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Colin Scot
Colin Scot

È stato per anni una sorta di Sacro Graal degli appassionati e dei collezionisti. Del resto non capita tutti i giorni di acquistare un LP e trovarci dentro praticamente tutta la scena prog rock inglese dei primi anni 70. 

Robert Fripp, Rick Wakeman, Peter Hammill, David Jackson, Guy Evans, Nic Potter, Phil Collins, Peter Gabriel, Jon Anderson, David Kaffinetti, tutti incredibilmente insieme sullo stesso album. Il merito è del cantante folk inglese Colin Scot, che nel 1971 consegna alla United Artists il master su otto tracce di un album già praticamente pronto, in cui suonano e convivono gioiosamente tutti i nomi sopraelencati. Impossibile non pubblicarlo, era come trovarsi inaspettatamente tra le mani un incredibile confezione regalo, una specie di cesto natalizio.

Colin Scot, volto rubicondo e bicchiere di vino in mano, è scomparso nel 1999. In quegli anni a cavallo tra 60 e 70 aveva sempre una chitarra dodici corde a tracolla. Suonava un misto di cover e brani originali nei pub inglesi, saltando agilmente da Buddy Holly ai Beatles. La sua era una voce inconfondibile, leggermente aspra, capace soprattutto di trasmettere la malinconia del cantastorie cresciuto sotto le ciminiere delle fabbriche inglesi. Il contesto musicale, un rock folk dominato dagli arpeggi e dalla ritmica della Gibson di Scot, è l’ideale per gli artisti coinvolti, liberi di esprimersi senza avere a che fare con le arzigogolate e cervellotiche partiture prog. «Era un piacere lavorare con Colin – spiega Rick Wakeman – Era un grande cantautore e permetteva ai musicisti di aggiungere colore alle sue canzoni, una cosa che tutti quelli che hanno lavorato con lui apprezzavano tantissimo.» Ecco dunque un pugno di canzoni da ascoltare con la mente ma soprattutto con il cuore; alcune da cantare insieme, altre da interiorizzare in solitudine. E come spesso accade con certi dischi dell’epoca, è divertente mettersi le cuffie e cercare di individuare le voci di Peter Hammill, Peter Gabriel o Phil Collins tra le varie backing vocals, oppure riconoscere il tocco (più facilmente identificabile) di Robert Fripp sulla sei corde, o gli interventi di piano vagamente honky tonk di Rick Wakeman. Ancora più facile rintracciare il sax del VdGG David Jackson (presente in una sola traccia, Confusion) o il drumming sostanzioso di Guy “Brum Thunder” Evans, chiamato a dividere la parti di batteria con Billy Rankin. Completano il quadro il basso morbido di un altro VdGG, Nic Potter, le tastiere di David Kaffinetti (Rare Bird) e l’ugola inconfondibile di Jon Anderson (Yes). Grazie dunque alla Eclectic Disc per aver riportato alla luce questa piccola gemma, in una versione rimasterizzata e con bonus tracks che permette all’ascoltatore di gustare ogni sfumatura. L’album, distribuito in Italia da Audioglobe, è di facile reperibilità.



Colin Scot: Chitarra, voce

Guests: Robert Fripp, Rick Wakeman, Peter Hammill, David Jackson, Guy Evans, Nic Potter, Phil Collins, Peter Gabriel, Jon Anderson, David Kaffinetti

Anno: 1971 (2006)
Label: Eclectic Discs
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. Do The Dance Now, Davey
02. My Rain
03. Take Me Away
04. Confusion (uptight)
05. Baby In My Lady
06. Lead Us
07. You’re Bound To Leave Me Now
08. The Boatman
09. Nite People
10. Hey! Sandy
11 .Here We Are In Progress
Bonus Tracks
12. Long time gone
13. Do The Dance Now, Davey
14. My Rain
15. Nite People

Sul web:
Colin Scot

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