Gary Burton Quartet featuring Pat Metheny
Roma, 19 Luglio 2008

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Roma, 19 Luglio 2008 - Luglio Suona Bene - Cavea Auditorium Parco della Musica

Articolo originariamente apparso sul N° 37 (116/117) Luglio/Agosto 2008 di Musikbox (rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo), qui pubblicato per gentile concessione dell'autore.

La collaborazione tra Pat Metheny o Gary Burton risale al 1974 con l’album “Ring” (il chitarrista aveva appena 19 anni) e prosegue con “Dream So Real” del 1976 e “Passengers” del 1977 (tutti accreditati al Quartet o al Quintet di Gary Burton). Considerata una vera e propria trilogia, questa produzione discografica era fortemente indirizzata verso ambientazioni vagamente new age, nella migliore tradizione della prima epopea ECM.

Negli anni ’90 i due si incontrano di nuovo: “Reunion” del 1990 (attribuito al solo Burton) ospita anche Mitch Forman, Will Lee e Peter Erskine e si segnala come un’opera senza sbavature, forse leggermente laccata e smaltata, apparentemente più protesa a catturare consensi commerciali piuttosto che ad arricchire la tradizione musicale jazzistica (l'etichetta, non a caso, era la GRP, maestra nell’indirizzare gli artisti della propria scuderia verso lidi proficui e redditizi); nel 1998, intorno al duo si riunisce una formazione da capogiro, comprendente Chick Corea, Roy Haynes e Dave Holland. I cinque producono “Like Minds”, lavoro monumentale che, oltre ad offrire musiche indimenticabili (composte per un terzo dal chitarrista), vanta il primato di riunire per la prima e l'ultima volta (ad oggi) Corea e Metheny. Questi incontra Burton nuovamente nel 2008 nell’inedita formazione a quattro con Steve Swallow (bassista che aveva partecipato agli album degli anni 70) e Antonio Sanchez, attuale batterista del Pat Metheny Group.

I methenyani non sono certo rimasti delusi da un concerto che ha visto il loro beniamino protagonista forse anche più dello stesso Burton. L’esibizione, lungi dal possedere sapori di sterile rievocazione, puntava sostanzialmente alla rivisitazione costruttiva di alcuni classici, tra i quali preme ricordare “B & G (Midwestern Nights Dream)”, l'intramontabile “Question & Answer” e “Unquity Road”, brano tratto dal primo disco solista del chitarrista (“Bright Size Life” del 1976), nonché pezzi di Chick Corea, Carla Bley e addirittura Keith Jarrett. A meta concerto è comparsa la meravigliosa creatura sonora meglio nota come “Picasso guitar” che produce un suono a metà tra chitarra e arpa. Mentre Metheny e Burton si inserivano magistralmente in un contesto dualistico, Antonio Sanchez ha manifestato la propria perizia tramite (anche ma non solo) due assoli di batteria, strappando al pubblico lunghi applausi. Steve Swallow ha meravigliato la platea abiurando il contrabbasso e prediligendo un basso elettroacustico a cinque corde, suonato egregiamente sempre solo con il plettro.

Resta l’amaro in bocca unicamente per la durata del set: poco meno di due ore (niente, se si pensa alle chilometriche esibizioni del Pat Metheny solista o del Group) e per l'acustica veramente al di sotto delle aspettative.

 


Gary Burton: vibrafono
Pat Metheny: chitarra
Steve Swallow: basso
Antonio Sanchez: batteria

Data: 19/07/2008
Luogo: Roma - Cavea Auditorium Pdm
Genere: Jazz

 

 

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