Embryo
Live

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Fanno sorridere i malcelati soloni della musica quando qualificano come genere a sé stante il krautrock, ricomprendendovi musicalità assai distanti fra loro.
Costoro avrebbero la pretesa di accostare tra loro il progressive dei Jane, il blues-rock degli Steamhammer, l'elettronica dei Tangerine Dream.
Partiamo dal presupposto che definire kraut la musica degli Embryo equivale a non definirla affatto ma, anzi, a generalizzarla impietosamente.
Nati nel 1970 con l'intento di omaggiare, in chiave elettrica, i complicati e astrusi percorsi free di coltraniana ascendenza, gli Embryo hanno mutato nel tempo la loro proposta sonora approdando ad una formula più abbordabile, arricchita occasionalmente di etniche ascendenze e, ancor più di rado, di surreale dadaismo sixties.
Il loro "Live" del 1977 è perfetto in tal senso: il gruppo si propone in termini credibilissimi allorquando naviga in territori jazz-rock importando egregiamente una formula già inaugurata da gruppi americani, in particolare la Mahavishnu Orchesta, emulata in maniera magistrale in brani come "Bamboo Railway", "After The Rain", "You Can Turn Me On" e, pur con l'aggiunta di innesti vocali totalmente inediti nella formazione appena citata, in "No More Love/Cho Do Ima" (il secondo brano è in realtà un'appendice vocale del primo) e nella bonus track "Just Arrived". Ascoltando questi brani, appare assai singolare che il sestetto sia molto più attento alla scena USA piuttosto che a quella anglosassone: la lezione dei Brand X, ad esempio, giusto per citare una delle band di punta del genere nel Regno Unito, è infatti largamente ignorata. La band si manifesta invece in vesti piuttosto stravaganti quando percorre territori marcatamente etnici ("Bambule" e "The Orange Man") o particolarmente devoti all'ironia tipica del David Allen più istrionico ("Tiflis" e "Road Song").
Grazie alla presenza della citata bonus track e di un booklet di ben 32 pagine - contenente foto inedite del gruppo, tutte le copertine degli album che compongono l'estesa discografia e ricche note biografiche - questa edizione digitale recentemente stampata dalla Garden Of Delight è certamente consigliabile sia agli appassionati, sia ai novelli cultori del jazz rock teutonico.



Charlie Mariano: sax contralto  e soprano, flauti, Nadaswaram  
Uve Müllrich: basso, dilruba, percussioni
Dieter Miekautsch: piano elettrico, Fender Rhodes Piano
Roman Bunka: chitarra, voce, oud, percussioni
Christian Burchard: voce, batteria, marimba, vibrafono
Maria Archer: voce, percussioni

Anno: 1977
Label: April (LP), Garden Of Delight (CD)
Genere: Jazz Rock

Tracklist:
01. Bamboo Railway
02. You Can Turn Me On
03. Tiflis
04. Road Song
05. After The Rain
06. Bambule
07. No More Love
08. Cho Do Ima
09. The Orange Man
Bonus-Track:
10. Just Arrived

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