Home Recensioni Live Ólafur Arnalds - Milano, 16 Ottobre 2018

Ólafur Arnalds
Milano, 16 Ottobre 2018

Milano, 16 Ottobre 2018 - Teatro Verdi

Freak & Chic è un’etichetta indipendente (nata attorno al management di Immanuel Casto, da cui il titolo del suo secondo album) che si sta dimostrando molto intuitiva e creativa in ambito musicale. In pochi anni si è trasformata fino a diventare una casa di produzione audio/video, management e organizzatrice di eventi (nonché realizzatrice di giochi da tavolo di cui il principale ideatore è per l’appunto, Immanuel Casto). Recentemente ha portato in Italia artisti significativi come Suzanne Vega e Asaf Avidan. Ora è la volta di Ólafur Arnalds (già membro del duo elettronico Islandese Kiasmos insieme a Janus Rasmussen e che torna torna in Italia a distanza di tre anni), polistrumentista e produttore islandese, uno dei musicisti più prolifici nel panorama musicale, capace di miscelare il neoclassicismo e il minimalismo con i loop e i beat creati in ambito ambient/elettronico. In soli undici anni ha prodotto quattro album solisti (a partire da “Eulogy for Evolution” del 2007 fino al recente “re:member”, uscito quest’anno), sette colonne sonore (fra l’altro alcuni suoi brani sono stati inseriti da Nanni Moretti nella colonna sonora del suo film “Mia madre” e nel 2013 ha prodotto quella per la serie tv inglese “Broadchurch”), svariati EP, singoli e soprattutto una serie consistente di collaborazioni con musicisti di varia estrazione (dalla classica – recentemente con la pianista Alice Sara Ott per “The Chopin Project” - all’hip-hop). L’ultima in ordine cronologico (risalente a due anni fa) si intitola “Island Songs”; è un progetto che ha visto coinvolto in primis il direttore Baldvin Z, con il quale il compositore ha viaggiato nel corso di sette settimane, verso altrettanti luoghi dell’Islanda a caccia di artisti locali e con cui ha realizzato, con ciascuno di essi, una traccia audio e un video. In Italia l’artista islandese è già noto ad una platea di appassionati cultori di musica classica, avendo partecipato anni fa alla rassegna MITO, oltre ad aver entusiasmato un largo pubblico lunga la penisola, nonché come supporter dei Sigur Rós nel loro ormai lontano tour del 2007.

Durante l’esibizione milanese (unica data in Italia di questo tour) Ólafur Arnalds ha proposto alcuni dei suoi lavori discografici tramite due pianoforti “semi-generativi”, nonché autoprodotti e modificati con il suo team di esperti, con lui, una formazione composta da batteria e quartetto d’archi. Insieme al musicista Halldór Eldjárn, Ólafur Arnalds ha creato l’installazione interattiva chiamata STRATUS, con la quale il musicista, pur suonando su un’unica tastiera, trasmette impulsi ad altre due che grazie ad una pre-programmazione (principalmente basata su parametri che agiscono sull’intensità e sulla complessità del suono) riproducono in tempo reale progressioni melodiche e giochi polifonici inaspettati: “I pianoforti autoprodotti sono una scossa al processo creativo che mi costringe a provare cose nuove e spesso sorprendenti. Dal vivo i pianoforti sono parte integrante della performance a causa della loro natura generativa. Ogni volta che vengono suonati è un po’ diverso, rendendo ogni performance unica”, ha detto il compositore.

Tuttavia il palco, non è predisposto in maniera esclusiva per proporre un mero spettacolo musicale, poiché l’impianto luci è concepito in modo da ricreare idealmente l’atmosfera che accompagna ed avvolge il pianista durante i momenti più introspettivi nella fase di scrittura/esecuzione dei propri brani. Ecco dunque che durante il concerto prendono vita atmosfere crepuscolari mozzafiato, tali da trasportare l’ascoltatore in sintonia, in intimità con il compositore, come se si stesse nel salotto o nel giardino di casa propria durante una di quelle sere suggestive, in cui la musica assume colori emozionanti e sentimenti difficilmente descrivibili a chiari lettere.

Seppur la maggior parte del concerto – così come ha ribadito Arnalds – si sia basato sull’ultimo disco “re:member”, non sono mancati escursioni suggestive sui lavori precedenti, come il toccante brano che ha chiuso il concerto, “Lag Fyrir Ömmu (Living Room Songs)” scritto in ricordo della propria nonna, che ha segnato, indirizzato e spronato Ólafur quando stava abbozzando le prime composizioni e ancora un brano sulla giornata di capodanno in Islanda, “che – come dice il compositore – è un po’ all’opposto di come viene vissuta in Italia: noi spegniamo tutto, cellulari, TV, Internet, ci isoliamo nella natura, oppure stiamo con alcuni amici, ma sempre in intimità; per noi il capodanno è un giorno meditativo”. Seppur non lunghissimo (sfiorati a malapena i 100 minuti compreso il bis), lo spettacolo proposto da Ólafur Arnalds ha ampiamente ripagato le attese  per aver regalato emozioni intense ad un pubblico variegato, in cui è stato rassicurante notare la presenza di molti giovani accorsi ad applaudire – a distanza di oltre 40 anni dal primo Mike Oldfield -  uno degli autori più interessanti e prolifici di questo secolo.

 



Data: 01/01/2011
Luogo: Citta - Locale
Genere: Neoclassice/sperimentale

 

 


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