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Overkill
Roma, 10 Giugno 2015

Roma, 10 Giugno 2015 - Orion club Testo di Giovanni Loria - Foto di Danilo Casini

La Erocks Management piazza un altro bel colpo, portando per la prima volta nella Capitale gli Overkill, impegnati nel tour del trentacinquesimo anniversario dalla fondazione. Per fortuna, dopo il deludente riscontro della serata Savage/Skanners (ma, come ammonisce un’antica vox populi, gli assenti hanno sempre torto), l’Orion si presenta, se non proprio gremito in ogni ordine di posti, decisamente affollato; gli spettatori saranno circa 600, un numero sorprendentemente più alto rispetto alla scorsa esibizione milanese della band di New York: e chi ha preferito per una sera vivere l’Heavy Metal nella sua essenza più pura e sincera, quella del palco, piuttosto che pontificarne sterilmente da un social network, è stato decisamente premiato.

Dying Gorgeous Lies

Con assoluta onestà, devo ammettere di non essere stato particolarmente colpito dalle bands di supporto, ma non mi sembra il caso di lanciarmi in giudizi che sarebbero giuocoforza superficiali, dato che, più che la prestazione in se stessa, è proprio la proposta sonora dei female fronted teutonici Dying Gorgeous Lies e dei partenopei Deflagrator a non rientrare nei miei gusti abituali: massimo rispetto comunque per chi si è meritato di condividere il palco con degli autentici giganti come Bobby "Blitz" Ellsworth e i suoi ragazzi, compresi gli openers iberici Napalm Storm che ci siamo purtroppo persi.

Deflagrator

Pochi minuti prima del piatto forte, l’amico Frank "Tre Dita" mi avvisa che uno dei chitarristi ha avuto un malore, e con questa notizia quasi ne provoca un altro al sottoscritto: ma per fortuna di lì a poco l’intro ‘XDM’ apre le danze, e la successiva ‘Armorist’ ci travolge subito come uno tsunami, mettendo immediatamente in chiaro che i veterani della East Coast sono in forma smagliante. Lo stridulo timbro di ‘Blitz’ (non così dissimile dalle graffianti vocals del suo gemello d’oltreoceano, Chris Boltendahl dei grandi Grave Digger) non ha perso un’oncia dell’aggressività giovanile, e D.D. Verni, armato di una virtuale fascia da capitano, gli da una bella mano in backing vocals che, lungi da ogni pretesa estetizzante, contribuiscono alla tirannia dell’impianto vocale di Overkill.

Overkill

Lo sturm und drang chitarristico di Dave Linsk e Derek Tailer ci mozza il fiato in gola mentre si succedono senza pietà autentiche gemme della mia ruggente gioventù, dall’anthemica e squisitamente priestiana ‘In Union We Stand’alla tracotante ‘Rotten To The Core’, tratta dal sempreverde ‘Feel The Fire’. Non osate pretendere fantasia dall’invasato Ron Lipnicki, che pesta tutto quello che capita sotto il martellare delle sue drumsticks, ma la peste mi colga se ho percepito la benché minima sbavatura nella sua belligerante prestazione dietro le pelli.


Overkill

L’headbanging sotto al palco si fa forsennato (quello che ai tempi d’oro noi traducevamo in ‘bangheggiamento’ e che le giovani generazioni definiscono con l’irritante neologismo ‘scapocciare’) e alcuni punters impazziti terminano il loro surf sopra le teste degli astanti direttamente sul palco, da dove però non osano tuffarsi nuovamente nella mischia, preferendo prudentemente rientrarvi dalle corsie laterali…sic transit gloria mundi! Noi però non ci facciamo distrarre, perché Blitz e il suo manipolo di assassini ci deliziano indefessi con una sconvolgente versione di ‘End Of The Line’, dal suo commovente flavour maideniano (che male c’è, d’altronde, nell’omaggiare i migliori di tutti?) e con l’arrembante title track del colossale ‘Ironbound’, un platter che qualche anno fa ha posto nel dimenticatoio alcune stagioni in chiaroscuro dei veterani della Grande Mela.


Overkill

‘Fuck You’ chiude la messa pagana come da tradizione; Blitz, nelle vesti di gran cerimoniere chiama a gran voce il coro degli esaltati fans, che urlano un sonante ‘vaffanculo’ a tutti i perbenisti, ai leoni da tastiera, ai teorici del ‘li ho persi di vista dopo il primo demo’ e ai profeti del ‘non c’è più il batterista originale e quindi me ne resto a casa’. Il power/thrash (a dire la verità, in sede live, più thrash che power metal… power metal all’americana naturalmente!) di Overkill ci ha uccisi e ci ha fatti risorgere nell’arco di novanta minuti di pura estasi sonora… saluto l’amico e collega di Classix Metal Manuel Fiorelli e torno a casa per poche ore di sonno: domani si ricomincia, si mette in moto il virtuale camion caro alla Strana Officina, si parte alla volta dell’Arena di Verona, ci aspettano i Kiss!

(Giovanni Loria)

 


OVERKILL
Bobby "Blitz" Ellsworth: Voce
Dave Linsk: Chitarra
Derek Tailer: Chitarra
D.D. Verni: Basso
Ron Lipnicki: Batteria

Data: 10/06/2015
Luogo: Roma - Orion Club 
Genere: Power Thrash, Thrash Metal, Heavy Metal


Setlist:
Armorist
Hammerhead
Electric Rattlesnake
Powersurge
In union we stand
Rotten to the core
Bring Me The Night
End of the line
Necroshine
Horrorscope
Hello from the gutter
Overkill
Ironbound
Bitter Pill
Elimination
Fuck You

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Guests:
Dying Gorgeous Lies
Deflagrator
Napalm Storm




Dying Gorgeous Lies

Liz Gorgeous: Vocals 
Mashl J.: Guitar & B-Vocals
E. Burned: Guitar 
Buzz´D Joe: Bass 
J.J.: Drums



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Deflagrator

Von Degröth: Vocals
Hertier: Guitars, Bass (Studio) - Bass (Live)
Vinz: Guitars, Bass (Studio) - Guitar (Live)
Incinerator: Drums



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Napalm Storm

Carlos Tello: vocals/bass
Fernando Tovar:  guitar 
Michał Kacprzak:  guitar 
Alejandro Duarte: drums 



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