’album, non possono non spendersi due parole in merito alla sua copertina, perché NEVERMIND non è solo un album con delle canzoni, ma un momento di “rottura” e la nascita di un nuovo linguaggio musicale e visivo.

Kirk Weedle, il fotografo ingaggiato dalla band, decise di ritrarre un bambino con i genitali esposti, sul fondo di una piscina, mentre cerca di “inseguire” un amo che utilizza come esca un biglietto da un dollaro. L’immagine, famosissima, fece poi il giro del mondo e venne “replicata” parecchi anni più tardi con il suo stesso protagonista, Spencer Elden, all’età di 15 anni, nell’anno 2005.

Ma veniamo alla musica.

"Smells like teen spirit", la hit di apertura, si presenta con un sound molto potente ed accattivante; evidente è il senso di contraddizione che accompagna, in alcune sue parti, il testo della canzone; fin dall’inizio non ne fu chiaro il senso, pare messo in dubbio anche dallo stesso batterista della band, Dave Grohl. Il verso iniziale esprime un’incitazione alla rivolta, ma anche un senso di frustrazione ("I’m worse at what i do best…)" ed inadeguatezza. ("Hello ..hello, how low").

La seconda traccia dell’albume è "In Bloom"; questa canzone divenne successivamente una delle più richieste dai fans che accorrevano ai live della band. Il significato di questa canzone venne sottovalutato per lungo tempo; pare infatti che il testo mascherasse, in realtà, un’invettiva verso i compaesani del giovane Kurt, ai tempi in cui viveva ad Aberdeen, considerati espressione di una cultura che lui ha sempre odiato e messo in discussione. "He’s the one, who likes all our pretty song” e poi "(…) But he knows not what it means (…)". Il cantante sembra quasi guardare con disprezzo al suo passato, quale possibilità mancata per una tenera età in fiore “(…) tender age in bloom”.

"Come as you are", forse il pezzo pìù “immediato” ed istintivo che l’album possa contenere. Anche in questo caso, non è facile dare un senso compiuto alle parole che compongono il testo, pieno di dicotomie e rime baciate. "È una canzone sul comportamento che ci si aspetta da ognuno di noi"  (K. Cobain). Anche qui la struttura musicale, piuttosto semplice, lascia spazio al protagonismo delle parole. Un invito ad essere come sei, puro e leggero.

"Polly", originariamente chiamata "Hitchhiker", era un singolo previsto per BLEACH, ma poi scartato. Pare che la canzone sia stata ispirata da un reale fatto di cronaca che ha avuto ad oggetto il rapimento di una minorenne. La struttura della canzone, anche qui appare molto semplice; interamente registrata con una chitarra acustica, si avvale dell’utilizzo di powerchords. Pare che la sessione di registrazione, sia durata appena un’ora. Interessante il tentativo da parte di Cobain di cantare narrando le gesta del rapitore in prima persona.

"On a Plain", è una canzone che si ascolta tutta d’un fiato. La musica scorre veloce, come le sue parole, che sembrano tutte seguire in pieno il flusso di coscienza, che descrivono pensieri in libertà.  Criptico il ritornello finale: "I’m on a plain, I can’t complain". A cosa si riferisce il cantante dei Nirvana?

Si potrebbe continuare a parlare per ore delle canzoni di questo album e della vita dei suoi componenti, ma la finalità di questo articolo vuole esulare da un intento prettamente didascalico. Quello che si è voluto fare, e ci si augura di esserci riusciti, è stato di fornire un quadro più ampio del clima musicale e sociale di quegli anni che ha contribuito a far nascere, crescere e morire un intero movimento musicale. In un certo senso, quel periodo ha contribuito a cancellare il vecchio ed a definire qualcosa di nuovo; tutta la rabbia, le frustrazioni e le difficoltà che naturalmente accompagnano il tentativo di definire una nuova identità, sono elementi in grado di rendere peculiare la musica dei NIRVANA.
Credo che la maggior parte dei lettori abbia ben impresse nella propria mente le immagini del video della loro hit più famosa, cioè "Smells like teen spirit", girato in occasione di un pep rally, dove si vedono degli studenti che partecipano allo show come semplici spettatori abulici all’inizio, per poi scatenarsi in preda a raptus estatici. I suoni sono distorti oltremodo, la musica è alta, si percepisce l’ansia e nessuno riesce a stare fermo. Sembra quasi di assistere ad un rito, collettivo e compulsivo, avvolto in un urlo esistenziale dove chi sta suonando non è diverso dagli spettatori che guardano ed ascoltano.

E forse non è un caso, che uno degli scrittori più rappresentativi di quegli anni, anche lui morto suicida, come il leader della Band, abbia detto a proposito:"(…) È roba assolutamente pazzesca. Ma incredibilmente carica di dolore. Cioè se uno… insomma, hai presente tutto quello che stavo cercando di dire, in maniera goffa, un po’ a tentoni, sulla nostra generazione? Ecco Cobain lo ha trovato. Cobain ha trovato dei modi incredibilmente potenti e disturbanti di dire la stessa cosa”. David Foster Wallace.



[1] “Storia orale del grunge”; Greg Prato Odoyasrl 2012

[2] Le parole sono di Larry Reid. “Storia orale del Grunge”. Greg Prato Odoyasrl 2012



Kurt Cobain: Voce e chitarra
Chris Novoselic: Basso e voce
Dave Grohl: Batteria e voce

Guest
Kirk Canning: Violoncello (traccia 12)

Anno: 1991
Label: The David Geffen Company - Sub Pop
Genere: Rock, Grunge


Tracklist:
01. Smells Like Teen Spirit
02. In Bloom
03. Come As You Are
04. Breed
05. Lithium
06. Polly
07. Territorial Pissings
08. Drain You
09. Lounge Act
10. Stay Away
11. On A Plain
12. Something In The Way





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