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Magar
Capolinea

Si discute spesso sul fatto se cambiare stile per una band, sia produttivo o deludente per i fans, affezionati ad un costante indirizzo sonoro.

Per il combo sardo dei Magar costituisce, senz’altro, un fattore evolutivo, sia per l’originalità di una proposta incatalogabile e sia per la coriacea capacità di ricercare qualcosa che esuli dal dozzinale. Si sa che i  sardi hanno la testa dura ma, in questo caso, va visto come un pregio verso una caparbietà scritturale che li porta a stanare soluzioni insolite. Ormai “maggiorenni”, i Magar con i loro 18 anni d’attività,  già dimostrano una tenace resistenza all’usura del tempo, sopravvivendo  a vari cambi di formazione e, dopo due album, “Capolinea” attesta la voglia di mettere in chiaro che le trovate musicali non si fermano ma riaccendono i motori per lanciare il guanto di sfida verso nuove, fascinose scommesse.  Il mini-album si appoggia, inizialmente, sul singolo “Gratitudine” in cui le sonorità e le immagini del video si aprono su splendidi scenari, mentre una ragazza si stria di bianco la faccia per completarla, poco a poco, con una croce rossa e l’effige dei 4 mori: testimonianza d’amore verso la loro terra d’origine.

Non è semplice”  gronda una narrazione severa ed un riff che culla con garbo, senza appesantire il clima lievemente noir, dal gusto internazionale. Invece, sul trono di “Vorrei fossi qui”  siede una fascinosa slide-guitar che, con la sua distinta identità sognante, inculca un ascolto cupo ma assai dolce ed estraniante: sicuramente una speciale lullaby dai mille sapori.  A sigillare il lavoro tocca a “Le mie orge” , che anela diversità in modalità alt-rock con una certa destabilizzazione uditiva: un po’ per l’ecletticità della band ed un po’ per calare, nel poker dei brani, il fattore sorpresa che compiace non poco.  Per quanto ascoltato e per il fantasioso respiro assemblativo,  da questo “Capolinea” non c’è verso di scendere ma, semmai, si resta saldamente ancorati  sul bastione underground,  per riparte alla grande.



Andrea Careddu : voce, chitarra
Davide Mulas: chitarre e cori
Tore Falchi: basso e cori
Peppe Tedde: batteria, percussioni

Anno: 2018
Label: Alka record
Genere: Alternative Rock

Tracklist:
01. Gratitudine
02. Non è semplice
03. Vorrei fossi qui
04. Le mie orge

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