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Riot V
Roma, 09 Dicembre 2017

Roma, 09 Dicembre 2017 - Jailbreak Live Club

L’amore per il Rock’n’Roll, che non accenna minimamente a venir meno dopo decenni di militanza e passione, è un fuoco che continua piuttosto a ravvivarsi grazie ad eventi come quello di poche sere orsono, con il debutto nella Città Eterna della mia band preferita di Heavy Metal americano, i Riot.

Una magica serata resa possibile dalla voglia di fare di due tra i più attivi agitatori della scena capitolina (scena che altrimenti pullula di personaggi che parlano e pontificano, sempre rigorosamente dietro la tastiera di uno smartphone o di un pc), segnatamente Enrico Leccese della Cruz Del Sur, baldanzosa label simbolo dell’intransigenza metallica, e Stefano Denni di Ace Records che, a soli nove mesi dalla sua apertura in Roma, Viale Tirreno 113 (davanti fermata Metro B “Conca D'Oro” - tel: 06 817 1254) è già diventato, senza se e senza ma, il miglior negozio di dischi della Capitale.

Ad aprire la serata del Jailbreak, club perfetto per questo tipo di eventi lontani dal mesto scorrere del mainstream, i Vultures Vengeance, che, lo confesso candidamente, conoscevo solamente di nome. Mi dicono essere basati a Roma, e non ho motivo di dubitarne, ma ho riconosciuto il chitarrista Tony Scelzi, già apprezzato mesi orsono in Abruzzo con gli ottimi Stonewall pugliesi. Comunque, appena sono apparsi sul palco, la mia immaginazione mi ha fatto pensare subito ad una band francese: saranno state le temibili basette alla Daniel Puzio (leader dei miei adorati Vulcain) del cantante e chitarrista Tony T. Steele, sarà stata l’immagine generale dei quattro metalheads, borchiata ma con gusto, ma in ogni caso la mia impressione iniziale è stata confermata dal metallo forgiato dai nostri, affine alla proposta di bande dimenticate dai più ma ancora ben scolpite nel mio cuore, quali Sortilege o Blaspheme. Un Metallo dai riferimenti arcani e vagamente oscuri, ben rappresentati dalle fasi rallentate, con voce stentorea ed eccellenti interscambi solisti tra le due asce; e non alieno da riferimenti epici anche nelle liriche improntate all’eroismo. Promossi.

A seguire una sicurezza, i Rosae Crucis, che al contrario di chi li ha preceduti, avevo già ammirato numerose volte sulle assi di un palco, anche in compagnia di veterani come Skyclad e, più recentemente, Ross The Boss. Nullaffatto penalizzati dall’assenza di Andrea Magini, valorosamente avvicendato per l’occasione da Alfredo Gargaro (uno dei migliori axemen attivi qui a Roma), Ciape e compari hanno sciorinato la consueta sequela di classici, da ‘Massoneria’ all’apoteosi finale ‘Crociata’, anche se lo zenit della loro gig è stato a mio parere toccato dall’orgoglioso anthem ‘Fede Potere e Vendetta’, tatuato anche sulle braccia da culturista del frontman.

Inutile però girarci attorno: questo attempato rocker era lì per un nome, un simbolo, una Leggenda: i Riot! Nei riguardi della band che fu del compianto Mark Reale ho un rapporto conflittuale, che si spiega con semplicità: per i tanti della mia generazione, i Riot resteranno sempre quelli dei primi cinque dischi e, con la morte di Mark, di quei cinque dischi nei Riot attuali non c’è più nessuno. I sofisti cavilleranno che “questi infatti non sono i Riot”, ma l’aver aggiunto una V al monicker non sposta di una virgola i termini della questione. Io adoro anche gli album successivi, da ‘Thundersteel’ all’ultimo ‘Unleash The Fire’, ma mi chiedo, un po’ come hanno fatto i riformati Thin Lizzy ribattezzatisi opportunamente Black Star Riders, se non sarebbe stato più giusto dare un taglio più netto con il passato, scegliendo un nome del tutto nuovo.

Tutti questi discorsi però evaporano come il fumo di un gustoso Toscanello post-prandiale, al cospetto della prestazione dei cinque yankees. Le rasoiate di Mike Flyntz (comunque nei ranghi dai tempi del tour di ‘Thundersteel’, anno domini 1989) e del giovane, tarantolato Nick Lee, hanno contraddistinto due ore di esaltante terremoto metallico, ben sorrette dal sorprendente drumming di un Frank Gilchriest che ricordavo molto più pesante, e dal basso, forse scolastico ma privo di sbavature, di un Donnie Van Stavern a suo agio con la bottiglia di tequila quasi quanto lo è stato con le quattro corde. Autentica star però Todd Michael Hall, l’ex cantante dei misconosciuti Harlet, che non ha sbagliato una nota evidenziando un timbro high-pitched ma al contempo non alieno, a tratti, da modulati chiaroscuri bluesy; quasi un ipotetico trait d’union fra i suoi più immediati predecessori, la sirena Tony Moore ed il più 70’s oriented Mike DiMeo. Sulla scaletta, cosa vogliamo dire? Le giovani generazioni, per le quali ‘Thundersteel’ pare rappresentare l’alfa e l’omega della band americana, sono state ben vellicate dalla sconquassante replica di ben sei estratti di quel grande album, con una ‘Bloodstreets’ particolarmente dinamitarda: ma io ricordo di aver completamente perso il controllo di me stesso quando il viaggio nel tempo ci ha trasportati più lontani ancora, ripescando le origini da guerrieri della strada dei Riot, il profumo del Bronx, l’acre odore di bettole malfamate, di gang dal coltello facile e di prostitute da strada emanato da autentiche poesie sonore quali ‘Swords And Tequila’, ‘Heavy Metal Machine’, ‘Road Racin’ o l’immortale ‘Outlaw’, per chi scrive una serissima candidata al titolo di canzone più bella ed esaltante di tutti i tempi. Ecco, in quei momenti non stai a chiederti se chi sta suonando c’era nel 1983: l’importante è che nel 1983 c’eri TU, e che ci sei ancora nel 2017, con il tuo carico di anni, ascolti, ricordi ed emozioni! E se di fronte a ‘Warrior’ non ti ritrovi davanti al palco con le braccia levate al cielo a cantare con tutto il fiato che hai in gola sei, sic et simpliciter, il vicino di sarcofago di Tutankhamen.
E se le tracotanti scorribande di ‘Flight Of The Warrior’ non ti spingono ad uscire di casa per gustarti una serata di inebriante e intimidatorio metallo pesante, non c’è problema. Il problema è tutto tuo.

 

 


Todd Michael Hall: Lead Vocals
Donnie Van Stavern: Bass
Mike Flyntz: Lead Guitar
Nick Lee: Lead Guitar
Frank Gilchriest: Drums

Data: 09/12/2017
Luogo: Roma - Jailbreak Live Club
Genere: Hard Rock, Heavy Metal

 

Setlist
01. Ride Hard Live Free
02. Fight or Fall
03. On Your Knees
04. Metal Soldiers
05. Don’t Hold Back
06. Johnny’s Back
07. Wings Are for Angels
08. Black Leather and Glittering Steel
09. Angel Eyes
10. Outlaw
11. Heavy Metal Machine
12. Flight of the Warrior
13. Bloodstreets
14. Take Me Back
15. Road Racin’
16. Swords and Tequila
17. Warrior
18. Thundersteel
19. Fire Down Under
20. Sign of the Crimson Storm

 

 

 

 


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