Aldo Tagliapietra
Roma, 16 Marzo 2012

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Roma, 16 Marzo 2012 - Stazione Birra

C’è stato un periodo immediatamente successivo al 2009 durante il quale il nome di Aldo Tagliapietra non poteva essere messo in comunicazione con quello de Le Orme.
Ne abbiamo parlato abbondantemente al seguente link e qui è sufficiente dire che la questione fu affrontata in sede di tribunale, ove ha destato scalpore non tanto la decisione del giudice di concedere l’uso dello storico moniker a Michi Dei Rossi, quanto il fatto che Aldo Tagliapietra non potesse effettuarvi la benché minima associazione. Quindi, non solo gli era preclusa l’adozione di un’espressione tipo “Once were le Orme” (“C’erano una volta Le Orme”, che inizialmente si pensava di poter adottare per il progetto coinvolgente Tomy Pagliuca e Tolo Marton), ma non poteva utilizzare il nome Orme neanche in forma descrittiva (ad esempio utilizzando frasi come “La voce storica de Le Orme” oppure “Già membro storico delle Orme”). Una follia, se si pensa che impedendogli di effettuare un semplice richiamo al nome del gruppo, si è voluto recidere il legame con il suo lungo passato artistico. Ciò ha assunto i toni di una negazione del suo curriculum, un’offesa alla memoria, una cancellazione di un fatto storico, anzi, ad essere precisi, di più eventi storici, se è vero, come è vero, che egli ha svolto ben sette ruoli (e si sottolinea sette) in seno allo storico gruppo, giacché ne è stato il fondatore (Dei Rossi, infatti, è subentrato successivamente), il cantante, il bassista, il chitarrista acustico, il sitarista, il paroliere, nonché uno dei due principali compositori delle musiche.


Orbene, se tutto questo è rimasto invisibile in una fredda aula di tribunale, agli occhi di un giudice evidentemente non troppo informato, non deve esserlo per noi, mai troppo esausti di sentire la sua inconfondibile voce, copyright di un progetto, quello de Le Orme appunto, che senza di lui – pur attestandosi su livelli tecnici e compositivi di elevato spessore – stenta oggi ad essere completamente credibile in termini di mero buon senso.
Io credo, invece, che se è vero che Le Orme attuali possono esistere senza Aldo - giacché si tratta (l’ho scritto in altre pagine di questa rivista web e lo ripeto con ferma convinzione), di un combo estremamente tecnico e competente - sia doveroso urlare a tutti, con altrettanta determinazione, che Aldo è stato uno dei membri più importanti di questa band, un fatto che nessuna sentenza può demolire o, ancora peggio, cancellare.
Ed infatti, se quelle guidate da Michi dei Rossi rappresentano oggi una nuova personificazione de Le Orme, il gruppo che si è esibito la sera del 16 novembre a Roma - e che per mere questioni legali che nulla hanno a che vedere con la musica, risponde al nome di Aldo Tagliapietra Band - ne rappresenta un’altrettanto valida ed attendibile incarnazione. Chiedete conferma di quanto sopra a coloro che hanno assistito all’esecuzione live del 16 marzo 2012 (tra i quali va ricordato l’illustre Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso).
E giacché l’abbiamo nominata, è appena il caso di spendere due parole su questa band, composta da giovani elementi, tutti in possesso di un substrato musicale di elevato livello: il chitarrista Matteo Ballarin è diplomato in chitarra elettrica all’Accademia Lizard e, insieme al tastierista Andrea De Nardi, è membro fondatore dei The Former Life, grandioso gruppo progressive autore di un album che non ci stancheremo mai e poi mai di elogiare (recensione al seguente link), capace di rievocare atmosfere musicali senza tempo, prive di impostazioni stilistiche e di mercato; Aligi Pasqualetto, l’altro tastierista della band, è diplomato al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia ed è attualmente frequentatore del corso di pianoforte moderno/jazz presso l’Accademia di Musica Moderna di Albignasego; quello che colpisce di Manuel Smaniotto, infine, non è tanto il fatto che sia stato scelto per sostituire Michi Dei Rossi nella reunion dei componenti storici delle “altre” Orme (Tagliapietra, Pagliuca, Marton), ma che – e lo dico da batterista, quale sono – egli è capace di colorare il ritmo con rara maestria, utilizzando un linguaggio percussivo assai originale, cosa peraltro dimostrata dalla possibilità che gli viene concessa dal vivo, unica in seno alla band tutta, di profondersi in un lungo assolo di batteria tra due capisaldi quali “Felona e Sorona” e “Sguardo verso il cielo” (maggiori info sulla band qui).

