Vincenzo Ramaglia
Formaldeide
Scritto da Corrado Nizza Domenica 17 Febbraio 2008 23:16 Letto : 2320 volte
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Detto questo, la scelta di trapiantare in questi organismi soffusi un sax dal sapore jazzato ed un pianoforte prevalentemente congegno ritmico lo allontana dagli aneliti trascendentali del suo maestro, conferendogli d'altra parte maggior comunicabilità. Laddove uno sonda il metafisico, l'altro cerca di instaurare un contatto con la dimensione esistenziale (8). E così 2 si dimostra un saggio di dinamica/contrasto tra la prima parte (quasi rumore – per questi standard) e la seconda (quasi silenzio – per la maggior parte degli standard). Il baratro su cui s'affaccia il piano in 3 viene delicatamente popolato (mai occupato) da flebili segni di vita da parte dei fiati. Mentre 4 è un appuntamento nel regno della ripetizione minimale tra il brio vitalistico dei pezzi di Gershwin ed i (tormentati) lenti indugi di Alfred Schnittke; 7 è più di tutte una jam in piena regola. 5 dal canto suo alterna imperiosi fendenti nell'aria di clarinetto e flauto a fraseggi del sax – all'arrivo del pianoforte il pezzo si trasforma in un inseguimento tra contrappunti – ma lo fa per costruire una sorta di tributo alle soundtracks dei noir classici. Con un disco soffuso e raccolto senza scadere nell'intimismo di certa musica colta per orecchie pop, Ramaglia corona il programma di Formaldeide in verità già con 1, dove tutte le componenti del suo sound (i sospiri eterei, le scale jazz, il delicato pointillisme del pianoforte) sono magicamente asservite al dettato della pura ipnosi. Il disco è ordinabile tramite un link sul myspace dell'artista. |
Vincenzo Ramaglia: Composizione Anno: 2007 Sul web:
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