Home Recensioni Live Roger Waters - Milano, Assago Mediolanum Forum, 27/28 Marzo 2023

Roger Waters
Milano, Assago Mediolanum Forum, 27/28 Marzo 2023

"Voglio essere nella trincea della vita. Io non voglio essere al quartier generale, io non voglio essere seduto in un albergo da qualche parte a guardare il mondo che cambia, voglio cambiarlo io. Voglio essere impegnato. Probabilmente, in un modo che mio padre forse approverebbe." (dal Dvd "Pink Floyd – The Story Of Wish You Were Here")

If you’re one of those “I love Pink Floyd but I can’t stand Roger’s politics” people - you might do well to fuck off to the bar right now. Questa frase, divenuta già famosa fin dalle prime date di questo “This Is Not A Drill” tour - e ben mostrata già a inizio concerto sui multischermi disposti a croce al centro del parterre, così come il palcoscenico - costituisce la cartina al tornasole dello spettacolo che sta per accadere.
Dopo il successo dell’”Us+Them” tour (2017/2018) incentrato sull’album “Is This The Life We Really Want?” e in cui si celebravano peraltro i 40 anni di “Animals” del suo gruppo precedente (“Quando facevo rock’n roll con questi ragazzi a scuola” avrebbe detto durante la serata per introdurre “Have A Cigar”), il “controversoRoger Waters riapre ai concerti con il suo “First Farewell tour”, già celebrato oltre oceano lo scorso anno da un pubblico entusiasta.
Uno spettacolo “immersivo” con grande dispiego multimediale e accorgimenti scenografici suggestivi difficilmente equiparabili ad altri artisti del panorama musicale attuale. 150 minuti per uno show in cui nulla è improvvisato, tutto è studiato a tavolino perché dev’esser per forza perfetto, senza smagliature, che dal punto di vista scenico non vi sono state; eccezione fatta per la pessima acustica del luogo con volumi sparati all’eccesso senza motivazione apparente e – a parere di chi scrive - la scelta di disporre questo palco a forma di + al centro dell’audience. Se le tastiere e la batteria erano sistemate nel bel mezzo della croce senza ovviamente possibilità di spostamenti, i chitarristi, il bassista aggiunto, il sassofonista, le cantanti e lo stesso Waters, potevano così muoversi disinvoltamente a 360 gradi, permettendo sì al pubblico disposto sui 4 lati del Forum di godersi vicendevolmente in primo piano la vista dell’uno e dell’altro musicista, ma nascondendosi peraltro a una parte del pubblico durante determinati brani. Nessuna novità dunque sulla scaletta proposta rispetto al tour americano, infarcita di molti brani dei Pink Floyd (troppi) rispetto a quelli estratti dai dischi solisti. Particolare spazio è stato dedicato a “The Dark Side Of The Moon” di cui peraltro si celebrano proprio in questi giorni i 50 anni dalla sua pubblicazione (con l'uscita del titolo "
The Dark Side Of The Moon At Wembley 1974"), mentre da “Animals” l’unico brano proposto è stato “Sheep”, con tanto di pecora volante (a cui è seguito il sorvolo del pubblico con il classico maiale durante “In The Flesh” e su cui vi erano evidenziate sui due lati le parole “Fotti i poveri” e “Ruba ai poveri, dai ai ricchi”).




Oltre ai brani tratti dagli album solisti (nessuno dal primo “The Pros and Cons of Hitch Hiking”) e a "Two Suns in the Sunset" - che pur essendo una canzone targata Pink Floyd, di fatto è come se facesse parte di un prequel solista, ossia "The Final Cut" - , particolare menzione va a “The Bar”, una ballad scritta in sostegno a Steven Donziger, avvocato americano che che ha speso gran parte della sua vita a fianco delle popolazioni indigene dell’Ecuador, vincendo una storica sentenza contro la Chevron, accusata di scaricare rifiuti petroliferi cancerogeni nella foresta pluviale in Amazzonia. Certamente quello nei confronti di Steven Donziger non è l’unico impegno civile dell’artista che negli ultimi anni si è prodigato per lodevoli cause tra cui quello per l’apertura dell’ospedale di Cariati (come rendicontato nel film documentario “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” di Federico Greco e Mirko Melchiorre), ma tutto lo show (in Italia oltre alle quattro date di Milano, sono previsti altri tre eventi a fine aprile a Bologna) è una sorta di accusa alla distopia aziendale e a quella liberista/globalista contro cui tutti lottiamo per sopravvivere, nonché un invito all'azione per proteggere e amare il nostro prezioso e precario pianeta; non solo, ma è anche un’accusa al governo americano, ai suoi presidenti (che senza mezzi termini definisce “ciminali di guerra”) e ad Israele per i genocidi perpetrati ai danni del popolo palestinese (tanto che il concerto previsto a Francoforte è stato cancellato con l’accusa di anti-semitismo, così come precedentemente quello previsto a Cracovia in Polonia).
Se lo spettacolo è davvero qualcosa di fantasmagorico, lo è altrettanto la musica proposta, anche se – sempre a parere di chi scrive – non ci è sembrata un’idea geniale affidare alcuni brani dei Pink Floyd (quelli notoriamente cantanti da Dave Gilmour che magicamente non è mai rirpeso nelle foto d’epoca sui megaschermi) alla voce pur capace di Jonhatan Wilson (“Money”, le strofe di “Us and Them”, ecc.), mentre paradossalmente decide di cantare “Wish You Were Here” un’ottava sotto l’originale, rendendola così quasi irriconoscibile.
Al di là di queste opinabili scelte tecniche, va da sé che Roger Waters resta uno degli artisti “veri” ancora presenti su questo pianeta… A lui saremo sempre grati per averci svelato il lato oscuro della Luna.


Roger Waters: voce, basso, chitarra, pianoforte
Jonathan Wilson: chitarra, voce
Dave Kilminster: chitarra, voce
Jon Carin: tastiere, chitarra, voce
Gus Seyffert: basso e voce
Robert Walter: tastiere
Joey Waronker: batteria
Shanay Johnson: voce
Amanda Belair: voce
Seamus Blake: sassofono

Setlist:

Set 1:
1.Comfortably Numb
(Pink Floyd song)
2. The Happiest Days of Our Lives
(Pink Floyd song)
3. Another Brick in the Wall, Part 2
(Pink Floyd song)
4. Another Brick in the Wall, Part 3
(Pink Floyd song)
5. The Powers That Be
(from Radio K.A.O.S.)
6. The Bravery of Being Out of Range
(from Amused To Death)
7. The Bar
(new song)
8. Have a Cigar
(Pink Floyd song)
9. Wish You Were Here
(Pink Floyd song)
10. Shine On You Crazy Diamond (Parts VI-VII, V)
(Pink Floyd song)
11. Sheep
(Pink Floyd song)
Set 2:
1. In the Flesh
(Pink Floyd song)
2. Run Like Hell
(Pink Floyd song)
3. Déjà Vu
(from Is This the Life We Really Want?)
4. Déjà Vu (Reprise)
(from Is This the Life We Really Want?)
5. Is This the Life We Really Want?
(from Is This the Life We Really Want?)
6. Money
(Pink Floyd song)
7. Us and Them
(Pink Floyd song)
8. Any Colour You Like
(Pink Floyd song)
9. Brain Damage
(Pink Floyd song)
10. Eclipse
(Pink Floyd song)
11. Two Suns in the Sunset
(Pink Floyd song)
12. The Bar (Reprise)
(new song)
13. Outside the Wall
(Pink Floyd song)

Banner

Recensioni underground più lette

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.