Detto ciò, dovreste aver capito che, a questo punto, parlare del concerto dovrebbe rappresentare un mero pro-forma, talché sarà sufficiente dire che nel corso dello stesso, il set list è stato diviso in due parti:
- nella prima, l’album solista Nella pietra e nel vento è stato presentato per intero, qui valorizzato dal fatto che i brani erano spesso sviluppati senza alcuna soluzione di continuità, proponendo contesti espressivi molto vicini al concetto di suite, come nella più rappresentativa tradizione prog. Tra i brani proposti, val la pena citare l’intimismo branduardiano di “Sette passi”, il gusto immaginifico degli Yes più enfatici di “Silenzi”, l’attraente intreccio acustico tra chitarre e tastiere de “Il sutra del cuore”, l’ipnotismo ammaliante dei Pink Floyd più seducenti di “Tra il bene e il male” (l’opera discografica è stata ampiamente recensita da chi scrive su queste stesse pagine web, al link ). Insomma, chi si aspettava il solito concerto di canzoncine pop si sbagliava di grosso;
- ascoltando il secondo set, verrebbe quasi da benedire la frattura intercorsa tra Tagliapietra e Dei Rossi, cosa che ha reso possibile l’ascolto di brani storici, in versioni rinvigorite ed accattivanti: “Insieme al concerto”, fantastico episodio prog non sempre proposto nel repertorio delle stesse Orme; gli accattivanti intrecci di Moog e Minimoog presenti nella intramontabile “Felona e Sorona”; il seducente incedere de “La porta chiusa”; il dinamismo instancabile di “Sguardo verso il cielo”; la jam, tutta incentrata su eccellenti duelli di tastiere, che ha preceduto “Cemento Armato”.
Quanto sopra è stato sublimato tanto dall’acustica straordinaria del locale “Stazione Birra” (verosimilmente, una delle migliori tra tutti i locali della scena romana), quanto, lo si ripete ancora una volta, da una band eccezionale – e si sottolinea eccezionale – all’interno della quale meritano particolare menzione il batterista, di cui abbiamo già abbondantemente detto poco sopra, e il chitarrista, capace di inserirsi con intelligenza e competenza anche laddove, originariamente, erano completamente assenti gli interventi alle sei corde.

Ne consegue che i concerti di Aldo Tagliapietra non solo non devono essere sottovalutati, ma devono essere doverosamente esaltati da tutti gli appassionati della band veneta.
Fans de Le Orme avvisati.

 

Aldo Tagliapietra: Voce, basso, bass pedal
Aligi Pasqualetto: Tastiere, piano digitale e Minimoog
Andrea De Nardi: Organo Hammond
Matteo Ballarin: Chitarre
Manuel Smaniotto: Batteria

Data: 16/03/2012
Luogo: Roma - Stazione Birra
Genere: Progressive Rock

Setlist:
prima parte:
01. Nella pietra e nel vento
02. Silenzi
03. Il santo
04. La cosa più bella
05. Un grande giardino
06. Sette passi
07. C'è una vita
08. Tra il bene e il male
09. Dio lo sa
10. Il sutra del cuore

seconda parte:
11. Insieme al concerto
12. La porta chiusa
13. Regina al Troubador
14. Vento d’autunno
15. Felona e Sorona
16. Drum solo
17. Sguardo verso il cielo
18. Jam
19. Cemento Armato
20. Canzone D'amore

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