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Neil Young
Homegrown

Dopo "Hitchhiker", ghost album originariamente concepito nel 1976 ma pubblicato soltanto nel 2017 (lo abbiamo recensito QUI), Neil Young ci propone un altro postumo, "Homegrown", registrato nel biennio 74/75.
A detta del cantante, questa fatica discografica rappresenta l'anello mancante tra "Harvest", "Comes a Time", "Old Ways" e "Harvest Moon". In realtà, raccogliendo brani prevalentemente acustici, pare essere più vicino all'ultimo dei quattro titoli.
Essendo materiale proveniente da quel periodo, anche quello contenuto in questo disco è ottimo, sebbene, nel complesso, l'opera appaia un tantino al di sotto delle aspettative, sia perché raccoglie parecchie cose edite, pur in versione differente, sia perché risulta piuttosto disorganico: "Florida", ad esempio, è un noioso monologo con rumori acidi in sottofondo, "Vacancy" e "Homegrown" sono brani elettrici, non bene incastrati nella delicata compagine acustica che primeggia nell'album tutto, "We Don't Smoke It No More" è un blues tradizionale poco in linea con il Neil Young sia elettrico, sia acustico, peraltro collocato infelicemente in apertura della side B.
Per chi invece volesse conoscere la genesi di questo titolo misconosciuto, valgano le considerazioni che seguono.
Frutto di riflessioni intimistiche scaturite dal fallimento della relazione con l'attrice Carrie Snodgress, quest'opera, di cui era stata creata anche la copertina, fu abortita giacché, come da dichiarazioni dello stesso Young, "...era un po' troppo personale ...mi ha spaventato".
Al suo posto uscì "Tonight's the Night", album inedito risalente al 1973, il quale, cupo e introspettivo, conteneva a sua volta riflessioni altrettanto personali riguardanti il roadie Bruce Berry e il chitarrista Danny Whitten, membro dei Crazy Horse (entrambi deceduti all'epoca a seguito della loro dipendenza da droghe e alcol).
Le sessions da cui fu estratta la tracklist definitiva furono molto prolifiche giacché, oltre a quelli che oggi vedono la luce, vennero registrati almeno altri 13 brani: "Mediterranean", "Hawaii", “Homefires”, ”The Old Homestead”, “Barefoot Floors", "Hawaiian Sunrise" (aka "Maui Mama"), "Bad News Has Come To Town", "Frozen Man", "Daughters", "Give Me Strength", "Love/Art Blues", "Pardon My Heart".
Già nel 1975, l'artista aveva dichiarato ai media la sua intenzione di pubblicare materiale estratto da queste sedute, cosa che effettivamente avvenne.
In alcuni casi ciò si verificò apportando modifiche piuttosto consistenti nell'arrangiamento o nell'esecuzione: arricchito di overdub, "Pardon My Heart" apparve su "Zuma" (1975), mentre, rivisitati ex-novo, "Homegrown" venne inserito su "American Stars 'N Bars" (1977), "White Line" su "Chrome Dreams", altro capitolo mai pubblicato, e, una seconda volta, su "Ragged Glory" del 1990 (entrambe le volte con i Crazy Horse), "Hawaii" e "Give Me Strength" sul citato "Hitchhiker" (il secondo appare anche su "Songs for Judy", del 2018, disco dal vivo risalente al 1976). 
Nella loro interpretazione dal vivo, invece, "Love/Art Blues" e "Hawaiian Sunrise" (aka "Maui Mama") verranno incluse su "CSNY 1974" (2014), mentre "Bad News Comes to Town" su "Bluenote Café" (2015), live proposto assieme ai Blue Note.
Intonsi, invece, alcuni episodi saranno presenti a macchia su altri album: "Through My Sails" su "Zuma" (1975), "Star of Bethlehem" su "American Stars 'n Bars" (1977), "Deep Forbidden Lake" e "Love is a Rose" su "Decade" (1977), "Little Wing" e "The Old Homestead" su "Hawks & Doves" (1980).
Ad oggi risultano ancora inediti "Mediterranean", "Homefires", "Bad News Has Come To Town", "Frozen Man", "Daughters", "Deep Forbidden Lake" e "Barefoot Floors" (l'ultimo è noto ai più grazie a Nicolette Larson, che l'ha coverizzato nel suo album "Sleep, Baby, Sleep").
Per dovere di completezza, va precisato che il cantante propose molti dei brani citati nel corso dei suoi tour: "Homefires" nel 1974 e nel 1992, "Separate Ways" nel 1993 (con Booker T e MGs) e 2014 (con i Crazy Horse), "Try" nel 2007 e nel 2008, "Little Wing" nel 1977 e nel 2020, "Kansas" nel 1999, 2007 e 2008 (questo brano appare anche nel film concerto "Trunk Show" ove è presente anche "Mexico", già suonata anch'essa nei tour del 2007 e del 2008).
Infine - e finalmente abbiamo terminato con la interminabile lista di brani di quel periodo - "Human Highway", "Pushed It Over The End", "Through My Sails" e "Traces", furono anch'essi partoriti durante quel periodo, ma in vista dell'album di reunion di Crosby Stills Nash Young, poi annullato.
Di questi, "Pushed It Over The End", scartato dalla tracklist di "Decade", apparirà in una versione dal vivo assieme a Crosby Stills Nash nel rarissimo promo omonimo edito soltanto in Italia dalla Reprise, agli inizi degli anni '80 (sarà poi incluso anche nel citato "CSNY 1974"), mentre "Through My Sails" e "Human Highway" compariranno rispettivamente in "Zuma" e "Comes A Time".
"Traces", infine, è avvolta dal mistero (è anch'essa apparsa su "CSNY 1974"): secondo alcuni esperti, questo brano non riguarda la sessions qui trattate, essendo un verosimile retaggio di "Believe me", brano risalente al 1973.



Neil Young: guitar, harmonica, piano, wine glass, piano strings, narration, vocals;
Ben Keith: pedal steel guitar, lap slide guitar, dobro, wine glass, piano strings, narration, vocals
Tim Drummond: bass
Robbie Robertson: guitar
Emmylou Harris: backing vocals
Mazzeo: backing vocals
Stan Szelest: piano, Wurlitzer piano
Levon Helm: drums
Karl T. Himmel: drums

Anno: 2020
Label: Reprise
Genere: Folk Rock

Tracklist:
01. Separate Ways
02. Try
03. Mexico
04. Love is a Rose
05. Homegrown
06. Florida
07. Kansas
08. We Don't Smoke It No More
09. White Line
10. Vacancy
11. Little Wing
12. Star of Bethlehem


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